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Lunedì, 29 Aprile 2024
Venerdì Santo

Via Crucis, il calvario di Cristo "per tutti i crocifissi del mondo e le vittime delle guerre"

In una piazza Duomo gremita le vibranti parole del vescovo Morrone, che ha presieduto il tradizionale rito del venerdì santo

La Passione di Cristo si è rinnovata stasera nella solenne celebrazione della Via Crucis per le vie del centro di Reggio. Nella consueta tradizione del venerdì santo il suggestivo rito si è svolto in piazza Duomo, guidato dall'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone. 

Grande partecipazione davanti alle scalinate della basilica cattedrale, dove il presule ha ripercorso le ultime ore di vita di Cristo nel tragico cammino del calvario: "Signore Gesù, vogliamo contemplare questa sera il Mistero del tuo Amore, seguendoti sulla via della Croce che tu hai voluto percorrere per la nostra salvezza. Fa’ che uniamo il nostro servizio di lode alla tua opera di redenzione. Le nostre labbra diventino strumento per cantare infinitamente la tua gloria; una sia la nostra voce, uno i nostri cuori affinché si levi un unico rendimento di grazie a te!"

Tra la gente riunita in preghiera, a completare l'immagine di fede e devozione ci sono state le storiche Varette, figure artigianali che ripercorrono il calvario di Cristo, tornate a far parte del rito dopo l'assenza imposta dalla pandemia. Sorrette dai portatori dalla chiesa, sono partite dalla chiesa di Gesù e Maria, dove sono custodite, e in corteo sono arrivate al Duomo, fermandosi nella piazza. A vegliare il Cristo morto gli stessi portatori, con fiaccole accese. 

Il pubblico della Via Crucis in piazza Duomo

Il ricordo delle quattordici stazioni che hanno scandito l'agonia e la morte del Signore è stata seguita dalla folla con sentita partecipazione. Tanti gli spunti di riflessione e preghiera offerti da monsignor Morrone, che ha ricordato chi si trova in difficoltà, povertà e svantaggio, e soprattutto i popoli afflitti dalla guerra: "Donaci una pietà sincera, perché possiamo riconoscerti in ogni volto sofferente, nei tanti volti che incontriamo e nei volti che non conosciamo e di cui vogliamo consegnarti le pene, le angosce, i fallimenti, le fragilità di sempre, il dramma di quanti sono coinvolti in queste guerre assurde, che ci coinvolgono tutti". 

Praticare l'umiltà e l'umana pietà è l'insegnamento che arriva della Passione. La stessa condanna a morte di Cristo, ha detto l'arcivescovo, è "la sofferenza con cui feriamo il cuore di un fratello al quale offriamo prudenza mentre ha bisogno del nostro coraggio, offriamo la nostra intelligenza ma non mettiamo a disposizione il cuore". 

Così anche le cadute di Gesù sulla strada del Calvario sono un atto di accettazione della sofferenza., ammettendo la nostra umana fragilità: "Gesù è caduto per insegnarci che la vita è una cosa seria, che la vita può essere talmente difficile da buttarmi a terra. È caduto perché desidera rimanerci accanto quando noi cadiamo, quando la debolezza ci inclina a cedere e a scegliere il compromesso… ma Gesù non teme la nostra debolezza".

Chiedendo l'intercessione all'amorevole Maria dall'immenso cuore, che per Reggio è non solo dolcissima madre ma anche la protettrice della città, il drammatico racconto della Via Crucis è andato avanti tra canti e recite del Miserere, meditazioni e preghiere per chi soffre e sta portando addosso la propria croce. 

Cristo è invocato dal vescovo e la comunità dei credenti reggini contro le tentazioni del male, del peccato, della pigrizia. Il momento più toccante è quello della morte in croce. "Al ricordo del cuore di Dio - ha detto monsignor Morrone - affidiamo questa sera tutti i crocifissi della storia, tutti i dimenticati di questo mondo. Chiediamo che questa parola si compia per tutte le vittime della guerra, dell’odio, della violenza, i cui nomi sono scritti nel cuore di Dio". La benedizione del vescovo per la piazza di Reggio Calabria ha concluso l'emozionante celebrazione che rappresenta il culmine della settimana santa e porterà la comunità dei credenti verso la gioia della Pasqua.

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