rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Patrono degli scout

San Giorgio, si ricorda una grande figura di educatore di giovani cattolici: Diego Malara

Dallo scautismo clandestino del 1929 alla rinascita nel 1946 dell’Asci e il ruolo nel canonico Leonardo Delfino

"C’è anche Diego Malara, figura molto nota in città tra i giovani scout di Reggio Calabria guidati da un audace Nicola Serini, funzionario dell’intendenza di finanze, che nella primavera del 1928, rifiutano l’ordine del governo fascista di fare tutti i Balilla e decidono di proseguire in clandestinità le attività insegnate da Baden Powell. La città di Reggio gli ha dedicato una via nella prima traversa del Viale  Pio XI a Sbarre", ricorda il giornalista Filippo Praticò.

"E’ entusiasmante ricordare Diego Malara nel giorno del 23 aprile di celebrazione di San Giorgio Patrono di tutti gli scout del mondo, cioè fanciulle e ragazzi, e donne e uomini - prosegue Praticò - ai quali piace l’avventura di vivere all’aria aperta e difendere la natura secondo il metodo educativo ideato in Inghilterra oltre cento anni da Lord Robert Baden Powell.

Diego Malara sotto il Ventennio Fascista era scout clandestino della sezione del Cngei, ma tra il 1946 e il 1950, di grande fede cattolica in Dio Padre, a Reggio è stato tra i promotori e gli animatori dei lupetti, di guide e esploratori, scolte e rover dell’Asci - associazione scout cattolici italiani -, e per alcuni anni anche commissario regionale dell’Asci Calabria.

La decisione di rifiutare l’ordine fascista emesso con una legge e poi con vari decreti attuativi  tra il 1927 e il 1928, di cessare le attività scout e di continuarle in segreto, è assunta una domenica di primavera durante una gita in motocicletta nei boschi vicino Cosenza. 

Sono quattro o cinque gli equipaggi di motociclisti poco più che ventenni, composti tra gli altri da Nicola Serini, e da Pino Romeo e Cesare Cremisini, rispettivamente capo branco e capo reparto della sezione del Corpo nazionale giovani esploratori italiani (il Cngei unità sezione operativa a Reggio fondata nel 1915, non attive quelle cattoliche dell’Asci). E con essi c’è pure il ventenne Diego, da poco tempo trasferitosi con la famiglia a Reggio, proveniente dalla Sicilia.

Gli audaci motociclisti l’indomani della gita, chiudono formalmente la sezione del Cngei di Reggio e insieme ad altri coetanei, con la complicità di don Matteo, sacerdote dell’Opera Antoniana, sulla spianata di San Prospero, poco sotto la Collina degli Angeli, selezionano una baracca vuota che fino a qualche anno aveva ospitato alcune famiglie di terremotati del 1908, e vi aprono la sede del GS San Prospero, dove la sigla GS del Gruppo Sportivo stava anche per Gruppo Scout. Questa unità di scout clandestini opererà fino a poco oltre lo scoppio della seconda guerra mondiale. 

Quello di Diego Malara scout clandestino a Reggio negli anni Trenta, e poi capofila dal 1947 in poi degli scout cattolici calabresi, sono elementi inediti da poco tempo venuti alla memoria di Oreste Serini, figlio di Nicola, uno dei pochi testimoni dello scautismo clandestino della Giungla Silente, ovvero di quello che il senior scout reggino definisce lo “scautismo proibito” perché vissuto nonostante i divieti imposti dal regime dittatoriale fascista. 

Con Oreste, con Tito Malara figlio dello scomparso Diego, e con Ernesto Malvi scout Asci di antica data e parroco della Chiesa Santa Caterina nell’omonimo quartiere di Reggio, e chi scrive, si sono raccolti diversi particolari che costruiscono una nuova e inedita storia dello scautismo reggino e calabrese, laico e cattolico insieme. Una storia fatta dalla grande amicizia tra Nicola Serini e Diego Malara: “un grande simpaticone” ricorda oggi Oreste, “con mio padre in moto sono andati in gita a Cosenza, ed al ritorno in città, in grande segreto comunicarono ai loro più fidati amici la volontà di fare “scautismo proibito” in attesa di tempi migliori, “perché praticare gli ideali di Baden Powell è troppo bello e importante, essere fratello di ogni altro scout è meraviglioso, aiutare il prossimo è straordinario”.

Diego Malara nasce il 4 gennaio 1909 a Portopalo di Pachino in provincia di Siracusa, località dove trova rifugio la madre Nicoletta spaventata e sopravvissuta al disastroso terremoto del 28 dicembre 1908. Trascorre i primi anni con la famiglia in Sicilia, e ragazzo è mandato dai genitori a frequentare a Messina un gruppo scout dell’Asci, associazione cattolica nata in Italia nel 1916, da una scissione voluta dalle autorità ecclesiastiche italiane dal primogenito e laico Cngei.

La famiglia Malara tornata a Reggio poco dopo il 1920, registra i continui viaggi di Diego verso Messina dove si appassiona all’arte dolciaria e frequenta la rinomata pasticceria Billè-Savasta diventando esperto pasticciere. E a Reggio realizza un altrettanto famoso laboratorio di dolci, appunto all’inizio di via Pio XI. 

Se a Messina segue l’Asci, a Reggio, per la forte amicizia con Nicola Serini e con Pino Romeo del Cngei, negli anni della Giungla Silente frequenta di nascosto il gruppo Scout San Prospero. 

Ricorda Oreste: “Diego Malara, più grande di me certamente, lo vedevo spesso in compagnia con mio padre, qualche volta partecipava agli incontri fatti in casa mia sulla via Possidonea. Con mio padre si scambiava i libri “proibiti” di Baden Powell: “La strada verso il successo”, “Scautismo per ragazzi”. Mi ricordo che io ancora lupetto, a metà anni 1930, Malara partecipò ad una festa di San Giorgio che mio padre e gli altri capi tennero tra i boschi di Sureto di Podargoni alle pendici dell’Aspromonte. Che bei ricordi ho ancora di quel periodo” dice un nostalgico Oreste oggi novantaduenne, qualche piccolo acciacco, ma sempre grande animatore di un profilo di Facebook dove pubblica foto e ricordi di vita scout, della cordiale amicizia avuta con lady Olave moglie di Baden Powell, dei tanti Jamboree a cui ha preso parte, uno tenuto in Inghilterra e raggiunto in sella ad una motocicletta viaggiando per settimana lungo l’Italia e la Francia fino al porto di Calais e quindi oltrepassare la Manica in nave.

Oreste sembra un fiume in piena quando racconta delle sue innumerevoli esperienze scout, e quando ricorda della sua amicizia con don Mario Mazza fondatore nel 1910 di una associazione cattolica scout e negli anni 1950 del Masci, il movimento cattolico adulti scout. 

Con la fine del conflitto bellico a alla ripresa delle attività politico-sociali ed economiche, tra il 1945 e il 1946, a Reggio Calabria, mentre Nicola Serini ed il figlio Oreste, si uniscono al professore di educazione fisica Raimondo Zagami, e ospiti di alcune palestre scolastiche, rilanciano il movimento scout laico del Cngei, camiciotti verdi e pantaloncini marroni; Diego Malara lo troviamo invece, accanto al canonico Leonardo Delfino che fu tra i protagonisti nel primo dopoguerra della formazione e sviluppo in tutta la Calabria dell’associazionismo degli scout cattolici, riuniti sotto le insegne dell’Asci, negli anni ’70 rinominati Agesci, associazione guide e scouts cattolici italiani, sedi negli oratori, divisa con camiciotto azzurro e pantaloncino blu. 

Dal “Taccuino” di Giorgio Milano, “integrata con alcune note di Antonio Orlando”, si apprende che gli inizi dello scautismo a Reggio sono “a cavallo tra il 1945 e il 1946. L’uscita del primo drappello avvenne nei pressi della polveriera di Modena (frazione Ciccarello) nell’aprile del 1946”. E’ annotato poi, che “Promotori del primo nucleo furono don Leonardo Delfino e Pepè Panzera (primo capo del reparto Aspromonte, il primo dell’Asci formato in Calabria), con elementi di Sbarre Centrali, San Giorgio Extra e del centro città”. “… Don Delfino reggeva a quel tempo la parrocchia di San Giorgio Extra”, annota Milano il quale spiega che “l’attività scout continuò nei mesi successivi in un continuo crescendo ed organizzandosi nelle varie branche”. In quell’anno primo campo estivo ASCI è organizzato in tenda nei pressi dell’ex Sanatorio di Zervò a Santa Cristina d’Aspromonte, e viene ripetuto dal 7 al 22 agosto 1948, sempre capo reparto Giuseppe Panzera, ed in quell’occasione  “venne fatta una escursione a Polsi” che ebbe molto successo.

I riflettori vanno certamente puntati allora, sul canonico Lenardo Delfino, assistente ecclesiale degli universitari cattolici della Fuci reggina e amministratore della parrocchia di San Giorgio Extra, che nella primavera del 1946 “si appassiona allo scautismo – racconta don Ernesto Malvi - durante un’esperienza di ritiro spirituale dei suoi giovani, effettuata nelle campagne  sopra la chiesa, quando incontra il prof. Raimondo Zagami del Gei mentre realizza un’escursione all’aperto con un gruppetto di ragazzi in divisa e foulard al collo. Da lì l’idea di raccogliere ragazzi provenienti da alcune parrocchie cittadine disponibili a seguire il metodo educativo di Baden Powell”.

Il prelato cerca collaboratori per la sua impresa e in questa circostanza avviene l’incontro anche con Diego Malara adesso quarantenne, in possesso di altrettanta passione a stare ed educare fanciulli e adolescenti, e di conoscenze e competenze scout per la sua esperienza clandestina nel GS San Prospero. Diego, adesso, è dotato del carisma dell’impegno di fede e dell’apostolato. Nelle note biografiche scritte dallo storico della Chiesa Reggina, don Nicola Ferrante, viene affermato che Malara “nonostante versasse in precarie condizioni di salute, è celebrato quale  Figlio spirituale di San Gaetano Catanoso che amorevolmente assistette sin sul letto di morte, avvenuta il 4 aprile 1963”.

Don Delfino e Malara ed altri scout cattolici, tra il 1946 e il 1948, si ritrovano perciò nel Campanile del Duomo dove ospitano prima una squadriglia di ragazzi del quartiere, e poi via via altre squadriglie che formano un intero “Riparto” Asci, e come un fiume in piena l’ideale dello scautismo cattolico  si diffonde in diverse altre parrocchie di Reggio e quindi,  in provincia e in altre città della Calabria. 

Diego Malara e il canonico Leonardo Delfino costituiscono un grande sodalizio di valori e di opere realizzate, nell’aprile 1948 cementato dal matrimonio del fervente scout cattolico con la signora Angela, sorella del prelato, oggi eccezionale testimone vivente dell’impegno sociale e spirituale del proprio consorte. 

E la vita di Leonardo Delfino è una storia nella storia delle due famiglie reggine, perché nel 1949 lascia gli abiti talari e si trasferisce a Monza con la donna che ha cominciato ad amare nel rione Sbarre durante gli anni del disagio vissuto tra i suoi correligiosi. Raccontano i parenti di Delfino, che questi pronuncia i voti sacerdotali nel 1935 e diviene ben presto un allievo prediletto, un pupillo dell’arcivescovo reggino dell’epoca, mons. Enrico Moltalbetti, che muore tragicamente sotto i bombardamenti angloamericani che nel gennaio 1943 colpiscono duramente tutta la costa tra Reggio e Melito Porto Salvo. Seguono anni di impegno pastorale, ma anche di continui dissapori con altri parroci della Metropolia di Reggio Calabria, fino a che preso dallo scoramento, abbandona le vesti di canonico e con la donna amata si trasferisce in Lombardia e trova lavoro. Nel 1950 l’ex prete ottenuta la dispensa papale, evento raro nel mondo della Chiesa, va in nozze con Teresa Sposato e il sacro rito del matrimonio viene celebrato dall’allora vescovo di Milano Giovambattista Montini, poi eletto Papa col nome di Paolo VI. Successivamente Delfino vince il concorso pubblico e diviene il primo Direttore Generale della Corte dei Conti, ente governativo rinnovato con l’entrata in vigore della nuova Costituzione Italiana.

Intanto, sempre più sospinto da una forte religiosità e spiritualità, Diego Malara a Reggio Calabria inanella nuovi impegni e nuovi successi di opere realizzate: è apprezzato amministratore politico e assessore comunale negli anni ’60; presidente dell’Azienda provinciale di soggiorno e turismo; delegato municipale a Gallico, dove, fra l’altro, sostiene la nascita del Parco della Mondialità voluto da padre Aurelio Cannizzaro. E’ membro di diverse Commissioni presso la Camera di Commercio e le Associazioni di Categoria del commercio dell’artigianato e dell’industria; si distingue quale Cofondatore dell’Avis reggina; lo si vede impegnato in forme di puro volontariato spontaneo verso i più bisognosi, gli anziani, i malati, gli invalidi, gli emarginati, e per lungo tempo è animatore educativo nella Parrocchia del Loreto nel rione Sbarre, facendo realizzare tra le altre opere,  una apprezzata sala cinematografica cittadina poi sede di vari gruppi teatrali. 

Diego Malara muore a Reggio il 3 agosto 1971 e “in tanti rammentano ancora l’enorme folla che partecipò ai Suoi funerali e le centinaia di persone inginocchiate sui marciapiede ai lati del corteo funebre, seguito dal gonfalone comunale, e dai labari delle numerose associazioni di cui faceva parte….” scrive lo storico mons. Nicola Ferrante.

Nel giorno del San Giorgio 2022 è proprio meraviglioso ricordare così tanti personaggi dello scautismo locale, e in particolare celebrare la figura dello scout cattolico Diego Malara".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

San Giorgio, si ricorda una grande figura di educatore di giovani cattolici: Diego Malara

ReggioToday è in caricamento