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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus e "Fase 2", nuovo modulo di autocertificazione: ecco cosa cambia

Una circolare del Viminale fornisce ai prefetti le nuove indicazioni sull'applicazione del decreto firmato il 26 aprile. Per i controlli, viene raccomandata alle forze dell'ordine "una valutazione prudente ed equilibrata". Tutti i dettagli

Oggi è il D-day della "fase 2". A giocare un ruolo chiave, anche in questa nuova e insolita ripartenza graduale, saranno i controlli svolti dalle forze dell'ordine, che a partire da lunedì 4 maggio saranno rimodulati nel segno di una "valutazione prudente ed equilibrata". 

A tracciare la linea da seguire è la circolare inviata dal ministero dell'Interno ai prefetti che contiene le prescrizioni dettate nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile scorso. L'ultimo di una serie di provvedimenti emanati nel corso dell'emergenza che contiene le "misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19".

Le nuove "misure" - si legge nella circolare - "sono applicabili sull'intero territorio nazionale a partire dal 4 maggio 2020 e sono efficaci fino al 17 maggio 2020". Da domani e per le prossime due settimane in sostanza i controlli assumono anche un nuovo compito: la tutela dei lavoratori che riprendono le loro attività, affinché questo avvenga in sicurezza.

In merito allo svolgimento delle attività produttive, si legge nella circolare firmata dal capo di Gabinetto Matteo Piantedosi, "a fronte dell'esigenza di sostenere il riavvio del tessuto produttivo economico nazionale, si pone l'imprescindibile necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori e di assicurare idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro" e sarà quindi "determinante" l'attivazione di "un adeguato sistema di controlli, teso a verificare la puntuale osservanza delle prescrizioni poste a presidio delle suddette tutele e ad applicare le eventuali, relative sanzioni".

Il modello di autodichiarazione per gli spostamenti dal 4 maggio

Veniamo al punto: sul sito del Viminale è disponibile il nuovo modello di autocertificazione per gli spostamenti utilizzabile a partire da lunedì 4 maggio. Può comunque essere ancora utilizzato il precedente modulo barrando le voci non più attuali (qui un esempio).

L'autocertificazione, secondo quanto spiegato dal ministero, è in possesso degli operatori di polizia e può essere compilata al momento del controllo. 

Scarica il nuovo modulo di autocertificazione 

Anche dopo l’ultimo Dpcm, infatti, resta obbligatorio giustificare tutti gli spostamenti consentiti nella fase 2: l'ultimo decreto conferma la possibilità di muoversi dal proprio domicilio o residenza per comprovate esigenze lavorative, per motivi di assoluta urgenza, per far ritorno al proprio domicilio o residenza, per ragioni di salute, per svolgere attività sportiva/motoria all’aperto o per situazioni di necessità, ampliando la casistica in cui si applica questa fattispecie.

Rientrano tra i casi di necessità anche gli spostamenti per incontrare i propri congiunti, per quanto venga comunque raccomandato di limitare al massimo questo tipo di incontri, proprio per non aumentare il rischio di diffusione del contagio (mantenendo il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine). E' anche possibile accompagnare i propri figli minorenni al parco e spostarsi nell’ambito della propria regione per far visita nei cimiteri ai defunti, sempre mantenendo le norme di distanziamento sociale.

Per andare al lavoro, serve l'autocertificazione?

In caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, i cittadini devono essere sempre in grado di fornire un giustificato motivo per i propri spostamenti. In tal senso, sarà dunque ancora necessario esibire o compilare un’autocertificazione, utilizzando anche il precedente modello.

Cambia però la modalità di giustificazione per comprovate esigenze lavorative. In questo caso, infatti, l’autocertificazione può essere sostituita da una "adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro idonea a dimostrare la condizione dichiarata". In altre parole, sarà possibile giustificare lo spostamento per motivi di lavoro esibendo un tesserino o un documento che attesti la propria condizione lavorativa, senza dover compilare l’autocertificazione. Le forze di polizia potranno comunque richiedere la compilazione dell'autocertificazione qualora lo ritenessero necessario, riservandosi poi un controllo ex post delle dichiarazioni rilasciate.

L'autocertificazione per la visita a un congiunto

Per tutti gli altri casi, "le circostanze giustificative di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, possono essere fornite nelle forme e con le modalità consentite". Tradotto: con il modulo di autocertificazione. Anche nel caso di visita necessaria ad un congiunto si deve usare il modulo dell’autocertificazione, e per rispetto della privacy non devono essere indicate le generalità del "congiunto" dal quale si va in visita. La circolare del Viminale ribadisce anche la definizione di congiunti e cioè "i rapporti di parentela, affinità e di unione civile, nonché le relazioni connotate da duratura e significativa comunanza di vita e di affetti (fidanzati, ndr)". Come compilare il modulo per quest'ultimo caso? 

Ecco alcune indicazioni utili

Riempire tutti gli spazi sull’identità della persona che effettua lo spostamento; Compilare l’indirizzo da cui è cominciato lo spostamento e quello di destinazione; Riempire gli spazi barrando la casella "situazione di necessità"; Nello spazio "a questo riguardo dichiara che..." specificare che si tratta di una visita a un "congiunto" inserendo soltanto il grado di parentela ma non l’identità.

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