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Lunedì, 29 Aprile 2024
Prodotti tipici

Il peperoncino se va in fiera a Rieti riceve più sostegno degli eventi sul territorio

E' un prodotto non unico ma da sempre associato al territorio calabrese, eppure la manifestazione tematica con maggiori finanziamenti si svolge fuori dalla Calabria

Dici peperoncino e pensi alla Calabria e le sue prelibatezze piccanti. Ma più che un vero e proprio prodotto tipico, il rosso infuocato è piuttosto un marchio identitario del territorio, tanto che per promuoverlo esistono istituzioni consolidate come la storica Accademia del Peperoncino, tra le cui delegazioni sparse in tutta Italia e all'estero ce ne sono due, attivissime, a Reggio. Eppure, nonostante l'impegno e la passione delle associazioni locali, è fuori dalla terra calabrese che sono arrivati i fondi più sostanziosi per costruire attorno al peperoncino una fiera campionaria mondiale.

La fiera di Rieti ha ricevuto attenzioni maggiori dal governo rispetto agli eventi calabresi

L'evento, realizzato in collaborazione con la stessa Accademia (gli organizzatori sono soci), si svolge a Rieti e pochi giorni fa ha siglato la sua dodicesima edizione sostenuta da una lunga lista di istituzioni, compresi i ministeri dell'agricoltura e del turismo. Tra i patrocini del Peperoncino festival dell'Accademia a Diamante figurano invece soltanto la Regione Calabria e il Por 2014-2020, e va ancora meno bene a Reggio, dove la delegazione pellarese "Un peperoncino per lo Stretto" non ha mai avuto alcun aiuto dagli enti per il suo Rosso Festival: partito nel 2009 in una sede centralissima, piazza Castello, si è poi spostato per ridurre i costi divenuti insostenibili per un'associazione. Domani è in programma l'undicesima edizione ospitata da Borgo Nocille, con stand gastronomici, degustazioni e la consegna dei premi peperoncino d'oro all'agronomo Antonio Paolillo e l'artista Katia Biondo. Angelo Latella spiega: "Siamo in grado di realizzare piccoli eventi perché ci finanziamo da soli ma nonostante sia difficile riusciamo a coinvolgere ristoratori e commercianti, sia nel festival che nella tre giorni di fuoco, che a breve ripeteremo".

Ma il peperoncino non è un calabrese vero, o meglio unico. "Sì - ammette Latella - molto di quello che si usa nella cucina è ormai importato, ma continua ad essere considerato un gusto identitario, infatti a portare avanti la tradizione ci sono ancora tante persone che nei loro orti lo coltivano con le tecniche vecchio stampo. E c'è soprattutto la nduja a legare il peperoncino al nostro territorio". 

Il diavolicchio non è una tipicità unica ma l'immaginario lo lega al nostro territorio

Nel portale turistico della città di Reggio, il peperoncino è presentato ai visitatori come attrattiva locale, grazie al clima simile a quello di Messico e Cile, molto adatto a favorirne la coltivazione. Ma Claudio Aloisio, presidente provinciale di Confesercenti, conferma la natura più iconica che strettamente peculiare del rovente capsicum, ovvero il diavolicchio che non si produce solo in Calabria: "E' una coltivazione adatta al clima delle aree calde del sud, dunque non possiamo definirlo una unicità, ma indubbiamente tutti lo collegano a questa regione per il carattere piccante della nostra gastronomia".

Insomma, nell'immaginario comune nessuno penserebbe di trovare a Rieti e non qui una fiera con oltre 150 stand gastronomici e l'esposizione di 600 varietà provenienti da tutto il mondo. "Non mi stupisce - commenta Aloisio - che altrove si sia capaci di promuovere il peperoncino meglio che da noi... del resto non ci siamo riusciti finora neanche con il bergamotto. Come per il cinquantesimo anniversario dei Bronzi di Riace, un'occasione sprecata clamorosamente, si continua a camminare in ordine sparso e senza una reale strategia per sviluppare un indotto economico basato sui nostri beni identitari"

Intanto il bergamotto, nonostante la crisi estiva, prosegue nella strada verso la dop al frutto

Duramente colpito dalla crisi climatica (che ha portato alla richiesta di stato di calamità per i produttori) il bergamotto sta proseguendo il suo iter per estendere anche al frutto e i suoi derivati la Dop attualmente attribuita alla sola essenza. Nel mese di agosto questo progetto è stato formalizzato con la presentazione alla regione e al governo della proposta di disciplinare da inoltrare all’Unione Europea. Promotori sono Camera di Commercio reggina, Università Mediterranea, consorzio di tutela del bergamotto di Reggio Calabria e i rappresentanti di categoria dei coltivatori, adesso in attesa di una risposta positiva dalla Regione. "Sarà uno strumento importante - spiega ancora Aloisio - per creare nel mercato uno spazio significativo per il bergamotto che non sia funzionale solo all'impegno nelle essenze, come è attualmente. La denominazione di origine permetterà di tutelare il prodotto dalle imitazioni, perché altrove si coltivano frutti simili ma che non hanno nulla a che vedere con il bergamotto di Reggio Calabria. Si tratterà però - aggiunge il presidente provinciale di Confesercenti - del primo passo a cui dovrà seguire la costruzione di una nuova narrazione del prodotto sul territorio. Per amarlo e richiederlo, il consumatore non deve solo sapere che il bergamotto è di Reggio, ma associare il suo gusto unico alla città attraverso diverse sfaccettature produttive, commerciali e culturali". Un modo per farlo sono le iniziative di promozione in rete tra imprese della filiera di coltivazione e trasformazione del bergamotto e quelle turistico-ricettive, come la manifestazione Bergaré, che dopo il successo della scorsa edizione sta per tornare, nel mese di ottobre. E nel 2022 l'oro verde ha incontrato proprio il peperoncino nella rassegna di street food Pepotto. Nel logo c'era anche la flessuosa forma del diavolicchio, la stessa che appariva nella fiera campionaria di Rieti, tra i cui testimonial ha sfilato anche il Re Peperoncino dalla corona infuocata. Il governo però ha scelto di supportare solo quella manifestazione, dedicata quest'anno a Nazareno Strampelli, agronomo e genetista che sperimentò nuove sementi ibride e fu coinvolto da Mussolini nella realizzazione della "battaglia del grano", oltre che senatore fascista.

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