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Un caffè con il candidato, Siclari boccia il Decreto agosto: "Una mancetta elettorale"

Il candidato sindaco del Partito dei comunisti lavoratori ai microfoni di ReggioToday mette in chiaro le sue idee programmatiche per la ripartenza di Reggio Calabria

“Il decreto agosto è una vera e propria panacea elettorale varata alla vigilia del voto”. Pino Siclari, candidato sindaco per il Partito dei comunisti lavoratori taglia corto e, senza peli sulla lingua, boccia l’azione del sindaco Giuseppe Falcomatà per il ripianamento del debito e bolla come operazione politico elettorale la “dote” ottenuta da Reggio Calabria per risanare le casse e rimettere in moto la macchina amministrativa. Ma non solo.

Le idee di Pino Siclari sul futuro della città, che il candidato alla carica di primo cittadino ha svelato ai microfoni di ReggioToday, sono radicalmente alternative a quelle enunciate sino ad oggi dagli altri partecipanti alla corsa elettorale che si concluderà il 20 e 21 settembre.

La crisi economica perdurante e il colpo mortale della pandemia da Covid hanno ferito la città, quali possono essere le basi per la ripartenza?

“Dopo Ebola, Aviaria, Sars, il Covid-19 procede più facilmente in un contesto ambientale devastato dal capitalismo e colpisce con più forza aree sociali e territoriali deboli. I suoi guasti si innestano su un quadro sociale già provato da lunghi anni da una crisi di sovrapproduzione. Il tutto richiede una riorganizzazione complessiva della società. O socialismo o barbarie”.

La pandemia ha colpito tutti i settori, da quelli economici a quelli più strettamente sociali, un dato è emerso chiaramente l’insufficienza strutturale, materiale e immateriale, delle scuole reggine. Cosa pensa si possa fare per dare una svolta?

“La gravità della crisi ha spinto l’Unione Europea a varare un intervento di grandi dimensioni per evitare il crollo definitivo del sistema capitalistico. I capitali messi in campo non devono essere visti come una regalia. Le banche europee chiederanno quanto prima possibile il totale rientro dell’esborso. Tagli alle opere sociali, al sistema pensionistico, misure contro i diritti del lavoro, ulteriori precarizzazioni ricadranno sui soggetti più deboli già oggi costretti alla miseria, alla povertà,  alla disperazione. Paghino invece lor signori, si abolisca il debito pubblico verso le banche. Solo un governo di lavoratori, in Italia e in Europa, può evitare la catastrofe”.

Arrivare a Reggio Calabria costa sempre più caro. La città appare isolata infrastrutturalmente su tutte le direttrici di mobilità. Cosa crede sia opportuno fare?

“Anche qui la dittatura del profitto ha colpito duramente. Le infrastrutture sono state concepite per massimizzare i guadagni dei capitalisti, vedi il caso del Ponte Morandi a Genova. Si parla di Tav a fronte di un sistema dei trasporti che soprattutto al Sud è fatiscente. Occorre cambiare registro con una politica fondata esclusivamente su criteri di utilità sociale”.

La convince l’idea del Governo di riprendere il mano l’idea di un attraversamento stabile fra Scilla e Cariddi.

“Il Ponte sullo Stretto ritorna alla ribalta. E’ una grande opera che implica devastazione di ambiente e territorio, sollecita interessi mafiosi, spreca ingenti risorse. Esse potrebbero essere destinate in una direzione totalmente diversa. Miglioramento della Statale 106, collegamenti per le aree interne, realizzazione di un asse ferroviario da Gioia Tauro e il suo porto alla Locride, la totale pubblicizzazione dei trasporti sullo Stretto, la revoca di ogni concessione ai privati: questo propone il Pcl”.

Il settore rifiuti è amaro protagonista delle cronache di questi giorni. La differenziata porta a porta non funziona, il territorio è costellato di micro discariche, non si riesce a stanare gli evasori e a frenare lo scarico illegale, intanto le critiche, al pari di quelle sullo stato di degrado delle strade cittadine, ricadono sull’amministrazione. C’è evidentemente qualcosa che non funziona. Cosa pensa di fare per migliorare il servizio?

“La privatizzazione dei servizi condivisa da centrodestra e centrosinistra ha portato ad una situazione di emergenza ambientale e al consolidarsi di ogni forma di interesse speculativo. Procedere alla ripubblicizzazione del servizio ( raccolta e smaltimento sotto controllo sociale), avviare una reale politica di riciclo, legare le tariffe al servizio realmente offerto con una scala di scaglioni tributari proporzionata al reddito degli utenti sono più che mai, secondo il Pcl, all’ordine del giorno”.

Le periferie sono sempre più lontane dal centro, in qualità della vita e servizi offerti, crede sia stato fatto tutto il possibile o qualcosa c’è ancora da fare?

“Sono da sempre più marginali e povere. A Reggio Calabria la città metropolitana ha aggravato questo quadro. Occorre valorizzare, invece, le realtà locali. Nelle città devono avere un ruolo importante e non decorativo i consigli di quartiere eletti dalla cittadinanza. Occorre dunque un decentramento reale e superare il sottodimensionamento delle piante organiche del personale”.

Reggio Calabria e l’ombra del dissesto. Crede che la scelta di Falcomatà sia stata quella giusta.

“I ripetuti tagli alle finanze locali uniti alla voracità di una famelica borghesia mafiosa hanno gettato Reggio Calabria in un baratro finanziario, Modello Reggio, gestione commissariale, e poi le ultime amministrazioni ne sono chiaramente responsabili. Il Pcl ha richiesto la proclamazione del dissesto per bloccare diverse situazioni creditizie  da verificare realmente. Così facendosi potrebbero evitare le altissime tariffe che, a fronte di servizi inesistenti, si rovesciano da tempo soprattutto sui reggini meno abbienti”.

Il sindaco assicura che con il “Decreto agosto” il problema sarà risolto, cosa ne pensa?

“Il decreto agosto è una vera e propria panacea elettorale varata alla vigilia del voto. I 200 milioni di euro, sulla cui ripartizione e destinazioni nulla è chiaramente detto, contribuiranno ad aggravare il debito pubblico e a nuovi salassi statali. Occorre, tra le altre cose, varare una patrimoniale che gravi sul 10% della popolazione italiana. Dai più ricchi devono venire le risorse utili a sostenere anche la finanza locale”.

Dove l’economia soffre l’illegalità si diffonde e la ‘ndrangheta gestisce lucrosi affari, come ci si può liberare da questo giogo?

“La ndrangheta è dunque una faccia della società borghese. L’antidoto è dunque una trasformazione socialista di società ed economia che può basarsi sulla crescita dei livelli di coscienza di massa. Le vie giudiziarie non sono sufficienti. Il qualunquismo giustizialista ha le gambe veramente corte”.

La maggioranza uscente ha perso qualche pezzo importante, crede che possa essere un punto a favore del centrodestra.

“Leggi elettorali truffaldine e un quadro di disaffezione alla politica consentono la lievitazione del fenomeno del trasformismo. Se nelle elezioni comunali tutto ciò premiasse la destre sarebbe il caso di dire al Pd e ai suoi alleati: chi è causa del suo mal pianga se stesso. In questo contesto il Pcl si pronuncia per un chiaro no al referendum – truffa sul taglio dei parlamentari che vuole rendere la casta sempre più casta colpendo implicitamente gli spazi di rappresentanza e di democrazia per i soggetti più deboli”.

Qual è la sua idea di città e quale sarà il futuro di Reggio?

“Il Pcl è l’ unica forza espressa dal movimento dei lavoratori nelle elezioni politiche. Chiama al suo fianco tutti i comunisti e le comuniste, e tutti coloro che si oppongono da un versante progressivo alla crisi della città. Una Reggio dei lavoratori, delle donne, dei giovani e degli oppressi è il futuro per cui anche nelle elezioni si batte il Pcl”.

Parliamo adesso un po’ di lei: un libro preferito, che tipo di musica preferisce? 

“Un solo titolo è troppo poco: penso al Manifesto, al Capitale, a Essere e Tempo, al Deserto dei Tartari, alla Bibbia, a “La cifra” e ne trascuro molti altri. Anche per la musica: le canzoni d’autore (Tenco, De Andrè, Guccini, De Gregori e Venditti), a Gershwin e tante altre espressioni della musica”.  

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