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Cronaca

L'emergenza da Londra, il noto pizzaiolo Riggio: "Ce la faremo, dobbiamo resistere"

Il maestro ha raccontato a ReggioToday come si sta evolvendo la situazione Coronavirus in Inghilterra e quanto sia difficile dover vivere lontano dalle proprie origini

Stare in casa, difficile quanto necessario. Le regole sono chiare, così come lo scenario che il nostro Paese sta vivendo. Definirlo drammatico sarebbe un eufemismo. La guerra contro il Coronavirus continua senza sosta e affrontarla con i propri cari nelle mura domestiche agevola non poco.

Ritrovarsi lontano dalla propria terra d’origine può essere, invece, un lato abbastanza negativo di una vicenda che di positività ha ben poco. È il caso anche di Giorgio Riggio, famoso pizzaiolo reggino, residente a Londra per motivi lavorativi e vera grande eccellenza culinaria della città. Noi di ReggioToday l’abbiamo raggiunto per farci raccontare come si vive a molti chilometri di distanza dall’Italia e che aria si respira alle latitudini inglesi.

Com’è la situazione in Inghilterra? La popolazione ha preso coscienza della gravità del problema?

"C'è stato un assalto ai supermercati negli ultimi giorni e adesso è tutto vuoto. Hanno chiuso i centri più grandi di Londra, in attesa di provvedimenti. Nike Town, Apple, molti grandi centri commerciali non sono aperti. Per le strade non c'è più nessuno e negli asili possono andare solo i figli di infermieri e medici. La gente ha capito la portata dell'emergenza solo dopo il discorso del primo ministro, anche se si è creata grande agitazione e adesso non si trova nulla negli ipermercati.

Noi stiamo in quarantena e viviamo chiusi in casa, ma ancora non ci sono restrizioni sui locali che possono rimanere aperti. I nostri appartamenti non sono come quelli di Reggio, non ci sono balconi e sono piccoli."

Cosa ne pensa della teoria del gregge vociferata proprio in relazione all'Inghilterra

"Si, ho letto e ha parlato un famoso virologo italiano a riguardo. Non è sbagliata del tutto, ma si è creato un panico assurdo perchè non è stata capita. Non è così grave perchè funziona, ma non è stata spiegata bene. Si è creato solo il lato negativo."

Ci sono restrizioni per il suo lavoro e come si sta trovando a svolgere la sua mansione?

"Al momento siamo a casa e aspettiamo. La ristorazione ha un crollo, soprattutto per quanto riguarda i locali italiani. Speriamo in dei sussidi dal Governo. Se ci aiutano noi possiamo stare qui in standby e poter avere i soldi per pagare l’affitto, che non è come a Reggio Calabria, qui costa molto di più. Dobbiamo avere la forza di resistere. Il mio lavoro è fermo ma l'attività sta tenendo aperto fino a quando non ci saranno delle nuovo normative. Inevitabilmente viene pochissima gente e con gli incassi non pagano nemmeno lo stipendio ad un operaio. Avere sette clienti, quando sei abituato a ben altra affluenza, è difficile e mi chiedo quanto possa convenire tenere aperto.

Io rimango con mi ha dato lavoro, ma se sono messo alle strette una decisione la dovrà prendere. Non credo ci voltino le spalle, ci aiuteranno. Non abbiamo ancora avuto comunicazioni, ma ora possiamo solo aspettare perchè altrimenti dove vai? Altro non si trova, adesso esci da una porta e un'altra la trovi chiusa."

Quanto è difficile vivere lontano da Reggio soprattutto in certe circostanze?

"Mentalmente è più difficile adesso perchè non sai mai come vanno davvero le cose. I familiari per non farti stare male non ti raccontano tutto. Ti senti come su una bilancia: vorresti tornare ma non puoi, pensi di rimanere ma anche di raggiungere i tuoi cari. È dura vivere lontano dalla mia Reggio. Ho fatto un gruppo su WhatsApp chiamato 'riggitani a Londra' così da tenerci tutti in contatto. Le origini non si possono dimenticare. Ho fatto questo salto tardi nella mia vita ma sono contento. La città manca sempre. Qui mi trovo bene, ma il mare è il mare. Tutto è diverso, la gente, vai in strada e non conosci chi ti cammina accanto."

Cosa pensa dei molti calabresi che nell'ultimo periodo hanno lasciato il Nord per scendere giù dalla famiglia?

"Qui a Londra noi abbiamo trovato il lavoro e non sputiamo nel piatto dove mangiamo. Staremo qui nel bello e nel cattivo tempo, però sono da capire quelli che hanno deciso di ritornare in Calabria. Ci sono delle circostanze personali e non si possono condannare tutti. Certo che se dovesse succedere la stessa cosa da dove sono io, finirebbe il mondo. La manovalanza è tutta straniera e ci sono molti italiani, anche medici e infermieri. Se questa gente decidesse di scappare adesso e raggiungere i propri cari sarebbe davvero la fine, anche perchè sono tutte a contatto con il pubblico. Io ho scelto di rimanere a Londra e poi siamo in tanti dall'Italia."

Si sente di dire qualcosa alla sua terra, alla sua Reggio?

"Speriamo bene per tutti. Oggi vicino casa mia ho visto un albero fiorito, domani lo pubblicherò sui social per l'inizio della primavera e mi auguro possa essere un simbolo di rinascita.

Abbraccio forte i reggini, mi conoscono in tanti e sanno che mi sono fatto valere anche a Londra portando sempre in alto non solo il mio nome ma anche quello di Reggio. Nomino sempre la città e ne vado fiero a testa alta. Sono stato a Malaga per creare una maschera di pizza al carnevale e mi sono presentato come 'Giorgio Riggio da Reggio Calabria', le origini non si dimenticano mai e io ne sono orgoglioso. Tanta gente mi dice di tornare ed è il mio sogno, mi ricordano con piacere.

L'emergenza Coronavirus è una situazione veramente brutta perchè le difficoltà economiche c'erano già e adesso hanno messo tutti in ginocchio. Io dico che possiamo farcela. Dobbiamo avere la forza di rialzarci. Io ho avuto un periodo nero e mi sono ripreso con sacrifici e coraggio. Abbandonare una città a 50 anni non è stato facile. Bisogna riuscire ad andare avanti perchè anche in un tunnel senza uscita il modo lo si trova. Ai reggini dico di non uscire perchè la cosa è veramente seria, tanto non sono arresti domiciliari.

C'è gente che ha i soldi da parte e chi no e ci si deve aiutare tra noi e verso il prossimo. Dobbiamo anche far lavorare le forze dell'ordine, gli infermieri e i medici che stanno facendo veramente tanto. In bocca a lupo a tutti i reggini, ai miei paesani e anche a noi qui da lontano che ne abbiamo bisogno. Non è facile in un clima di tensione e quando si hanno sempre brutte notizie anche dall'Italia, ma stiamo a casa e torneremo a splendere come prima. Fuori dalla finestra di casa mia ho messo un cartellone con la scritta 'Ce la faremo' e dopo, altri italiani miei vicini di casa mi hanno copiato, meglio così. Ci riusciremo."

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