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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

Impegno istituzionale e sociale e l'amore per la sua Reggio: Giusy Versace si racconta

Tante belle iniziative quelle della senatrice che vive e opera tra Roma e Milano ma le programma anche nella sua città

Lotta alla violenza sulle donne, al bullismo e cyberbullismo, promozione dello sport quale fondamentale mezzo di riscatto e rinascita. Tanti gli impegni e i progetti sociali che portano la senatrice reggina Giusy Versace in giro per l’Italia.

Non solo attività istituzionali, dunque, che già basterebbero ad assorbirla completamente ma la Giusy nazionale, come sappiamo, è “wonder” e, dunque, tra un tagliando e l’altro che le ricordano, come ama scherzare lei, che solo le gambe sono in carbonio ma il resto è carne e ossa, porta avanti battaglie fondamentali per la società.

Ultima in ordine di tempo l’iniziativa sul bullismo e cyberbullismo. “Ho deciso di organizzare un convegno perché tengo molto ai giovani e alle loro problematiche. Quando metto in piedi iniziative lo faccio in modo trasversale, coinvolgendo tutti gli attori principali, tra politica e società, per un confronto immediato e schietto.

Porto la voce di soggetti che affrontano il problema quotidianamente come quella di Luca Massaccesi, presidente dell’osservatorio nazionale bullismo, che in questa occasione ci ha fornito dati concreti su cui meditare e lavorare; e poi Matteo Fabris, psicologo dello sviluppo e ricercatore presso il dipartimento di psicologia dell’università degli studi di Torino, Maria Teresa Cipollone dell’associazione nazionale presidi Regione Lazio e Ferencz Bartocci, Ceo Bertram yachts Derthona Basket". 

“Siamo in attesa che giunga in aula per il voto finale la nuova legge su bullismo e cyberbullismo. Una legge del 2017 esiste già ma si riferisce solo al cyberbullismo, nata sull’onda del primo drammatico evento che ha portato una giovane al suicidio. Su questa, che voteremo a giorni, si specifica finalmente la fattispecie di bullismo e si stanziano più fondi per la prevenzione. Un’attenzione che la politica ha dovere di dare”.

Cosa farà di più questa legge? “Stanzia più fondi per iniziative volte a prevenire questi fenomeni e, soprattutto, definisce finalmente e chiaramente la fattispecie di bullismo. Siamo tutti consapevoli che il problema non si risolve solo con una legge, né con una giornata dedicata, ma servono i riflettori accesi”.

Che strumenti abbiamo? “Lo sport, per esempio, che inculca la disciplina, il rispetto dell’avversario, delle regole. E poi… e poi noi. Noi adulti, genitori, insegnanti, parenti, con il nostro esempio, mostrando e insegnando rispetto e tolleranza. In commissione parlamentare per infanzia e adolescenza abbiamo svolto una profonda analisi e siamo giunti alla conclusione, per esempio, che il disconoscimento dell’autorevolezza dei docenti derivi spesso anche dal comportamento dei genitori. Si tratta di un dramma culturale e ognuno di noi ha una grande responsabilità. Dobbiamo offrire modelli positivi promuovendo gentilezza e altruismo”. 

Anche lei, a causa del suo incidente avrà dovuto affrontare il giudizio, la durezza, la distanza. Sguardi e commenti che a volte possono far male. "Si, ma io, grazie alla mia grande fede e forse, al mio carattere, ho avuto un approccio positivo da subito. Ho sofferto, certo. Provavo un grande disagio ma affrontavo. Ho pensato che non dovessi essere io a vergognarmi, i delinquenti devono vergognarsi e non chi perde le gambe a causa di un incidente. Ho avuto uno scudo: l’amore dei miei amici e della mia famiglia. Sono grata a Dio per avere una testa forte e cuore che ama".

E' impegnatissima anche contro la violenza di genere, con la sua amica Jo Squillo, con la quale avete costituito una associazione e aiutate concretamente le donne. In particolare parliamo di una reggina, Maria Antonietta Rositani, bruciata viva dal marito. “Si, la sosteniamo da tempo. Maria Antonietta è una di quelle donne che ha bisogno di supporto perché il percorso fisico, psicologico per poter tornare alla vita è lungo e doloroso. Vorrei che la città, la mia straordinaria città, con in testa il sindaco, la sostenesse di più, la supportasse in questo cammino”.

Ha creato una onlus per chi si trova nella sua stessa situazione e magari, non trova questa forza. “Esatto. E per questo mi dedico anche alla politica. Perché così posso schiacciare dei tasti ed essere voce per chi ha bisogno. Per me è una missione”.

E Reggio Calabria? La sua Reggio? “Prima avevo più tempo libero per una scappata, ma Reggio è sempre nel mio cuore”. 

Ma ha realizzato belle cose per la Calabria. “Si grazie all’HappyRun che poi è diventata HappyRun for Christmas. Nasce 2011 a settembre con il villaggio dello sport giorno e la corsa serale. Non una competizione ma una gara che unisce tutti, normodotati e persone con disabilità, adulti, bambini, anziani. Una manifestazione che amo, che serviva a guardare la disabilità con occhi diversi, a tirare tutti fuori da casa soprattutto loro, con lo scopo di stare assieme per aiutare gli altri, correndo, camminando o passeggiando, non è importante. Tutti i fondi che ho raccolto con le varie edizioni sono stati reimpiegati in Calabria per aiutare giovani in difficoltà”.

HappyRun

Ricordiamo un grande amico, nostro, della città e dell’HappyRun, Giacomo Battaglia… “Come dimenticarlo. E lui era innamorato dell’edizione natalizia e insieme a Gigi Miseferi erano un supporto irrinunciabile per una macchina organizzativa importante come quella dell’HappyRun”. 

Che progetti ha per Reggio? “Tante idee. Mi piacerebbe portare a Reggio la mostra fotografica I muri del silenzio, per esempio. E poi sto lavorando per riportare l’HappuRun che mi riunirà alla mia città che, ne sono certa, risponderà come sempre, dandomi ancora grandi soddisfazioni”.

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