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Sabato, 27 Aprile 2024
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Dalla favola al declino, il Lido è "fragile": ecco gli esiti dei carotaggi

Da luogo del cuore e fiore all'occhiello di una Reggio bella e gentile ad ecomostro dalle mille insidie e pericolosità. Gli studi sulla struttura balneare più antica della città

Il 21 giugno si sa è il giorno dell'apertura della stagione più attesa dell'anno: l'estate. Ma per i reggini c'era una data ben precisa da tenere a mente e da cerchio rosso sul calendario: imperdibile. Nella città della Fata Morgana si aspettava con trepidazione, prima i giorni antecedenti la festa di Sant'Antonio e poi il 29 giugno. Nella solennità di San Pietro e Paolo, infatti, il glorioso lido comunale Genoese Zerbi apriva i cancelli ai bagnanti, e non solo, per l'annuale stagione dei bagni e dei divertimenti.

Chi li ha vissuti quegli anni non li dimentica. Il ricordo è vivido e resiste nei fotogrammi di una Reggio, veramente bella e gentile, che sognava e orgogliosamente viveva uno dei fiori all'occhiello della città, tra i profumi degli oleandri, il decoro, (oggi, questo sconosciuto), e l'eleganza, le onde limpide del mare nostrum, i tuffi dalla Rotonda, le vogate sui "mosconi", le cabine in legno e in  muratura, le passeggiate al chiaro di luna, la notte delle orchestre, i concorsi di bellezza e le attività culturali. "Quando calava la sera - scriveva Franco Cipriani - e si accendevano le luci, iniziava "l'altra vita", quella notturna, del Lido, nel dancing della Rotonda, dove giovani coppie indugiavano coi loro sogni".

Lido cartolina epoca 01-2Di quel luogo del cuore, di quella struttura, che porta il nome dell'ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, come scrive lo storico Agazio Trombetta nel libro "Reggio e il suo lido", che "permise ai cittadini non solo di fruire della bellezza e salubrità del litorale reggino, ma anche di disporre di un luogo ove si realizzasse il necessario incontro delle classi sociali da cui avrebbe dovuto nascere la "cittànuova", la "nuova Reggio"", nell'anno del Signore 2022, non resta più nulla! Solo i contorni di una cartolina fustellata che lascia il testimone alle tinte deturpate e scure di un ecomostro dalle mille insidie. La struttura è lì, fatiscente, priva di cura e ammantata di bruttezza mentre l'assuefazione ormai ha preso il sopravvento.

Tra il degrado e la sporcizia i reggini tornano dunque a vivere la struttura balneare e se lo scorso anno furono assegnate un centinaio di cabine adesso ecco che il Comune ha deliberato "di prevedere per l’esercizio 2022, un canone relativo alla concessione a terzi dell’immobile comunale “Torre Nervi” ed annesso servizio di gestione dello stabilimento balneare “Lido Comunale Genoese Zerbi” pari a € 111.000,00".  E' quanto stabilsice la delibera di giunta comunale, n. 110 del 13/06/2022.

Ancora una volta, dunque, a stagione estiva inoltrata ci si chiede cosa sarà del lido, una struttura balneare che dovrà essere ristrutturata. 

L'antico progetto

Il progetto del Lido comunale risale al 1957, occupa un’area di 28.500 metri quadri, tre piani di 480 mq ciascuno, 789 cabine poste in doppia fila su due piani, il “braccio” delle cabine nord più lontane dalla Rotonda risale allo stabilimento balneare degli anni trenta del Novecento.

Il Lido comunale di Reggio Calabria è stato progettato dall’ingegnere Pier Luigi Nervi. Ingegnere e poeta del cemento armato, Nervi ha brevettato sistemi costruttivi ed edificato grandi opere in tutto il mondo. Architetture strutturali, capacità di far sembrare leggero e plastico il cemento armato, poesia del dettaglio costruttivo, sono tra i cardini di questo protagonista che ha contribuito a superare i paradigmi del Razionalismo ed essere tra i fondatori nel 1945 a Roma dell’Associazione per l’Architettura organica. Nervi ha progettato anche il Teatro Augusteo di Napoli, lo stadio comunale di Firenze, il Palazzo delle esposizioni di Torino, la sala conferenze del palazzo Unesco a Parigi, il grattacielo Pirelli a Milano, il Palazzo dello sport a Roma, la stazione per autolinee al ponte G. Washington di New York.

Lo studio di fattibilità

Adesso, dopo tante attese e il parere della Sovrintendenza ecco che qualcosa si muove verso la ristrutturazione di questo stabilimento che è nel cuore della città e che può diventare anche il simbolo della rinascita di questo territorio. Una ristrutturazione conservativa, dunque, ma che guardi anche alla funzionalità. Così ecco che la giunta comunale, nella sera in cui vi è il solsistizio d'estate, alle 21,30 del 21 giugno, dunque, ha deliberato (delibera giunta comunale n. 121 del 21.06.2022) di approvare lo studio di fattibilità per l’intervento denominato “Riqualificazione dell’area urbana del Lido Comunale – Riqualificazione e ristrutturazione rendendo fruibile la struttura balneare del Lido,  dell’importo di complessivi € 823.331,88".  

Per la ristrutturazione ci sono anche anche altri fondi. Tra gli interventi compresi nel suddetto “Patto della città Metropolitana di Reggio Calabria” che dovranno essere realizzati dal settore “Grandi Opere e Programmazione LL.PP.”, infatti, risulta inserita anche la “Riqualificazione area urbana adiacente al Lido Comunale” , per un  importo finanziamento € 1.000.000,00.

Un degrado triste e infinito, le foto del Lido comunale nell'anno del Signore 2022

I carotaggi, l'analisi e la fragilità

Ingegneri e geologi incaricati di fare lo studio hanno eseguito i carotaggi e l'analisi del fabbricato e a maggio scorso hanno consegnato la complessa documentazione al Comune. Secondo quanto scritto il lido comunale è "fragile".

"I risultati qui analizzati - scrivono i tecnici - evidenziano un comportamento di tipo “fragile” caratterizzato sia dal prematuro collasso dei pilastri che delle travi. Questo tipo di comportamento, tipico delle costruzioni in c.a. datate, mal si sposa con le esigenze ingegneristiche delle strutture antisismiche. L’intervento con l’applicazione di rinforzi localizzati (ad esempio con confinamento in FRP) a gran parte degli elementi strutturali comporterebbero comunque medio-bassi aumenti di resistenza sismica tali da non consentire l’adeguamento ma il miglioramento così come definito al §8.4.2 delle NTC 2018.

Questo anche alla luce del problema della liquefazione che, se confermata in sede di approfondimento, limiterebbe a 0.1 g il valore della capacità limite di tutto il complesso. Le scelte su le fasi e la consistenza sugli interventi sono aspetti da affrontare in base alla reale esigenza di conservazione e importanza architettonica ed ambientale delle varie parti.

Vista l’importante necessità di utilizzare il complesso, che darebbe lustro a tutta la città, c’è da affrontare in maniera concreta, alla luce della prospettiva di un utilizzo di almeno altri 50 anni (vita utile dell’opera), le modalità e la necessità di conservazione dei vari corpi. Pertanto l’approfondimento delle indagini in corso in questa ulteriore sarà in grado di fornire i dati necessari alla redazione del progetto esecutivo strutturale sugli elementi indagati definendone le modalità e la necessità di intervento".

Il blocco E

Secondo quanto riportato nella relazione, il Blocco E "fu realizzato a partire dal 1984, anno in cui risale il progetto esecutivo (28 maggio 1984) redatto nel pieno rispetto del progetto generale Nervi, che prevedeva, a completamento, la costruzione di 146 cabine in prosieguo del corpo di fabbrica riguardante le cabine lato sud già esistenti. Strutturalmente si tratta di corpi di fabbrica a due livelli realizzati con una struttura intelaiata in c. a. costituita da pilastri e da travi ordite secondo due direzioni tra di loro perpendicolari cemento armato separati da giunti tecnici. Le fondazioni sono di tipo continue lineari costituite da travi rovesce in c. a. I solai sono misti in laterizi e cemento armato a nervature parallele, la muratura in mattoni forati e malta cementizia".

I Corpi E1 e E2

I risultati ottenuti dalle prime indagini evidenziano "due problematiche fondamentali che caratterizzano negativamente la vulnerabilità dei vari corpi, sia nei riguardi dei carichi d’esercizio, sia nei riguardi dell’azione sismica. Queste sono: il degrado del calcestruzzo e dell’acciaio dovuto alla corrosione; mancanza di staffatura adeguata.

Nei riguardi del degrado, essendo la costruzione esposta all’ambiente marino, sono presenti numerose zone in cui la corrosione è talmente avanzata da aver compromesso anche lo strato di calcestruzzo adiacente.

Dalle prove di compressione del calcestruzzo è stato evidenziato una notevole disomogeneità della qualità del calcestruzzo in termini di resistenza. Sono stati riscontrati valori medi intorno a 10 MPa del primo piano del blocco E.

Le analisi effettuate sono state condotte nell’ipotesi della rimozione dei corpi scala in quanto caratterizzati oltre che dal noto degrado, anche dal fenomeno del martellamento che, in particolare nelle stecche delle cabine induce movimenti di interazione reciproca tra i corpi adiacenti. Per le scale si valuta la completa rimozione e la nuova costruzione di un nuovo elemento considerando il distanziamento dei corpi contigui con un opportuno giunto tecnico da calcolare in fase di progetto esecutivo".

Le fondazioni

"Dai risultati dalle prove geotecniche e dallo stato dell’evidenza dell’integrità delle strutture, non sono presenti fenomeni di dissesto attribuibili a cedimenti delle fondazioni né fenomeni di ribaltamento e/o scorrimento della costruzione per effetto di condizioni morfologiche sfavorevoli o di modificazioni apportate al profilo del terreno in prossimità delle fondazioni né delle azioni sismiche di progetto, Anche se resta da approfondire, per le zone interessate dagli interventi, la possibilità del verificarsi del fenomeno della liquefazione, per la quale è necessario effettuare prelievi stratigrafici di carote di terreno da sottoporre a prove di laboratorio".

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