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Sindacati sul piede di guerra

Lactalis, niente tavolo di crisi al ministero: continua la lotta

L'azienda va avanti sulla chiusura e annuncia che è disponibile ad un progetto di reindustrializzazione per lo stabilimento reggino

Nulla di fatto per il tavolo romano della crisi aziandale della Lactalis. L’incontro tra le organizzazioni sindacali e la dirigenza della Nuova Castelli, di proprietà della multinazionale francese Lactalis, convocato al ministero per lo Sviluppo, ha confermato la volontà dell'azienda di procedere con la chiusura dello stabilimento reggino. 

Il Mise, nel coordinare l’incontro, ha comunicato che, a seguito di recenti disposizioni interne, non può convocare il tavolo di crisi richiesto dalle organizzazioni sindacali, mettendo comunque a disposizione delle parti tutte le competenze in capo al ministero, compresa la disponibilità del ministero del Lavoro.

Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato contrarietà ad una procedura, solo recentemente adottata dal ministero, che rischia di frammentare la vertenza nazionale e hanno ribadito che ricercheranno costantemente il ruolo guida delle istituzioni centrali, avendone sperimentata più volte l’importanza. 

Il progetto di reindustrializzazione

Niente tavolo nazionale, quindi e il Mise ha invitato ad un approfondimento di merito da realizzarsi però a livello periferico. L’azienda, nel ribadire la chiusura degli stabilimenti di Reggio Calabria e di Ponte Buggianese nonché gli esuberi nello stabilimento di Santa Rita, ha comunicato, su sollecitazione del Mise, la disponibilità ad individuare ogni strumento possibile per ridurre l’impatto sociale, compresa l’adesione ad un possibile progetto di reindustrializzazione per il sito di Reggio Calabria. 

Dunque si prospetta la vendita del sito di San Gregorio dove il caseificio Alival dà lavoro a 79 persone per scongiurare la fine già annunciata da Nuova Castelli lo scorso aprile, quando ha reso pubbliche le intenzioni di chiudere il caseificio Alival di San Gregorio, unitamente a quello di Ponte Buggianese, entro il primo trimestre del 2023. 

Il coordinamento sindacale

Fai Flai Uila non si arrendo e hanno ribadito la necessità di un tavolo unico nazionale, alla presenza delle rappresentanze, delle strutture territoriali e delle Istituzioni regionali, affinché ci sia la più ampia partecipazione e contributo di tutti i soggetti coinvolti, indispensabile per garantire la continuità produttiva ed occupazionale, che resta l’obiettivo principale da perseguire.

E fanno sapere che nel pomeriggio del 13 giugno sarà convocato il coordinamento sindacale per fare il punto sulla vertenza e decidere le prossime mosse.

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