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Cronaca

"Rimarrò per strada a morire di freddo": arriva lo sfratto, madre disperata tenta il suicidio

Il caso è stato portato agli onori della cronaca dall'associazione Un Mondo di Mondi che ha rivolto un appello all'amministrazione comunale per una tempestiva risoluzione

Grida e chiede di poter entrare a casa per dare da mangiare ai sei gatti rimasti chiusi dentro. E' visibilmente agitata e in ansia, Adele Ferraro, pensa ai suoi amici a quattro zampe e alle condizioni del figlio diabetico, che questa mattina è stato trasportato al pronto soccorso per una crisi ipoglicemica.

La signora Adele non ha intenzione di muoversi da via Cardinale Portanova, dove c'è la sua casa: “Rimarrò per strada a morire di freddo, ma di qui non mi muovo”. Destinataria di uno sfratto esecutivo per morosità incolpevole, la sua storia è stata portata agli onori della cronaca nei giorni scorsi, grazie all’appello fatto dall’associazione Un Mondo di Mondi che, da anni segue il ‘calvario’ di tanti cittadini reggini in attesa dell'assegnazione di un alloggio popolare.

Lo sfratto, già rimandato una volta per il tentato suicidio della signora, è stato fissato per questa mattina. E anche oggi la signora Adele ha tentato, nuovamente, per la disperazione, di togliersi la vita, come riporta Giacomo Marino referente dell’associazione: “L’abbiamo trovata con l’ago di una siringa piena di insulina nel braccio. Abbiamo scongiurato il peggio per miracolo”.

Vedova da molti anni, Adele ha solo un figlio, Emanuele, e i suoi fidati gatti. Non può permettersi un appartamento e, come molti, da tempo aspetta l’assegnazione da parte dell’amministrazione di un alloggio adeguato alle sue problematiche. I diversi appelli, fatti attraverso manifestazioni, comunicati, non sono serviti a far sbloccare la situazione di stallo che si sta registrando nelle stanze di palazzo San Giorgio. 

“Il Comune - dichiara Adele Ferraro - mi ha proposto di andare in una struttura di accoglienza per sole donne, per i primi giorni. Ma io non mi muovo da qui. Piuttosto vado ad occupare uno dei tanti appartamenti abbbandonati che si trovano in queste zone, come hanno fatto già altri, ma mi hanno detto che non lo posso fare.

Allora rimarrò qui e aspetto di morire di freddo. Gli alloggi che il Comune vuole assegnarci sono fatiscenti, perché non li controllano nemmeno, non ho i soldi per l’affitto, figuriamoci per sistemare una casa, in più non posso spostarmi, perchè mio figlio è agli arresti domiciliari e cambiare zona, diventa per me, ancora più difficile”.

"All’amministrazione vorrei solo dire che fanno schifo, sono dei mafiosi legalizzati". E' senza freni la signora Ferraro, esasperata da una situazione davvero difficile, "Mi scuso per le volgarità ma sono stata cacciata di casa con l’inganno, stavo andando a vedere come stava mio figlio, portato via in ambulanza, e mi hanno requisito le chiavi”.

La situazione è concitata, a nulla servono le parole di Giacomo Marino e della dirigente del comune ai servizi sociali Amato che invitano la signora Adele alla “calma ed ad accettare la sistemazione offerta dal Comune”.

Nei giorni scorsi, ribadisce Marino, “abbiamo cercato di ottenere un colloquio con la nuova dirigente del settore, la dottoressa Squillace, ma non ci ha voluti ricevere. Adesso, la sola preoccupazione è impedire che Adele faccia nuovamente sciocchezze. Il problema è che gli alloggi ci sono, comprendiamo i cambi di competenze, ma i casi di emergenza dovrebbero essere affrontati con altre procedure. A cosa può servire aver costituito una commissione apposita se non per gestire i casi di grave emergenza abitativa, come appunto gli sfratti esecutivi?"

Sulla disponibilità degli immobili, Marino incalza "in realtà non mancano nè gli alloggi confiscati ne quelli di edilizia residenziale pubblica. Tanti sono i beni confiscatii che il Comune da tempo lascia vuoti, in quanto non provvede ad assegnarli  come dovrebbe alle famiglie che ne hanno diritto. Alcuni sono stati persino occupati senza titolo". 

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