Venerdì Santo, la Via Crucis "capovolta" tra le vie del centro in ascolto degli invisibili
Le meditazioni iniziale e conclusiva sono poesie scritte dal villese Vincenzo Calandruccio, internato nei lager nazisti
Sono arrivati in tanti in Cattedrale per assistere alla liturgia del Venerdì santo, quando si celebra la passione e la crocifissione di Gesù Cristo. Oggi le campane, che tradizionalmente richiamano i fedeli alla celebrazione dell'eucaristia, non suonano. La Chiesa è in lutto per la crocifissione di Cristo.
In Cattedrale è officiata la Passione del Signore, presieduta dall'arcivescovo Fortunato Morrone: non viene celebrata la messa e non c'è la liturgia eucaristica. È il tempo del lutto e della liturgia della Parola, e dell'adorazione della Croce.
I fedeli che affollano la Cattedrale, terminata la liturgia della Passione del Signore, ecco che si riversano in strada per la Via Crucis cittadina. Dalla Cattedrale camminano e cantano, pregano e percorrono la via Cattolica dei Greci, il corso Garibaldi e, infine torneranno in piazza Duomo.
La Via Crucis capovolta e le poesie di Calandruccio
Il corteo è aperto dalla croce affiancata dalle fiaccole, a cui seguono l'arcivescovo Morrone, i cantori, i lettori e poi tutti i fedeli. È una Via Crucis "capovolta", per ricordare che oltre al benessere e al progresso, ci sono anche tante fragilità. Così ecco che ogni stazione inizia proprio dall'ascolto della testimonianza di uomini e donne che hanno intercettato Dio attraverso il suo metodo dell'incarnazione. Le Stazioni, dieci, diventano Fermate, come invito e obbligo ad "arrestare il nostro moto frenetico per ascoltare e vedere con gli occhi e le orecchie del cuore gli invisibili".
Meditazioni e preghiere d'intercessione sono state preparate dalla comunità parrocchiale di Maria Santissima Immacolata di Scilla. Le meditazioni iniziale e conclusiva sono poesie scritte da Vincenzo Calandruccio, di Villa San Giovanni. Nato nel 1918 e morto nel 1990, Calandruccio ha partecipato alla guerra nei Balcani, è stato internato nei lager nazisti e ha partecipato alla resistenza nelle file dei cattolici della Democrazia Cristiana.
Le meditazioni delle dieci stazioni fermate, insieme con le preghiere finali, sono state scritte da «fratelli e sorelle “invisibili” per il mondo», ma conosciuti da chi li ha accolti in strutture di ispirazione cristiana, e da operatori ed amici impegnati nel sociale e nella carità.
Non ci sono le Varette a ricordare la vita di Cristo, le statue in cartapesta sono rimaste nella cripta della chiesa di Gesù e Maria, custodite dalle suore, ma questa Via Crucis "capovolta" tocca il cuore dei fedeli reggini.