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Cronaca

Elezioni comunali, Davi: "Istituzioni non più credibili, se non si tornerà a votare"

Secondo il massmediologo ed ex candidato a sindaco di Reggio Calabria: "Si agisca, e lo si faccia presto, nell’interesse dei cittadini"

Non si placano le reazioni e i commenti dopo la brutta vicenda che ha coinvolto la città in seguito all'inchiesta della Digos e della Procura sui presunti brogli alle consultazioni comunali di settembre.

"Per una volta possiamo dircelo con sincerità. La colpa non è solo di Antonio Castorina ma di uno Stato un pò superficiale e pasticcione che non ha saputo minimamente tutelare la ‘sacralità’ di un momento chiave della democrazia, quali sono le elezioni di un comune importante come Reggio".

E' quanto afferma il massmediologo Klaus Davi che aggiunge: "Una approssimazione disarmante se si pensa che le istituzioni continuano - a ragione -  a ricordarci che la nostra è una terra difficile. Potrei fare un lungo elenco di nomi di autorità che hanno sciorinato tutto il loro moralismo verbale nelle varie sedi antimafia in merito al dover essere ‘vigili’ e non ‘complici’ in queste lande, ma lasciamo perdere.

Fossi il ministro degli Interni (che qui non viene mai...) sarei il primo a dire ‘torniamo al voto, la fiducia nelle istituzioni è minata”. Le istituzioni lo dovrebbero fare proprio in nome della peculiarità di queste terre; esposte agli appetiti di Ndrine e malaffare diffuso, appetiti che non sono stati contenuti né prevenuti, come si è visto. La facilità disarmante con cui alcuni soggetti sono a riusciti a infiltrarsi nel delicato meccanismo elettorale lascia di stucco. Tutti possiamo sbagliare, ma lo Stato non può voltarsi dall’altra parte. Su queste elezioni ‘porcata’ non andava messo il sigillo dello Stato (l’abbiamo detto e ripetuto ma qualcuno ci ha dato pubblicamente degli incompetenti.)". 

Davi continua "bisogna dire grazie alla Procura della Repubblica per la rapidità e la precisione con cui ha agito, ma ora a mio avviso il ministro dovrebbe battere un colpo ed rimediare al pastrocchio. Sarebbe grave che le istituzioni locali e nazionali facessero finta di nulla, dopo quanto successo.

A che titolo potrebbero parlare di lotta alla ‘ndrangheta nelle prossime conferenze o interviste o spesso inutili liturgie antimafia? Con quale coraggio e autorevolezza potrebbero fare appelli al ‘popolo’ esortandolo combattere l’‘omertà’ o a ‘denunciare’? Molto più aberrante, perniciosa e corrosiva sarebbe l’omertà delle istituzioni, di quella alimentata dalla Weltanschauung ndranghentistica. Si agisca, e lo si faccia presto, nell’interesse dei cittadini".

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