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Il progetto

Nati per leggere, con i piccolissimi il libro è un gioco che fa bene

Alla biblioteca comunale genitori e bimbi in età prescolare partecipano attività del gruppo reggino che porta avanti il programma nazionale di promozione della lettura

Nella biblioteca comunale De Nava c’è una stanza che durante la settimana si riempie di colori e voci infantili mentre bambini di pochi mesi gattonano su tappeti variopinti e giocano insieme ai loro genitori. Ma il bello è che in questo caso i giochi sono libri, e con questo oggetto quasi in via d'estinzione dentro gli indici di lettura in picchiata della Calabria, mamme, papà e figlioletti si divertono moltissimo. Gli incontri nel punto lettura presso la biblioteca sono organizzati dalla delegazione reggina di Nati per leggere, il programma nazionale ideato da Associazione Culturale Pediatri, Associazione Italiana Biblioteche e Centro per la Salute del Bambino, attiva da cinque anni sul territorio con un gruppo di cui è referente locale Annamaria Bruzzese: ogni martedì l’iniziativa è rivolta ai piccolissimi da 0 a 36 mesi, un giovedì al mese ospita due gruppi di giovani lettori delle fasce di età 5-6 e 3-4.

Spiega Titti Fazzari: "Nati per Leggere è un programma di promozione della lettura ma noi teniamo a sottolineare che la finalità è anche la salute. I libri fanno bene e infatti questo progetto è iniziato con l'osservazione spontanea di un pediatra, che aveva proposto ad alcuni genitori di leggere insieme ai figli in età precoce: un'analisi empirica di questa esperienza dimostrò che quella buona pratica, se mantenuta con frequenza, creava effetti positivi sullo sviluppo cognitivo, lessicale e cognitivo dei bambini".

Il logo di Npl è un'illustrazione di Altan dove si vede un adulto tenere in braccio un bambino, entrambi racchiusi dentro un grande libro aperto che il genitore sta leggendo per il figlio. La presenza della mamma o il papà è infatti prerequisito dell'attività, guidata da volontari che hanno seguito un apposito corso di formazione, e che spesso hanno professioni legate al mondo dell'infanzia. In biblioteca troviamo oltre a Fazzari, pediatra, la neuropsichiatra infantile Enza Calcagno e la bibliotecaria Ida Triglia, quest'ultima con la figlia, padroncina di casa perfettamente a suo agio tra libretti illustrati e soprattutto l'allegro caos di altri bambini che si rotolano sui tappeti, tastano i cartonati e interagiscono tra loro. "Il martedì l'atmosfera con i piccolini è volutamente disordinata e di piena libertà - dice ancora Fazzari - perché vogliamo creare un ambiente riproducibile anche all'interno delle famiglie, far vedere che si può leggere così insieme anche a casa". La sollecitazione alla lettura può iniziare dentro la pancia della mamma e non fermarsi mai (come dimostra l'attività condotta dall'ostetrica Angela Suni presso il consultorio Gebbione proprio con Nati per leggere). Per i bimbi fino a 36 mesi si usano libri con precise caratteristiche, in cartone rigido e con poche parole e molte figure, fatti per essere letti dai genitori ma anche, nel loro modo, dai piccoli che li tastano, sfogliano le pagine e ricevono la sollecitazione visiva delle illustrazioni; le fasce di età da 3 a 6 anni (limite massimo, perché il progetto è per utenza prescolare) sono invece destinatarie di libri che narrano storie più strutturate, che vengono lette ad alta voce dai vari genitori con l'obiettivo della condivisione del racconto tra i presenti. E non occorre essere attori o avere una dizione da palcoscenico. "Un adulto che legge una storia - continua Tina Fazzari - prima che dare uno stimolo per lo sviluppo della fantasia e la creatività del bambino, compie un atto d'amore". 

Le volontarie di Npl-2

Due giovani mamme hanno portato in biblioteca i loro figli, entrambi di cinque mesi. "Per i nostri bambini è un'esperienza bella - dice Giovanna - perché iniziano anche a relazionarsi con altri piccoli come loro, ed è piacevole anche per noi mamme, ritrovarci in un momento di relax ci fa decisamente bene". L'altra Giovanna ha tra le braccia la sua Aurora, e dice: "Si diverte a stare qui e vedo incuriosita dai libri, infatti anche a casa ne ha tanti, adesso chiaramente è attratta dalle immagini ma è un primo approccio all'idea di libro". Ida nel punto lettura trova anche la serenità per allattare a richiesta la piccola Nadia, e con lei c'è anche il papà Antonio, che racconta: "La lettura fa parte della vita di nostra figlia sin dalla nascita, e ogni giorno leggiamo insieme a lei, che lo apprezza molto e ce lo fa capire persino chiedendocelo a modo suo". 

Eliana, mamma di Carlo, un anno, spiega: "Trovo questa iniziativa importante per la proposta e la qualità, intanto perché con bambini così piccoli la lettura si fonda sulla voce e il suo riconoscimento, che sono elementi fondamentali dello sviluppo. Poi è positiva anche come occasione di socializzazione in una fascia di età delicata". Come musicista, Eliana è in un certo senso "corteggiata" dalle volontarie di Npl in vista di un futuro progetto, che coinvolgerà appunto questo ambito. Lo anticipa Enza Calcagno: "Pensiamo a un 'nati per la musica' con libri che contengono filastrocche, rime, canzoncine, e la cui lettura potrebbe prevedere anche l'impiego di qualche strumento musicale. Poter contare sulla collaborazione di una professionista sarebbe gradito, ma non serve essere esperti della materia, il perno è sempre la comunicazione tra genitori e figli con un ruolo centrale dei suoni e la voce. E' un input - continua la neuropsichiatra infantile - a cui anche i bambini piccolissimi danno segnali di risposta e questa esperienza favorisce lo sviluppo psicomotorio, la relazione genitore-figlio e la futura socialità tra pari. Se il bambino apprende una modalità piacevole di comunicare, che gli suscita emozioni positive, tenderà poi a replicare lo stesso tipo di interazione nel rapporto con gli altri". 

Sul tappeto intanto è arrivata anche Sofia, accompagnata dalla tata Luda che si è offerta di partecipare facendo le veci della mamma, che il martedì pomeriggio lavora. L'attività nella biblioteca comunale rientra in un protocollo d'intesa tra il gruppo Npl e il Comune, rinnovato lo scorso febbraio, che prevede l'utilizzo della sala per gli incontri negli orari di apertura al pubblico. "Stiamo notando grande interesse e molte richieste di partecipazione", dice Tina Fazzari. "Per noi la biblioteca è una sede preziosa perché è il luogo dei libri di qualità, che è il target a cui vogliamo abituare le famiglie, seminando un interesse per i libri belli e veri, che fanno la differenza rispetto al testo con il personaggio dei cartoni animati. Ma non ci fermiamo qui perché siamo convinte che questo messaggio vada portato anche dove di solito la cultura non arriva e a quei genitori che difficilmente verranno in biblioteca. Abbiamo un punto lettura ad Arghillà e andiamo nelle scuole, anche di periferia, siamo state ad esempio in tutti i plessi dell'istituto comprensivo di Gallina". 

Promuovere la lettura in Calabria è una missione in trincea, e anche se il settore della letteratura per bambini e ragazzi è l'unico a non soffrire la crisi, le volontarie reggine di Npl ammettono che la concorrenza del digitale è temibile per i nativi digitali. "I più grandicelli, di 5 e 6 anni - dice ancora Fazzari - se non sono abituati in famiglia e usano già il telefono, possono trovare qualche difficoltà a concentrarsi nell'attività della lettura. Ma anche questa è una sfida, noi crediamo nello stimolo di questa creatività attraverso le famiglie, che sono presenti anche per le attività nelle scuole e sono il veicolo di ogni buona pratica. Se un genitore propone il libro in modo ludico il bambino lo conoscerà come qualcosa di piacevole e anche in futuro lo apprezzerà in toto, non solo come strumento di studio o sapere, e speriamo che diventi un lettore. Che è una persona abituata a riflettere con spirito critico e fantasia, un elemento positivo per la società". 

La lettura precoce è anche un antidoto alla dispersione scolastica. Conclude Tina Fazzari: "Anche per questo facciamo attività nelle periferie, per far germogliare l'amore per i libri dove ce n'è più bisogno. L'abbandono scolastico avviene nelle famiglie con livello culturale e sociale basso, ma chi sin da bambino sviluppa l'interesse e l'abitudine alla conoscenza, che sono peculiarità della lettura, anche se vive in un contesto familiare di quel tipo sarà sicuramente portato a concludere il ciclo scolastico. E noi vogliamo andare lì, a raggiungere gli irraggiungibili".

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