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Sabato, 27 Aprile 2024
Botta e risposta

Il ponte che divide: giravoltismo, occasione storica o la madre di tutte le battaglie infrastrutturali

Dopo l'approvazione da parte del Senato del decreto che sblocca l'opera destra e sinistra si dividono sulla realizzazione dell'attraversamento stabile

 Un sogno che diventa realtà, un'occasione storica, un'opera inutile e dannosa per l'ecosistema, espressione di "giravoltismo" politico. Il ponte sullo Stretto, da decenni, divide la politica, la scienza e la comunità. L'approvazione da parte del Senato del decreto che riapre il cantiere per la realizzazione dell'attraversamento stabile fra la sponda calabra e quella sicula della Penisola ha riacceso gli animi dei rappresentanti parlamentari.

La sfida sul ponte, che ieri nell'aula di palazzo Madama ha registrato l'ennesima puntata, ha visto la politica chiamare in causa il genio italiano e il Rinascimento. Da una parte Matteo Salvini, che chiede aiuto a Michelangelo, Raffaello e Leonardo, dall'altra la senatrice Barbara Floridia, del M5S, che replica a tono, spiegando che se a quei tempi ci fosse stata la Lega non avremmo proprio avuto il Rinascimento.

"Bisogna osare. Se ci fossero stati all'epoca i 5 Stelle - ha detto in aula Matteo Salvini - noi milanesi le chiuse sui Navigli di Leonardo Da Vinci non le avremmo mai viste, per intenderci, ci sarebbe il comitato anti Leonardo: questo è un matto, vuole fare le chiuse sui Navigli, fermatelo, è denaro speso male". 

Da una parte, quindi, il ministro delle Infrastrutture, che chiede aiuto a Michelangelo, Raffaello e Leonardo, dall'altra la senatrice Barbara Floridia, del M5S, che replica a tono, spiegando che se a quei tempi ci fosse stata la Lega non avremmo proprio avuto il Rinascimento.

Sulla sponda del dissenso anche il senatore reggino Nicola Irto che bacchetta il leader della Lega, bollando l'intervento del ministro in aula di: "Giravoltismo, altro che Rinascimento". Per Nicola Irto: “Il decreto sul ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro. Ma l’arma di distrazione di massa può servire anche ad altro. Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata”.

“Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato - ha concluso Irto - per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot.Una ferma opposizione che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il Partito democratico vota no”.

In mezzo i parlamentari di Forza Italia che hanno dedicato al loro leader Silvio Berlusconi, strenuo sostenitore della necessità di collegare stabilmente la Calabria alla Sicilia. “Con la conversione in legge di questo decreto – ha detto Licia Ronzulli -, poniamo idealmente la prima pietra di un’opera strategica frutto della visione di Silvio Berlusconi, un uomo capace di immaginare il futuro. Il nostro Presidente ne parla dal 1994, e 25 anni dopo, in molti hanno dovuto ammettere che la Sicilia e la Calabria meritano un collegamento stabile. È perciò a lui che vogliamo dedicare questo voto e questo successo del Paese. Perché il ponte sullo Stretto è davvero la madre di tutte le battaglie infrastrutturali e in un paese normale sarebbe già stato costruito da decenni".

Per il deputato reggino Francesco Cannizzaro, invece, “Dopo vent’anni siamo riusciti a sconfiggere il partito dei no, i veti ideologici, i pregiudizi, la paura, il disfattismo. La costruzione di quest’opera strategica porterà anche investimenti nella rete stradale, autostradale, ferroviaria, portando l’alta velocità e l’alta capacità. Il Ponte porta in dote tanto altro, dunque, con importanti ricadute sul territorio anche in termini di servizi". 

“Finalmente, il Sud, e di conseguenza l’Italia, saranno dotati di una infrastruttura indispensabile ed efficiente e diventeranno l’hub per eccellenza del Mediterraneo, con Calabria e Sicilia protagoniste di uno sviluppo economico e sociale senza precedenti. È una vittoria soprattutto di Forza Italia e del Presidente Berlusconi – ha concluso Cannizzaro - ma anche di tutto il CentroDestra, dei cittadini del Mezzogiorno, di chi ci ha creduto sempre. Avanti tutta!”.

 

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