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Cronaca

Addio al poeta e studioso Mimmo Scuncia, il ricordo dell'associazione Anassilaos

Il presidente Stefano Iorfida ricorda la figura di Scuncia, attento alle vicende storiche della "sua" Reggio, all’arte e ai monumenti  reggini. Nel 2018 era stato insignito del Premio Anassilaos San Giorgio

E’ venuto a mancare Mimmo (Demetrio) Scuncia, funzionario del Comune di Reggio Calabria, studioso e poeta in lingua e vernacolo. 

Nato nel 1932 nella città della Fata Morgana ha sempre studiato e lavorato, ricoprendo per l'Amministrazione comunale diversi incarichi di responsabilità. Da cittadino attento alle vicende storiche della "sua" Reggio, all’arte e ai monumenti  reggini, ha pubblicato nel corso degli anni due guide tascabili della città; nel 2007  il volume, di grande interesse, “Ricerche storiche del Sigillo e lo Stemma della Città di Reggio Calabria” in cui ha ricostruito, alla
luce dei documenti, i diversi momenti  che hanno portato alla creazione dell’attuale stemma cittadino.

Ormai in pensione si dedicava alla pittura,  alla scultura e all’intaglio ma soprattutto alla poesia cui ha consacrato due raccolte, l’ultima "Pennellate di parole", con l’emblematico sottotitolo "raccolte lungo la strada tortuosa della vita", dedicata ai familiari e alla sua terra. 

Anche in maturità è stato attento al mondo che lo circondava, interessato alla città e alle sue problematiche, pronto tuttora alla proposta e al suggerimento; una maturità che non si è mai arresa ai tempi e all’età nell’interesse di quella comunità reggina e, soprattutto, della parte più giovane di essa, che troppo ignora della storia e del carattere profondo di Reggio Calabria; dei difetti e delle virtù di una città più che bimillenaria.

"Qualche giorno fa, - scrive il presidente di Anassilaos Stefano Iorfida - proprio dalle pagine Facebook dell’associazioe, avevamo auspicato una sua guarigione. Desideravamo averlo tra noi ancora una volta, protagonista dei nostri convivi ma anche e soprattutto amico dalla memoria prodigiosa, nonostante l’età, da cui ascoltare i fatti e gli eventi della storia di questa nostra città nonché quella serie di sapidi e curiosi aneddoti che sono poi, essi stessi, una parte della storia più grande di una comunità". 

Come studioso dei "fatti reggini" era stato insignito nel 2018 del Premio Anassilaos San Giorgio (a consegnare il riconoscimento fu per l’Amministrazione Comunale l’assessore Irene Calabrò) e da lui ci aspettavamo un altro libro e una nuova ricerca su quel Santo Patrono al quale aveva dedicato tanti studi. 

Se il 2020 conclude Iorfida "si presenta come un “Annus horribilis” dal punto di vista generale, il mese di giugno, quello della attesa risorgenza, ci appare ancora “difficile” per le persone di cui piangiamo la scomparsa. Egli ha lasciato ai figli e ai nipoti e a tutti coloro che lo hanno conosciuto l’eredità più grande e immarcescibile che un uomo possa lasciare di sé, l’ “imago vitae suae” (l’immagine della sua vita). Di questo dono gli saremo sempre grati".

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