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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Falcomatà a muso duro: "In città rimangono in vigore le restrizioni del decreto Conte"

Il sindaco di Reggio Calabria ha aspramente criticato la scelta della governatrice Jole Santelli: "Per uno scontro politico infame e nauseabondo si gioca sulla pelle dei cittadini"

“In questa città rimangono in vigore le restrizioni previste dal decreto del Presidente del consiglio Giuseppe Conte”. Giuseppe Falcomatà, nell’ormai consueto rapporto social alla città sull’emergenza Coronavirus, non fa sconti alla governatrice Jole Santelli e invita i reggini a rispettare la prudenza suggerita dalle scelte del Governo per affrontare la “Fase 2”: quella in cui saremo chiamati a convivere con il Covid-19.

La notte convulsa

Il primo cittadino di Reggio Calabria, durante la diretta su Facebook, ha ripercorso le ore convulse della scorsa notte, da quando una telefonata del vicesindaco Armando Neri, dapprima bollata come uno scherzo goliardico, lo interrompeva nella costruzione di un gioco con i propri figli e gli annunciava la scelta della governatrice della Calabria. La realtà, in pochi minuti, ha superato la fantasia. L’ordinanza era vera e, mentre il Premier Conte spiegava alla Camera che la decisione estemporanea della Santelli era illegittima, ha sferrato un duro attacco politico agli avversari del centrodestra.

Una scelta politica "infame"

“Quella della Santelli - ha detto Falcomatà - è una mossa politica fatta su indicazione arrivata dal lombardo-veneto. L’ordinanza varata nella notte ha il sapore, il colore, l’odore politico altrimenti non si può spiegare. Perché allora non consentire l’apertura anche ai barbieri, ai parrucchieri o agli estetisti”. Una scelta politica che non piace a Falcomatà e a tanti altri sindaci calabresi. “Questa decisione - prosegue il primo cittadino di Reggio Calabria - genera confusione, è pericolosa, rischia di far impennare il contagio. Si sta impostando uno scontro politico infame, nauseabondo, sulla pelle dei cittadini. Uno scontro inaccettabile portato avanti da una politica con p minuscola”.

Le richieste dei sindaci

La sfuriata di Giuseppe Falcomatà contro i “nani della politica”, poi, ha messo in risalto il ruolo dei sindaci che, davanti all’emergenza Coronavirus come sottolineato anche dall’Anci, spesso non vengono consultati e finiscono per dover fare i conti con una “giungla normativa” inestricabile. “I sindaci - ha detto Falcomatà, usando una metafora televisiva - non sono come quelli del programma I quattro ristoranti che prima visitano il posto, poi, provano il cibo e dopo danno il loro giudizio. Per me Reggio Calabria viene prima di ogni cosa e per la mia città voglio una ripartenza serena”.

Le critiche al Decreto Conte

Il sindaco di Reggio Calabria, ancora, ha ricordato le sue critiche al Dpcm del 26 aprile. “Io sono il primo - ha detto - che ha criticato il Dpcm, dicendo che si poteva fare di più per rimettere in moto la città e il territorio, ma non si fa così, non si scherza con la salute delle gente”. 

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