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Il docufilm sul genio della moda

Nel film di Calopresti il ritratto di Franca Versace, "madre e donna moderna"

Aspettando novità positive sull'anteprima del docufilm, l'attrice Vera Dragone racconta il personaggio della madre del grande stilista

“Quello che è successo ci ha lasciati sbalorditi, siamo molto dispiaciuti. Ma si è anche creato interesse attorno al film… neanche avessimo ingaggiato un’agenzia di marketing, adesso tutti vogliono vederlo!” Vera Dragone, attrice che interpreta la madre di Gianni Versace nel docufilm “L’imperatore dei sogni” di Mimmo Calopresti, commenta così la vicenda dell’invito ritirato dalla Festa del Cinema di Roma, dove in questi giorni sarebbe stata in programma la presentazione dell’opera con un evento da red carpet esclusivo organizzato da Calabria Film Commission.

Dopo il dietrofront di Roma, il film potrebbe approdare al festival di Torino 

Indiscrezioni ancora non ufficiali parlano però di un debutto rimandato soltanto di poco, perché il film sul grande stilista reggino potrebbe essere presentato a novembre nella 41esima edizione del Torino Film Festival. Dopo il caso Roma, arrivato come un fulmine a ciel sereno a poche ore dall'invito alla manifestazione, il cast si è stretto attorno al regista, e Dragone aggiunge: “Davvero nessuno ha capito quali siano le cause del comportamento di Santo Versace, anche perché il film era stato visto dai dirigenti di Minerva e dalla direttrice artistica della Festa di Roma, ed era piaciuto. Ma capisco anche una decisione forse presa dal festival per non creare una contrapposizione con la famiglia Versace, che poi danneggerebbe il film stesso”.

L’attrice (nipote d’arte del regista Vittorio De Seta) ha un ruolo centrale nel docufilm, quello di Franca Olandese, sarta e imprenditrice capace di intuire precocemente il talento del figlio e incoraggiarlo a realizzare le sue aspirazioni. “E’ un personaggio bellissimo – dice – una madre che vede una luce, qualcosa di speciale nella natura del figlio, e lo aiuta ad esprimersi sostenendolo in tutte le sue scelte. E’ quello che deve fare ogni genitore e io mi sento molto vicina a lei, avendo un bambino di 7 anni che valorizzo nella sua creatività e le inclinazioni personali. Penso che questo sostegno sia alla base del rapporto tra genitori e figli”.

Il personaggio cruciale di Franca Versace raccontato dall'attrice Vera Dragone

Franca fu anche una donna emancipata ante litteram, atipica nel contesto di una città del Sud negli anni Sessanta, dove ogni differenza dagli schemi sociali noti era un azzardo, quasi una rivoluzione. “E’ stata - continua Vera Dragone - un’imprenditrice di successo con il suo marchio che divenne un nome apprezzatissimo a Reggio per la qualità dei materiali e delle linee della sua sartoria. La dinastia di moda dei Versace parte dalla sua idea e grazie al suo carattere determinato”.

Vera Dragone sul set (foto Instagram)

Nella parte fiction del docufilm rivivono le atmosfere vintage di una Reggio Calabria bella e gentile nelle immagini affascinanti dei palazzi storici, il teatro Cilea e il lungomare, e con un’accurata ricostruzione d’epoca anche nei costumi. Vedremo Franca con abiti dalla vita stretta e le gonne ampie, raffinatissime chiome raccolte, cappellini e rossetti dalle tinte forti, ma anche le iconiche divise rosse delle commesse della boutique Versace. “E’ stato un salto indietro nel tempo”, ricorda l’attrice. In quegli anni si muoveva con grazia e ferrea volontà la madre del futuro genio della moda, figura femminile intensa e forte a cui Mimmo Calopresti ha voluto regalare un’introspezione più profonda rispetto al padre (interpretato da Pietro Clemensi). E’ lei il perno della famiglia, e dei tre figli (Gianni ovvero Leonardo Maltese; Antonio Oppedisano nel personaggio di Santo; e Clio Calopresti, figlia di Mimmo, come Donatella) destinati a percorrere strade di successo. “Franca – continua l’attrice –mantiene compatto il nucleo familiare nonostante le diverse personalità dei figli, ed esprime una dualità tra i valori tradizionali in cui crede e il suo essere una donna all’avanguardia”.

"Calopresti grande autore, sa quello che vuole e sul set è facile affidarsi a lui"

L’esperienza sul set di Mimmo Calopresti è raccontata dall’attrice con entusiasmo: “L’ho sempre ammirato ed è stata una grande opportunità professionale per me”. Nelle scene girate a Reggio, come la maggior parte del film, si respirava un clima sereno: “Mimmo ha un modo di lavorare molto naturale, che mette gli attori a loro agio ma sa bene cosa fare e quello che vuole, rendendo facile affidarsi a lui. Le riprese diventano come un puzzle dove pian piano ogni tessera trova il posto giusto, dando vita a un prodotto artistico collettivo ma che il regista aveva già chiaro”.

Per questo chi ha lavorato su questo set esclude che le divergenze tra Calopresti e Santo Versace riguardino il docufilm in sé. “Calopresti è un grande autore – dice Vera Dragone – e affermare questo sarebbe lesivo della sua immagine, anche perché il regista è stato sempre disponibile al dialogo con Minerva. Noi non sappiamo i motivi, ma penso possa essersi trattato di un disaccordo tre le due produzioni. Abbiamo messo grande amore in questo progetto e ora vorremmo farlo vedere al pubblico al più presto”.

Il cast sorpreso dalla divergenza con Versace: "Film sul talento di Gianni"

Potrebbe accadere a novembre nel Torino Film Fest di Steve Della Casa, critico cinematografico legato da amicizia a Calopresti e alla sua ultima direzione del festival prima del passaggio di consegne con il successore Giulio Base. “L’imperatore dei sogni” però resterà così com’è ora: il regista di Polistena ha detto chiaramente che lo considera un lavoro definitivo, diversamente da quanto sostenuto da Gianluca Curti, ad di Minerva, per il quale sarebbe invece non pronto. Tra l’altro Mimmo Calopresti ha già accolto la richiesta di alcune modifiche, tra cui il titolo dal quale è scomparso il nome dei Versace.

Come sede di anteprima, Torino sembra trovare d’accordo anche Santo e forse finalmente la controversia potrà essere risolta. L’imprenditore e politico non è però soltanto il produttore al 50% del docufilm, nel quale, soprattutto, si parla della sua famiglia. L'inattesa reazione vedendo l’opera potrebbe essere legata a motivi privati, ad esempio portando sullo schermo eventi che Versace avrebbe preferito non vedere? “Il film si concentra sul talento e la personalità di Gianni – conclude Vera Dragone – e altri temi sono molto marginali. Ma quando si affrontano fatti legati alla famiglia è sempre un terreno delicato, e può accadere che si tocchino ferite rimaste ancora aperte”.

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