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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il racconto / Centro / Corso Giuseppe Garibaldi

Tra ricordi e commozione, il ritorno della processione scatena l'effetto nostalgia

Le emozioni del popolo di Maria, che nell'incontro con la Sacra Effigie vuole rievocare il passato contro un presente difficile

Un tuffo nel passato, la grande gioia solcata da inattese onde di malinconia a tradimento. Sono stati soltanto due anni senza tutto questo - la Vara, il sudore e la forza dei portatori, i battiti di mani e le acclamazioni di una folla libera di esprimere la sua devozione carnale e illimitata verso la Madonna - ma sembra trascorsa una vita intera.

Così la ritrovata processione della festa post Covid si trasforma in un'operazione nostalgia. E' come rincasare nella terra natia dopo un lungo esilio e cercare conferma delle proprie memorie, per vedere che sono ancora lì, intatte, al loro posto. Il suono della campanella nelle soste è un lancinante colpo al cuore. Nella mente il pensiero va a quei cari che gridavano "viva Maria" e oggi, strappati via da questi due anni di lutti, non ci sono più a vedere l'Effigie restituita al popolo. 

I venditori di palloncini sono sempre uguali, i soggetti dei giocattoli immarcescibili e un po' anacronistici. I bambini vogliono davvero ancora Topolino e i Pigiamini? Una piccoletta fa i capricci chiedendo al papà un fenicottero, ma nei mazzi che ondeggia nella piazza del Duomo ci sono pure personaggi di una triste lista nera dei tempi di guerra e restaurazione, la russa Masha e la Peppa Pig arcobaleno. Verrebbe quasi da comprarli per protesta, ma con i bambini non si può, decidono a gusto loro.

I carrelli degli ambulanti con le bevande ghiacciate a mollo nelle bacinelle a qualcuno rievocano marche d'antan come la storica acqua Pejo, altri ancora si scambiano ricordi sui carri allegorici che sfilavano sul corso. L'ultima volta già non c'erano più da almeno trent'anni ma chi ne parla lo racconta come se fosse un rimpianto recente. C'è voglia di tradizione, di ritrovare un senso. Il ritorno della Patrona è un bagno nella bellezza di una Reggio scomparsa, che alla Madonna, nella sua immensa potenza d'amore, chiede di essere salvata da un declino inesorabile. Peggiore di quello causato da sismi e calamità perché malessere delle anime, disillusione e sfiducia. 

IMG_20220910_104415-2Davanti alla Cattedrale c'è Salvatore Tomasello, portatore di lungo corso, (nella foto), che ha festeggiato 43 anni con il fazzoletto amaranto al collo. "Rimetterlo è stata una grande emozione, questo giorno lo abbiamo aspettato tanto". E' qui per partecipare alla volata finale della Vara, a cui non rinuncerà come è stato invece costretto a fare per la parte più impegnativa del percorso. "Sono stato operato cinque mesi fa - spiega - e non potevo sostenere lo sforzo, avrei corso un rischio e so che la Madonna questo non lo vuole. Ho fatto alcune delle prime tappe e ora la porterò in Cattedrale".

Premiato per l'appassionato servizio di portatore oggi si fregia della nomina di presidente onorario dell'associazione e sogna di avere come successore l'adorato nipotino, che ieri sera ha salutato l'Effigie insieme a lui al Santuario. "Il nostro non è un compito facile - dice - bisogna sentirlo dentro, averlo nel cuore. Il trasporto della Vara ma anche la stessa processione devono essere guidati dalla fede... mi capita di vedere persone che lo fanno per esibizionismo ed è sbagliato. Oggi sul corso vedo tanta gente ma i reggini sono tristi. E' un momento duro, con questa crisi molte famiglie sono vicine alla fame, la città è stata abbandonata dalle istituzioni e siamo ormai al limite".

Al passaggio della Consolatrice si rinnovano gli applausi e i segni di croce, le lacrime rigano i volti dei devoti, ognuno ha un dolore da affidare alla Vergine. Alle fermate, chi è riuscito ad avvicinarsi alla Vara porge alla Madonna i bambini dagli occhi puri e le mani curiose, invitandoli a toccare la preziosa immagine.

E' un prato di braccia alzate per filmare il Quadro dai cellulari e i corpi sono stretti l'uno all'altro, ammassati sotto il sole cocente. Ma la paura del virus non è passata, almeno non per gli anziani. Una signora dai capelli bianchi si sfoga: "Nessuno ha la mascherina. Eppure in televisione avevano detto che si raccomandava prudenza... invece ognuno fa come vuole".

Forse non è incoscienza ma umanissimo bisogno di dimenticare anni di solitudine e angosce, immaginare che dove c'è la Madonna tutto quello è successo si azzera e non potrà più farci male. Ci si confida tra estranei, uniti dal comune status di figli della Vergine. La processione è anche gossip cittadino e leggende metropolitane di cui parlare con i parenti, circola il piccolo giallo della rottura di una stanga della vara, sostituita all'ultimo minuto. 

Processione Madonna Consolazione Corso 03_2022-2

I giovani, immuni dall'effetto spleen del passato, sono entusiasti. C'è finalmente vita sul corso e ci si può adagiare in quel limbo di sospensione tipico delle feste popolari, dove lo zucchero filato e le forme familiari delle 'nzudde allontanano dalla rincorsa dell'età adulta, ma di generazione in generazione si rinnova il sussulto d'indipendenza: i genitori si lasciano a distanza per passeggiare con gli amici. 

IMG_20220910_115830-2Selene e Antonio, sedicenni di Palizzi, non avevano mai visto la festa patronale. Lei vive a Reggio da poco e ha la curiosità e la timidezza delle esperienze nuove: "E' stato molto bello vedere la felicità della gente al passaggio della Madonna. Non sapevamo della processione, è stata una sorpresa, si capisce che c'è una grande fede". 

IMG_20220910_123208-2Leonardo, Alice e Alessandra sono scout del Duomo, fanno parte del gruppo Reggio 1, come sottolineano con orgoglio. Lui 21 anni, le ragazze entrambe 18, sono felici di aver accompagnato la Madonna. Impazienti come richiede la loro giovinezza vorrebbero di più, cioè il completo ripristino dell'organizzazione ordinaria. "Purtroppo - dice Leonardo - non è stato possibile per tutti i gruppi stare insieme dentro la Cattedrale come avveniva in passato, credo che sia stato deciso per motivi di sicurezza. Era un bel momento di unione e socializzazione che speriamo torni al più presto". 

"La processione è sempre un'esperienza forte - aggiunge Alice - ed è bello vedere la partecipazione della gente, questo movimento. E' davvero una città in festa". Ragazzi spensierati ma che non perdono di vista il buon senso, forse pensando ad alcuni episodi di aggressività che nel centro cittadino hanno riguardato giovani poco più che loro coetanei. "In questi giorni - commenta ancora Leonardo - ci sarà confusione ed è giusto che sia così, però speriamo che non dia occasione a qualcuno di creare disordini. La festa per noi credenti è fatta di fede, ma l'atmosfera in città deve essere distesa e piacevole per tutti, anche per chi viene qui attratto dalle bancarelle e per trascorrere serate di svago".

L'ingresso della Santa Madre in Cattedrale diluisce la folla. E' l'ora del momento più intimo della preghiera, delle visite all'Effigie che si avvicendano sulle scalinate del Duomo. Scampoli di una tradizione che fluttua tra racconti vintage e incursioni contemporanee come i manifestini di una "Mary jam session" musicale e le offerte di sushi box dedicati, alternativa ai non consumatori di carne in un panorama monopolizzato dalle caddare, allestite al termine della processione. Una bomba proteica only the brave, viste le temperature roventi, ma si sa, frittole e salsiccia vanno onorate per ritualità obbligatoria.

Processione Madonna Consolazione duomo 2022-2

Il fallimento (annunciato) del villaggio gastronomico del satizzo

Come scrisse Tomasi di Lampedusa, bisogna che tutto cambi perché tutto resti come prima, una verità meridionale che a Reggio si è avverata con il fallimento (annunciato) del villaggio gastronomico del satizzo, a cui hanno aderito in pochissimi rendendo inutile l'allestimento dell'area.

Si continuerà a mangiare in giro per la città e il pugno duro dell'amministrazione, che ha annunciato multe a tappeto per gli abusivi, non scalfisce questa scelta di caotico precariato degli stand volanti. Non è chiusura alle novità né genetica inclinazione al far west, semplicemente molti non ce l'hanno fatta a far entrare nel bilancio anche questa spesa inedita, introdotta a gravare su un'occasione straordinaria di lavoro e guadagno. Durante il corteo c'è però clemenza per qualche tagliando dei parcheggi scaduto, chi è andato ad festeggiare Maria è giustificato e questa volta si chiude un occhio.

La festa chiede una pausa dalle preoccupazioni per un futuro che fa paura, l'abbandono totale al sollievo della Madre della Consolazione. La festa è l'indistinto odore di olio fritto e sugna e i fumi pregni di zucchero, che le narici avvertiranno a lungo anche dopo la fine delle giornate canoniche e sarà un talismano emotivo di coraggio per i tempi duri. 

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