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Emergenza sanitaria

Medici cubani in servizio da lunedì, ma c'è ancora un caso sulla sanità

Si è concluso oggi il corso all'Unical e i professionisti caraibici inizieranno il loro servizio nella provincia reggina, intanto Report riapre il caso sulle cooperative

Sono finalmente pronti ad iniziare il loro lavoro negli ospedali della provincia reggina i 51 medici cubani reclutati dalla Regione Calabria per sopperire al grave deficit di organico della sanità pubblica. Oggi per i professionisti caraibici è stato l'ultimo giorno di lezione all'Unical di Rende, dove hanno svolto due settimane intensive di studio della lingua italiana, oltre a prepararsi per il servizio nelle strutture sanitarie italiane e alle ovvie differenze con il loro paese. 

Come ci era già stato anticipato da Lucia Di Furia, commissaria dell'Asl di Reggio, i medici (primo contingente di quello complessivo richiesto dalla Regione) saranno destinati agli ospedali di Melito Porto Salvo (9 unità), Gioia Tauro (10), Polistena (16) e Locri (16). Sono tutti specialisti in vari servizi, con priorità numerica per medicina generale, terapia intensiva e pronto soccorso, ma anche cardiologia, ginecologia e ostetricia, ortopedia e traumatologia, chirugia, medicina fisica e riabilitazione, pediatria, radiologia. Da lunedì ci sarà una prima fase con l'affiancamento del personale locale, come avviene per gli specializzandi. Il motivo non è legato alla loro preparazione, di alto livello e riconosciuta anche fuori da Cuba, ma alla necessità di farli ambientare nelle nostre strutture. 

Mentre si aspetta questo debutto, non si placano però le polemiche attorno alla scelta del governatore Roberto Occhiuto, che per avvalersi dei professionisti stranieri ha firmato una convenzione con la società di reclutamento cubana Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos. Mai spenta la scia della querelle sull'impiego di medici non italiani e l'impasse dei concorsi, la sanità calabrese è tornata nell'occhio del ciclone nell'ultima puntata della trasmissione Report, dove si parla anche dell'accordo cubano.

Report riapre il caso dei costi dell'accordo in favore del governo cubano

Partendo dal modello di salute universale e gratuita adottato a Cuba e l'avvio sin dagli anni Sessanta della cooperazione internazionale con oltre 400mila medici inviati in 164 paesi, nel servizio di Walter Molino si spiega che un manipolo di medici cubani aveva già aiutato l'Italia durante il periodo più difficile della pandemia. Con una differenza: allora i professionisti arrivati sbandierando il ritratto di Fidel Castro si erano messi a disposizione gratis, mentre stavolta la Regione Calabria ha firmato un accordo che porterà fino a 28 milioni di euro nelle casse del governo dell'Avana. Occhiuto ha replicato contrapponendo il rischio chiusura di ospedali come Locri e Polistena, ovvero l'inattaccabile decisione obbligata per il diritto alla salute dei calabresi.

Nel servizio però i cavilli sono tanti: dalla segnalazione degli ordini professionali calabresi, che hanno rilevato il mancato superamento dell'esame di abilitazione alla professione da parte dei medici caraibici, al caso delle cooperative private italiane. Il governatore spiega infatti al cronista che la Calabria non ha risorse economiche per rivolgersi a queste società dai listini esosi (diarie di 1500 euro, dice Occhiuto a Report), ma viene smentito: una delibera dell'Asp reggina di settembre 2022 attesta l'affidamento alla Gap Medical di Pisa per reclutare anestesisti pagati 150 euro all'ora. E viene fuori anche uno dei problemi autoctoni tenuti sotto la sabbia, l'indisponibilità del personale non calabrese a lavorare in aree come Locri e Polistena, dove si teme l'aggressività degli utenti (avvalorata da varie intimiditazioni e violenze subìte dai medici soprattutto nel pronto soccorso). 

Lo stipendio dei medici e risoluzione dell'europarlamento sulla schiavitù

Nel servizio della trasmissione di Raitre, a proposito del costo della convenzione cubana si ricorda la retribuzione mensile dei medici (4.700 euro lordi, cifra cambiata in corsa nel contratto rispetto all'iniziale suddivisione dell'importo tra 1200 ai professionisti e 3500 all’agenzia). E le condizioni di lavoro dei cubani riaprono il dibattito sollevato negli scorsi mesi facendo riferimento alla proposta di risoluzione del Parlamento europeo 0341/2021 su "diritti umani e situazione politica a Cuba".

Nel testo della risoluzione si cita infatti proprio una determina dello stato cubano che impone ai cittadini che lavorano all'estero, incluso il personale medico, "obblighi e doveri ingiustificati che violano la dignità umana e i più basilari diritti fondamentali". In particolare, è fatto divieto sia di interrompere le missioni straniere sia di decidere di non rientrare a Cuba, reati puniti con il carcere. E le missioni mediche sono state classificate come "moderna forma di schiavitù" dall'alto commissariato Onu per i diritti umani.

A denunciare sotto questo profilo l'accordo della Regione era stata l'europarlamentare Cinquestelle Laura Ferrara (che però a suo tempo non fu tra i firmatari della risoluzione). Roberto Occhiuto ha poi risposto con l'impegno della Regione ad applicare agli ospiti le condizioni contrattuali italiane, ma adesso l'inchiesta di Report desta nuovi imbarazzi alludendo ai vantaggi economici della convenzione a solo beneficio del governo di Cuba. Con una battuta maliziosa di Molino sul fatto che un governatore di Forza Italia abbia pagato profumatamente uno stato comunista. 

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