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Il caso

Resta solo la statua in piazza de Nava, tagliati tutti gli alberi

Reazioni indignate dopo la scomparsa anche delle piante delle vie Tripepi e Romeo. Erano pericolose e saranno sostituite, ma scoppia la polemica

Fa un effetto straniante in queste ore la visione di piazza De Nava completamente svuotata eccetto la statua del grande politico reggino. Ma a quelle foto scattate dall'alto dei palazzi circostanti e diventate virali sul web si è aggiunta la scoperta della sparizione di tutti gli alberi: non solo quelli della piazza ma anche le piante che si trovavano nelle vie laterali Tripepi e Romeo. Non c'è più nulla e per i reggini è stato un piccolo choc, presto diventato polemica dopo la spiegazione data ai media da Massimiliano Merenda, consigliere comunale con delega all'arredo urbano, parchi e giardini. Il quale ha giustificato l'intervento con la pericolosità di quelle piante, che verranno sostituite da altre come previsto nel progetto della Soprintendenza. 

Parole che non hanno però convinto quanti non comprendono questo reset radicale, e la reazione generale di dissenso alla scomparsa del verde ha spinto anche gli attivisti reggini del M5s a scrivere al sindaco facente funzioni Paolo Brunetti chiedendi chiarimenti e facendo notare che gli alberi "pur nel rispetto del progetto dell’opera avrebbero potuto essere salvati e reimpiantati da un’altra parte". I cinquestelle ricordano anche che del progetto di riqualificazione di piazza De Nava fa parte anche la sistemazione del verde. "L’intervento - spiegano - punta a restaurare l’area anche tramite la sistemazione e la tutela delle specie arboree e arbustive collocate nelle quattro grandi aiuole della piazza. Gli alberi sono una parte importante dell’ecosistema urbano e contribuiscono in modo significativo alla qualità della vita in città. E' necessario adottare politiche di pianificazione urbana che promuovano la conservazione degli alberi esistenti e la piantumazione di nuovi alberi". 

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Va precisato che nei vari rendering di come diventerà piazza de Nava dopo la fine dei lavori (stimata all'inizio di settembre 2024) si vedono diverse piante e alberi, che però - come era stato fatto notare in passato sia da Vincenzo Vitale, presidente di Fondazione Mediterranea, che dal professor Pasquale Amato - non saranno della stessa specie di quelli oggi tagliati e neanche rappresentativi di una tipicità arborea del territorio, ad esempio ulivo, bergamotto o arancio. Si tratterà invece di essenze arbustive, cioè, per dirla in modo prosaico, comuni piante da aiuola. 

Sul restyling della storica piazza cittadina pesa l'esposto presentato da Vitale in procura per danneggiamento e distruzione di bene culturale. L'obiettivo è la sanzione, cioè la "restitutio in integrum" della piazza che di fatto cancellerebbe l'attuale progetto della Soprintendenza, al quale il presidente di Fondazione Mediterranea si oppone da sempre. Scrive oggi Vitale: "Piazza De Nava è divenuta una tabula rasa, nel senso letterale originario. Nell'antica Roma si definiva così la tavoletta cerata che, una volta azzerato tutto l'inciso precedente, era pronta ad accogliere una nuova scrittura a incisione. P

osto che la restitutio in integrum dell'impianto storico della piazza sarebbe la soluzione migliore, con il rifacimento della pavimentazione e delle aiuole oltre al restauro conservativo del resto, nel caso ciò non avvenisse cosa si andrà a incidere su questa tabula rasa?" Lo scenario prefigurato da Vitale è quello ritenuto più degradante per l'identità e la storia della piazza, ovvero l'idea originaria del progetto preliminare e definitivo, uno spazio ampio in cui tenere mostre ed eventi folkloristici.

"Reggio - commenta Vitale - aveva bisogno di ciò in pieno centro storico? Quali sono i riferimenti culturali e urbanistici dei progettisti? A quale stile dicono di uniformarsi? Domande legittime, che il cittadino partecipe si è posto e a cui non è stata data altra risposta che il silenzio. Quando si parla, quindi, di grave vulnus democratico, o di disconoscimento dell'estetica urbanistica e dell'etica politica, non si parla così tanto per parlare ma si fa riferimento a fatti veri e circostanze documentate. La tabula rasa - conclude - intanto è stata fatta: il resto dev'essere ancora inciso sopra. Vedremo".

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