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Sabato, 27 Aprile 2024
La vertenza

Progetto Pnrr interrotto, convocato tavolo istituzionale e nuovo sit in dei lavoratori

Dopo la protesta di oggi dei 39 operai lasciati a casa è stata fissata una riunione, accompagnata da un presidio del sindacato

I 39 lavoratori del consorzio di bonifica Basso Ionio reggino impiegati nei lavori di riforestazione della città metropolitana finanziati con il Pnrr hanno protestato stamattina con Fai Cisl contro l'improvvisa interruzione dei progetti e un primo risultato è stato raggiunto, la convocazione di tavolo interistituzionale fissato per martedì 5 marzo. Le parti presenti saranno prefettura, città metropolitana di Reggio Calabria, assessorato regionale all'agricoltura, consorzio unico della Calabria e consorzio di bonifica Basso Ionio reggino, ma non sono stati invitati i sindacati. Per questo il segretario generale Fai Cisl di Reggio Calabria, Antonino Zema, ha reso nota l'organizzazione di un sit in concomitante alla riunione in piazza Italia, davanti alla prefettura, con i lavoratori e altri sostenitori della protesta. 

La protesta con Fai Cisl davanti alla sede dell'ex consorzio reggino

Oggi la manifestazione pubblica si è svolta in via Marsala, dove c'è la sede dell'ormai ex consorzio di bonifica reggino commissariato dopo l'avvio della fase di liquidazione nell'iter del consorzio unico calabrese. Una riforma verso cui i sindacati hanno sempre manifestato contrarietà per le conseguenze sui territori, compreso l'aspetto occupazionale. I lavoratori hanno portato all'attenzione pubblica la loro situazione di grave difficoltà per lo stop alle attività del progetto, avvenuto lo scorso dicembre, e il mancato pagamento di due mensilità. Spiega Antonino Zema: "Questi lavoratori sono assunti con contratto a tempo determinato dall’ex consorzio di bonifica Basso Ionio Reggino, che aveva partecipato al progetto della città metropolitana, avevano iniziato diverse opere sui territori interessati, finalizzate alla piantumazione di alberi. Da novembre sono senza stipendio e non hanno oggi certezze sul loro futuro in un dramma che coinvolge le loro famiglie e rischia di diventare un caso sociale". 

I progetti interrotti, finanziati con fondi Pnrr già nelle casse della città metropolitana

I progetti interrotti sono Riforest@1 e Riforest@2, intervento finanziato con fondi del Pnrr assegnati alla Metrocity di Reggio Calabria: della durata di un quinquennio, prevede la piantumazione di 178.000 alberi in alcune aree anche periferiche della città e in provincia (Bagalati, Condofuri, Melito Porto Salvo) con obiettivi di ripristino della biodiversità e prevenzione del dissesto idrogeologico. l lavori rientrano nel Pnrr e potrebbero riguardare il piano “Rimboschimento urbano e tutela del verde Missione 2 Componente 4 intervento 3.1”, proposto dal precedente ministero per la transizione ecologica (oggi Mase) con una serie di azioni, rivolte ai territori di 14 città metropolitane, tra cui Reggio, destinataria di poco meno di 8 milioni di euro per la messa a dimora di 184000 arbusti. Quel progetto - come ReggioToday aveva scritto - era finito anche sotto la lente del collegio di controllo concomitante della corte dei conti per ritardi sul cronoprogramma e interventi su cui i giudici avevano registrato varie osservazioni critiche. Ma un programma molto simile (sia negli obiettivi che per aree, numeri e fondi) era poi stato avviato dalla Metrocity in convenzione con i consorzi di bonifica e l'università Mediterranea, ed è quello interrotto ai danni dei lavoratori che hanno protestato stamattina. 

Il motivo della brusca conclusione sarebbe legato a problemi burocratici del consorzio unico per il commissariamento del consorzio Basso Ionio reggino in liquidazione. Ma potrebbe anche esserci la volontà del nuovo soggetto a non proseguire i Riforest@ attuati insieme alla città metropolitana reggina. Dice ancora Zema: "I fondi sono già nelle casse della Città Metropolitana con la possibilità per il consorzio unico di scaricare i costi dei propri dipendenti (rup, tecnici e amministrativi) per rendicontare i lavori, un'opportunità importante per migliorare i conti. Ma Giovinazzo, commissario del consorzio unico, rifiuta". Adducendo motivi di contenimento dei costi in un momento delicato, ma il dirigente Fai Cisl aggiunge: "C'è qualcosa di strano se in riunione regionale con i sindacati si dice che c'è un disavanzo di cinque milioni di euro e chee sono previsti tagli al personale o fis al 30% per tutti i dipendenti del consorzio unico, ma nello stesso giorno, con delibera n. 27 del 15 febbraio 2024, viene prorogato al 31 dicembre 2024 un contratto a tempo determinato su Cosenza. Mentre i nostri lavoratori, con i soldi nella disponibilità della città metropolitana, non sono pagati da novembre". 

Gli stipendi non corrisposti dei 39 lavoratori potrebbero essere compresi nei pignoramenti a carico dell'ex consorzio reggino, e oltre a chiedere con urgenza di risolvere questa situazione ed erogare quanto necessario per il sostentamento delle maestranze e le loro famiglie, il sindacato solleva un altro tema. 

"Questa vicenda è un fallimento che interessa tutta la nostra area metropolitana - conclude Antonino Zema - perché i progetti interrotti rappresentano un lavoro utile per l'intera comunità, in un'area che necessita di prevenzione idrogeologica e cura del patrimonio boschivo, per migliorare la qualità della vita ed evitare eventi pericolosi".  

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