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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Pendolari dello Stretto, Anoldo: "La riduzione delle navi trasforma il viaggio in un'odissea"

Il segretario regionale di Confintesa sanità Calabria interviene sulle difficoltà di quanti, per lavoro, devono attraversare con non pochi disagi lo Stretto

"I pendolari sanitari sono costretti a viaggiare sullo Stretto in modo disumano, mentre in tutta Italia si fanno encomi, nello Stretto sono privi di ogni diritto. La sospensione delle navi veloci e la riduzione delle navi trasforma il loro viaggio per raggiungere i luoghi di lavoro in una vera e propria odissea. Orari non consoni, aggravati dal fatto che non esiste una corsia preferenziale, costringono gli operatori sanitari a partire tre ore prima ed arrivare a casa tre ore dopo, per attraversare 3 km di mare".

Lo dichiara Francesco Anoldo, segretario regionale di Confintesa sanità Calabria che aggiunge: "ovviamente senza tenere in considerazione la promiscuità che si viene a creare nelle lunghe attese prima e dopo l’imbarco, visto anche gli imbarchi di gente che continua a tornare nei propri domicili dalle città del Nord".

"Attraversare lo Stretto sul ponte della nave -continua Anoldo - anche nelle giornate di forte pioggia e freddo, perché dentro la cabina ci sono troppi pedoni che la occupano non è indicato, visto l'emergenza in atto e le disposizioni Ministeriali.

Succede anche che molti di loro per poter effettuare il turno pomeridiano con inizio alle 14 sono costretti a partire alle 8 del mattino e stare in macchina fino alle 13 altri si sono organizzati prendendo a loro spese delle stanze per pernottare, altri ancora dopo la smonta del turno mattutino alle 14 rimangono bloccati al porto fino alle 17:20, tutti ammassati e al freddo".

Considerata la situazione, Confintesa Sanità Calabria chiede: "Partenza da Villa: ore 6:00, 12:00, 18:40. Partenza da Messina: ore 8.00, 12.00, 18.40. Inoltre, una corsia preferenziale per evitare code inutili e rimanere bloccati nei porti fino all'indomani, come successo più volte.

Nella considerazione poi che tale personale lavora spesso in Centri Covid-19, la possibilità di essere contagiati o di portare ulteriore contagio aumenta, quindi la promiscuità con personale civile durante la traversata diventa estremamente pericolosa per entrambe le categorie".

Sarebbe opportuno secondo Anoldo "anche organizzare un servizio apposito almeno per il personale sanitario legato agli Ospedali dedicati al Covid-19 e per un periodo limitato, con l’utilizzo di imbarcazioni in forza alla Guardia costiera, carabinieri, polizia o guardia di finanza, in modo da evitare sia possibili ulteriori modalità di diffusione del Virus, sia agevolare e velocizzare la trasferta di tale personale già provato dalla tipologia di servizio svolto (innumerevoli rischi) e da molte ore lavoro".

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