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Bombardieri: "Intercettazioni insostituibili contro la 'ndrangheta"

Il procuratore reggino, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha fissato in oltre 13 milioni di euro i costi sostenuti per coprire i costi utili alle finalità di intercettazione

Ammonta a oltre dodici milioni di euro la spesa dell’ufficio di procura reggino per coprire i costi relativi alle intercettazioni. Un costo elevato sopportato per dare riscontro a oltre 13 mila decreti di pagamento, con la voce più alta che è quella relativa al noleggio per gli apparati utili alle finalità di intercettazione.

E’ questo quanto si evince dalla relazione presentata dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, nell’ambito della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si è tenuta, ieri mattina, presso la scuola allievi carabinieri “Fava e Garofalo”.

Le intercettazioni, per Giovanni Bombardieri, costituiscono “un imprescindibile strumento investigativo” in un territorio che soffre per la pervasiva presenza della ‘ndrangheta che rappresenta un “pericolo sempre maggiore di penetrazione nel tessuto sociale”.

Una capacità di penetrazione che, secondo il capo della procura reggina, è stata ingigantita dal periodo pandemico e che sta facendo della ‘ndrangheta "l’emergenza criminale più grave del nostro Paese”.

E per questo il distretto giudiziario di Reggio Calabria ha bisogno della massima attenzione da parte dello Stato, che “deve avere come conseguenza concreta un complessivo potenziamento di tutte le strutture che contrastano tale pervasivo fenomeno criminale”.

Per Bombardieri: “La risposta istituzionale a un fenomeno criminale di così imponente portata – prosegue il magistrato – deve essere, conseguentemente, la più seria ed efficace possibile. Per tali motivi, già negli anni passati è stata segnalata l’impellente e improcrastinabile necessità di un maggiore investimento in forze di polizia giudiziaria, che consenta di dare seguito, sistematico, senza soste e senza interruzioni, alle operazioni giudiziarie che, pure, continuano a indebolire e a minare la forza della ‘ndrangheta”.

Un potenziamento ritenuto “impellente ed improcrastinabile”, in un territorio dove la ‘ndrangheta si maschera, sino a ricorrere a “mascheramenti massonici” per coprire le proprie forme, si infiltra nell’economia, insinua le istituzioni, si fa stato sociale, gode della copertura di quella che il procuratore Bombardieri definisce “una diffusa ipocrisia sociale” per diventare sempre più potente ma che, però, inizia a registrare delle falle nella “tradizionale impermeabilità”. Crepe che sono state aperte dai collaboratori di giustizia, il cui numero è in costante crescita nel distretto di competenza della Dda reggina, e dal coraggio di tanti testimoni di giustizia.

Un potenziamento che dovrebbe riguardare non solo la polizia giudiziaria ma anche le intercettazioni, verso l’uso delle quali la procura reggina si sta mettendo in evidenza per l’applicazione di un risparmio sui costi “senza perdere di vista il prioritario obiettivo di contrasto al crimine”.

Per Giovanni Bombardieri, infatti, “I sodalizi criminali attivi nella provincia di Reggio Calabria hanno da tempo raggiunto una posizione di predominio assoluto sia a livello nazionale che internazionale, nel settore del traffico di sostanze stupefacenti”. 

Nel periodo preso in esame nell’ambito della relazione presentata ieri alla caserma “Fava e Garofalo”, i sequestri di cocaina nel porto di Gioia Tauro hanno raggiunto livelli mai visti prima, con carichi sempre occultati all’interno di container provenienti dal Sud America. Tale tendenza criminale trova anche riscontro nella collaborazione di questa Direzione distrettuale antimafia che viene negli ultimi tempi, sempre più, sollecitata dalle autorità giudiziarie di altri Paesi, europei ed extraeuropei, a collaborazioni investigative.

“Anche quest’anno - ha detto Bombardieri - numerose e rilevanti sono le esperienze di questo ufficio nella cooperazione internazionale nella lotta alla ‘ndrangheta, ed in tale ambito ha trovato conferma il grande sforzo compiuto da Eurojust nel coordinamento tra le autorità giudiziarie di vari Stati europei ed anche con stati extraeuropei”.

Il procuratore capo, infine, si è soffermato sull’analisi del fenomeno mafioso in riva allo Stretto: “La ‘ndrangheta dispone di un’allarmante capacità di diventare soggetto incluso e inclusivo nella classe dirigente reggina, in linea con la sua notoria tendenza ad individuare piani e spazi di interlocuzione con le istituzioni ed i principali soggetti economici e sociali della città”.

In un contesto, questa la chiosa del procuratore Bombardieri, in cui “molti sapevano ed in cui la maggior parte faceva finta di non saper, di non capire o si disinteressava a comprendere, illudendosi, così, di poterne rimanere fuori”.

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