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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il dibattito

SelVagina, auguri alle mamme ma senza tabù su corpo e sessualità

Educatrice sessuale e counselor, la specialista reggina Francesca Cutrupi commenta lo scandalo suscitato dalla pubblicità censurata su madri e sex toys

"Da sempre ci dicono che le donne non si toccano, e sicuramente la scelta di evocare la sessualità femminile nella figura della mamma è stata una provocazione, ma quella pubblicità ha veicolato un messaggio importante perché vuole sdoganare un'immagine della madre che rompa con gli stereotipi di persona esclusivamente dedita alla cura di casa e famiglia".

Così la counselor ed educatrice sessuale Francesca Cutrupi commenta il contestatissimo slogan di Control per pubblicizzare i sex toys in occasione della festa della mamma. Nel cartellone apparso nelle città italiane e poi oscurato, il primo piano di un viso di donna colto in quella che sembra un'estasi e il consiglio di fare per la ricorrenza di domani un regalo che alla mamma farà "piacere" hanno suscitato indignazione e scandalo, ma la professionista reggina considera quel claim significativo per il modo dirompente con cui ha scoperchiato un inatteso vaso di Pandora di tabù sulle donne, quelli sull'autoerotismo.

Parlarne, persino nell'epoca di Only Fans, è ancora motivo di imbarazzo e lo sa bene Cutrupi, che per il suo lavoro ha scelto il nome di SelVagina (https://selvagina.com) - che, a proposito di tabù, ne scardina uno enorme, quello di nominare l'innominabile, cioè l'organo sessuale femminile. Una parola nell'opinione pubblica più bacchettona bollata quasi come turpiloquio, e qui fusa con un aggettivo impetuoso, la dimensione selvaggia insita in ogni donna contro tutte le limitazioni sociali e di presunta morale che le vengono imposte. 

Da Reggio a Siviglia, la specialista si occupa di consulenze e laboratori ma anche contenuti digitali

 All'attività nel suo studio professionale a Reggio Calabria e da remoto Francesca Cutrupi affianca quella di content creator su blog, canali social e con podcast tematici. Dopo una formazione con l'attivista cilena Natalia Guerrero Fernández, da qualche mese ha avviato un'esperienza in Spagna, dove continua a proporre laboratori e consulenze. E ha scoperto che quanto a repressione sessuale Siviglia non è così lontana da Reggio. Ce lo spiega usando come cartina di tornasole proprio i toys della pubblicità della discordia. "I sexy shop permettono di testare cultura e mentalità di una città - spiega - ecco, sia a Siviglia che a Reggio questi negozi sono defilati, nascosti da porte anonime e per entrare il cliente suona il campanello come se facesse qualcosa che deve restare segreta. A Barcellona invece ne ho visti con vetrine grandi e illuminate che mostrano tutti i prodotti". 

Non esiste nulla di più naturale del sesso, e proprio per questo se qualcosa non funziona ci si sente diversi, e parlarne crea un profondo disagio. L'interesse per la professione era nato in Francesca proprio dalla presa di coscienza personale di questo tipo di difficoltà. "L'endometriosi mi ha spinta a voler approfondire i problemi che vivevo nella sessualità  - racconta - e ho iniziato a studiare sessuologia a Milano, dove mi sono diplomata educatrice sessuale, ma lì mi sono resa conto che l'approccio dei ginecologi era soltanto di tipo medico.

Ad alcune mie domande - continua - non sapevano rispondere perché la loro competenza riguardava solo l'aspetto scientifico e riproduttivo, invece la sessualità tocca corde emotive, e così ho deciso di specializzarmi per supportare le donne che vogliono compiere il mio stesso percorso di consapevolezza".

Ormai sbocciata da wonder woman frenata da un modello femminile di perfezionismo fisico e relazionale a SelVagina, libera, autentica e in contatto con la propria sessualità come massima energia vitale, ha proseguito la sua formazione a Padova come counselor.

"Una pubblicità non ha il compito di veicolare messaggi, serve educazione sessuale nelle scuole"

La funzione dei sex toys per il benessere individuale e di coppia è un argomento che negli ultimi tempi è oggetto di varie confidenze di vip, eppure l'inequivocabile design dell'oggetto rosa e svettante nella pubblicità censurata ha agitato gli animi di uomini e donne, per lo più critici. "La mia visione dell'autoerotismo - risponde Cutrupi - è che tutto va bene se raggiunge l'obiettivo, io posso voler camminare a piedi o  prendere l'aereo: il vero punto è capire che la sessualita è personale e non di coppia, capita che anche tra innamorati il desiderio non coincida. Ovviamente se c'è intimità emotiva si cavalcano le stesse onde e ci si viene incontro, ma la reazione sessuale si attiva quando si è sereni e soprattutto se una donna non è essere fisicamente stanca, o addirittura sfinita come spesso a fine giornata lo sono tante madri". 

La pubblicità censurata

La vera blasfemia attorno alle madri è l'orgasmo, che per le donne è notoriamente una conquista tutt'altro che comune ("oltre la metà delle femmine rispetto ai maschi non lo raggiunge", ricorda Francesca Cutrupi), ma chi arriva nell'alcova coniugale dopo ore di lavoro, accudimento dei figli e mansioni domestiche non è certo nelle condizioni migliori per abbandonarsi al piacere sessuale. "Un percorso che sto facendo a Siviglia - dice ancora l'esperta - si chiama 'il potere della vagina' perché esalta tutto quello che la donna può scoprire conoscendo il suo corpo. Dire che le donne non si toccano è negare la loro sessualità, un messaggio che riguarda anche lo stupro: si ammonisce la donna a non mostrare il corpo o non avere una vita sessuale facendo aleggiare la minaccia della violenza, dicendoci che se saremo sessualmente libere la conseguenza sarà essere stuprata". 

Ma che un figlio regali un vibratore alla madre non è un po' eccessivo? "Nella mia community tante donne hanno commentato positivamente riguardo il messaggio, sicuramente provocatorio, di quella pubblicità. Che però non dice espressamente che debba essere il figlio o la figlia a fare questo regalo... E' chiaro che sarebbe fuori luogo, ma non perché genitori e figli non debbano parlare di sesso: al contrario, quando mi vengono proposti laboratori di questo tipo con minori, un'attività formativa a cui tengo molto, io voglio sempre fare il primo colloquio con i genitori, e posso assicurare che di questo accompagnamento i genitori sentono il bisogno, perché da soli ad affrontare queste tematiche con i figli si ha paura e si teme di sbagliare. Altra cosa è parlare delle proprie vite sessuali tra genitori e figli, questo non mette nessuno a proprio agio e richiede una particolare confidenza, molto rara. Ma direi - aggiunge Francesca Cutrupi - che in generale non è facile regalare un sex toy... bisognerebbe conoscere i gusti sessuali di chi lo riceverà, non è un argomento frequente neanche tra amiche".  

Scardinare gli stereotipi culturali e conoscere se stessi: "Guardatevi nudi allo specchio"

Uno scandalo incolpevole, in fondo si tratta di marketing e chi vende non ha il ruolo di un'agenzia educativa. "Il problema - commenta Cutrupi - è la mancanza dell'educazione sessuale nelle scuole, è lì e per quel target di età che dovrebbero essere diffusi messaggi corretti e da parte di professionisti. Senza questo intervento la sessualità soprattutto per i giovani è senza controllo: la conoscenza e il dialogo su questo tema è fondamentale per prevenire il fenomeno della violenza di genere". 

Il sesso come fonte di felicità o sofferenza, sta a noi scegliere. "Chiunque reagisca male nel sentire parlare di orgasmo o autoerotismo soffre moltissimo - dice ancora la specialista, che ha tra le sue competenze quella di facilitatrice mindfullness - e io lavoro sui tabù che impediscono a chi ha un disagio di comunicarlo. Le donne che provano dolore durante i rapporti sessuali faticano a dirlo perché ancora esistono medici secondo cui è un fatto normale, da risolvere con i lubrificanti! Il cambiamento deve avvenire sull'aspetto culturale. Tutti i messaggi che ricevo sui canali social iniziano con la stessa frase: ciao Francesca, io non ne ho mai parlato prima con nessuno..."

La presenza digitale di SelVagina è stata scandita in questi anni da post in cui Francesca Cutrupi ha parlato anche di sé e ha raccontato il rapporto con il corpo attraverso fotografie senza vestiti. "Ho scelto questa modalità per consentire agli altri di riconoscersi in quello che io condividevo, mie esperienze del passato delle quali ho parlato non mentre le stavo vivendo ma solo quando ho potuto elaborarle con distacco. Le immagini in cui sono nuda sullo sfondo della nella natura dell'Aspromonte mi hanno permesso di dire che ogni corpo è adatto a provare piacere al di là delle forme, imperfezioni o anche disabilità. Sotto quelle foto ho ricevuto soltanto commenti positivi e di empatia. Nelle foto io non uso mai filtri - conclude - e invito tutti a non fare riferimento alle immagini ritoccate dei social e invece guardarsi nudi davanti allo specchio, vedersi per come si è". 

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