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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'iniziativa / Bova Marina

Palèa Jenèe - Orme nella storia: ecco il progetto del Comune di Bova per le scuole

L'iniziativa, partita da palazzo Alvaro, è stata presentata dal vicesindaco Marino. Sono intervenuti Daniele Castrizio e Margherita Festa, direttore e responsabile del Museo della lingua G. Rohlfs

Ha preso ufficialmente il via nella sala Perri di palazzo Alvaro a Reggio Calabria il progetto Palèa Jenèa - Orme nella Storia, promosso dal comune di Bova, in collaborazione con il dipartimento di civiltà antiche e moderne di Unime e la Città metropolitana di Reggio Calabria.

L’iniziativa vede protagonisti i ragazzi di nove istituti del territorio metropolitano che saranno impegnati lungo tutto
l’arco dell’anno in una serie di incontri e di uscite sul territorio utili ad approfondire diverse sfaccettature del microcosmo dei greci di Calabria.

Nel corso degli incontri tenuti da docenti ed esperti del dipartimento dell’Ateneo messinese verranno approfonditi, oltre alla lingua, anche gli aspetti legati ai beni culturali, all’archeologia e alle peculiarità etnoantropologiche dell’area calabro-greca.

L’incontro di palazzo Alvaro a cui hanno preso parte tanti dirigenti, insegnanti referenti del percorso e soprattutto tanti ragazzi degli Istituti reggini è stato aperto dal vicesindaco di Bova, Gianfranco Marino che ha spiegato le finalità di un percorso attraverso cui si intende consolidare una sinergia istituzionale con le scuole partita ormai da anni, attraverso la quale si vuole superare la consueta dinamica di insegnamento legata alla lingua di minoranza, puntando sul trasferimento dell’elemento identitario costituito da un insieme di caratteristiche.

"Ci sono tanti aspetti nella quotidianità dei nostri ragazzi - ha spiegato Marino - tanti segni cui non possono attribuire un significato preciso. Proprio rispetto a questi, intendiamo offrire un’opportunità, una chiave di lettura che consenta loro di decodificarli, attribuendogli il giusto significato, appropriandosi così di un patrimonio identitario altrimenti incomprensibile".

Presenti all’incontro anche il consigliere metropolitano con delega alle minoranze linguistiche e alla pubblica istruzione Rudy Lizzi, il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace, l’assessore alle minoranze linguistiche e alla pubblica istruzione del Comune di Reggio Calabria, Lucia Nucera.

A intervenire sono stati per l’occasione anche Daniele Castrizio, direttore del Museo della lingua G. Rohlfs, relatore per la prima lezione rivolta ai gli studenti degli Istituti Gulli e Campanella, e Margherita Festa responsabile del museo G. Rohlfs per i rapporti con le Università, Scuole e i gruppi di ricerca.

"Il progetto - sottolinea proprio Margherita Festa - che si articola in quattro incontri per ogni scuola, nasce proprio dalla sinergia tra Istituti scolastici, amministrazione comunale e Università. Per tutto l’anno saremo dunque all’interno delle scuole con lezioni e seminari tenuti da docenti universitari, intervallati da uscite didattiche. Gli studenti avranno un feedback continuo con i docenti, uno scambio di informazioni che li aiuterà nel loro percorso formativo ma soprattutto, realizzeranno un prodotto conclusivo.

Per rendere ancor di più protagonisti i nostri giovani, abbiamo pensato di creare all’interno del sito ufficiale del museo, un’area specifica dedicata a un blog, uno spazio di condivisione all’interno del quale i ragazzi scriveranno pensieri, approfondimenti, inseriranno contributi audio e video, interviste, podcast e tanto altro".

A concludere la giornata le riflessioni del prof. Castrizio che ha voluto sottolineare come al di la dell’elemento linguistico, siamo tutti Greci di Calabria da Reggio a Catanzaro passando per Crotone per arrivare a Sibari. "C’è una minoranza - spiega Castrizio - che è riuscita a conservare la lingua consegnandoci un testimone, e noi abbiamo il dovere di portarlo nelle scuole non solo come elemento linguistico ma come cultura, identità, come marchio di valore. Oggi - conclude Castrizio - parliamo di storia cercando di avvicinare i giovani alle nostre radici e anche se poi, dovranno andare fuori per perfezionarsi, con radici ben salde, potranno tornare e aiutarci perché una città vecchia non ha futuro".

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