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Cronaca

Donazione organi, Laurendi: la famiglia ringrazia il Gom

Una lettera per i sanitari che hanno assistito, amorevolmente, il giovane Diego fino alla fine e durante l'espianto

Sono passati ancora pochi giorni dalla tragica morte di Diego Laurendi e la donazione degli organi che i familiari hanno deciso subito dopo il decesso. Adesso, dimostrando ancora una volta grande forza, hanno preso carta e penna per ringraziare, loro, il Grande ospedale metropolitano. Così scrivino:

“Non ci sono parole”. Abbiamo sentito e letto questa frase centinaia di volte in questi giorni. Giorni pieni di dolore, tristezza, sconvolgimento. Si possono mai trovare parole giuste da dire a dei genitori che hanno perso il loro figlio più piccolo? Che parole si possono trovare quando un fratello e quattro sorelle perdono il più piccolo di casa, compagno di giochi dei loro figli? Quali parole possono far comprendere l’agonia di non potersi più perdere tra le sue braccia? Eppure, in questa tragedia, per noi un barlume di conforto c’è stato: il reparto di rianimazione dell’ospedale GOM. Lo stesso reparto che aveva riportato alla vita, qualche anno prima, una delle nostre sorelle".

"Determinazione, devozione, attaccamento alla vita, rispetto per il dolore altrui sono solo alcuni degli aspetti che contraddistinguono il loro lavoro quotidiano. Sono degli angeli in divisa di cui ti fidi totalmente e a cui affidi un PEZZO ENORME del tuo cuore. Gli stessi angeli che tentano il 1000 per cento per ridarti quello stesso pezzo strappato via dalle mani con tanta violenza. Quegli angeli che curano il tuo TESORO come fosse il loro e che ti preparano con lieve disagio, eccezionale professionalità e discrezione alla sua definitiva partenza. Quegli angeli che ti abbracciano nel momento più: disperato; quell’attimo in cui il cuore reagisce in modo inaspettato, oltrepassando gli insegnamenti dei tuoi genitori e il tuo modo di essere, e lasciandoti sprofondare nel dolore più assoluto. Quegli angeli che ti accompagnano mano nella mano da tuo fratello per salutarlo, per dargli quello straziante ultimo saluto e che lo chiamano DIEGO con affetto perché lo conoscono e lo rispettano. Angeli pazienti che, nel rispetto del loro lavoro, hanno fatto il possibile per aiutarti a sopportare e metabolizzare l’impossibile. Vogliamo citare alcuni di loro per poterli ringraziare propriamente. Il primario dottor Macheda e il suo staff, il blocco operatorio, il dottore Labate Demetrio, coordinatore ospedaliero per il trapianto di organi ed il dottore Mancini coordinatore trapianti della regione. Il vostro lavoro ci ha dimostrato che, in questa nostra terra troppo spesso criticata e considerata sterile, esistono veri diamanti".

"E un altro grande pensiero va a quel piccolo ma grande angelo in camice bianco con i capelli dello stesso colore, che noi abbiamo la fortuna di chiamare  “zia Seri”. Colei che ha sopportato le nostre richieste e pazzie. Colei che ha mentito per e con AMORE. Non ha lasciato nostro fratello un attimo dal pronto soccorso fino alla fine. Anche in quel devastante e totalizzante ultimo atto di generosità. Lei che lo ha visto nascere, lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio non facendogli mai sentire la mancanza della sua famiglia. Una grande e bella famiglia che non sarà mai più la stessa. La famiglia di Diego Laurendi che, per un triste disegno divino, non ha potuto ricevere un miracolo. Tuttavia, un miracolo è potuto avvenire, anche e soprattutto grazie all’aiuto di questi angeli. Il miracolo della DONAZIONE.

Non ci sono parole per ringraziarvi. Speriamo che il nostro sincero e sentito “Grazie” possa essere un buon inizio".

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