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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Nel docufilm di Gargano "In viaggio con Lei" c'è anche la natura di Palizzi

Il panorama dei calanchi si vedrà al cinema nel nuovo lavoro del regista cosentino, di cui si sono appena concluse le riprese in varie località calabresi

Storie di donne coraggiose e appassionate. Sono le protagoniste del nuovo film del regista Gianluca Gargano, “In viaggio con lei”, di cui si sono appena concluse le riprese, realizzate per tre settimane in varie località della Calabria. Tra queste, a debuttare come set c’è il sito dei calanchi bianchi di Palizzi, panorama incontaminato che quest’estate sta guadagnando visibilità grazie all’interesse degli influencer del settore viaggi, che ne hanno fatto oggetto di storie e hashtag. Uno scenario mozzafiato per la sua natura selvaggia e il chiarore delle rocce calcaree che ricordano un paesaggio lunare. Qui saranno ambientate scene di potente impatto visivo del docufilm di Gargano, portando per la prima volta Palizzi al cinema. Le altre location sono state i laghi Arvo e Cecita in Sila, Acro, Aprigliano, Rogliano, Montepaone, Badolato, il castello di Serragiumenta ad Altomonte, Cosenza e il carcere di Castrovillari. 

Per il regista cosentino (in questo caso anche produttore con la società Arbalak) è un progetto importante perché sviluppa in modo maturo la sua inclinazione verso la forma d'arte del docufilm. Ma le vite di cui si racconta, tutte verissime, sono presentate con una formula narrativa molto originale, che non si incasella nell'ibrido di documentario e fiction. E invita alla partecipazione emotiva, perché l'obiettivo di Gargano è toccare il cuore dello spettatore. Questo viaggio è fisico perché si svolge on the road sul territorio, ma soprattutto interiore, e guida queste donne oltre il dolore, la paura e i traumi personali per approdare a una nuova consapevolezza. Non diremo di più - sarebbe troppo presto - ma soltanto che una delle tematiche principali è la disforia di genere, traccia lungo cui si dipanano altri percorsi di resistenza e cambiamento, tutti al femminile.

Le protagoniste del docufilm sono tre (la “Lei” del titolo, che si rivelerà solo nel finale; Franca, che lavora nel mondo dello spettacolo e fa teatro sociale in carcere con i detenuti; Francesca, giovane attrice che sta costruendo la sua carriera superando i limiti della sindrome di Down).

Le loro esistenze s’intrecciano e le portano a viaggiare insieme e conoscere altre donne, di ognuna delle quali sarà raccontata la storia: citiamo la titolare di un’impresa di trasporti che si oppone alla ‘ndrangheta; la detenuta che aveva rubato per sfamare i figli e poi è finita a prostituirsi; la madre che lotta contro i pregiudizi per sostenere le aspirazioni della figlia di talento ma penalizzata dagli stereotipi sulla disabilità. Vite in trincea, ciascuna con la propria sfumatura di complessità anche sentimentale, come nel caso di Anna Maria, bravissima attrice che ripercorre la sua lunga storia d’amore con un compagno che è anche collega. A portarle al cinema sono interpreti che, nel ruolo di se stesse, hanno trasformato i loro straordinari vissuti in metafora delle tante sfaccettature dell’universo femminile. 

Il docufilm, con il patrocinio della categoria cinema e audiovisivo di Confartigianato Imprese Calabria e della sezione cinema di Unindustria Cosenza, è prodotto da Arbalak e co-prodotto da Kairos Group, mentre la produzione esecutiva è di Open Fields Productions.

Realizzato con il contributo di Fondazione Calabria Film Commission, ha avuto il supporto di sponsor privati (Acqua Mangiatorella, Metallo Petroli, Farmacia Lourdes, Montano Caffè) e la collaborazione di enti locali ed istituzioni regionali. Nel progetto hanno lavorato 35 maestranze calabresi, una scelta che dimostra come il territorio può offrire professionalità specializzate senza bisogno di cercare altrove. La distribuzione del docufilm punterà su broadcast e piattaforme di streaming, con proiezioni speciali nelle sale e, considerata l'attualità del tema, per gli studenti di scuole e università.

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