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Sabato, 27 Aprile 2024
Ultimo giorno sui banchi

La scuola è finita e gli studenti colonizzano la città tra cori liberatori e qualche lacrima

Al suono della campanella i ragazzi di licei e medie hanno festeggiato l'inizio dell'estate con qualche piccola ansia per chi si prepara agli esami

Al suono dell'ultima campanella è finita anche quest'anno. Le scuole della città salutano studenti e insegnanti (i secondi un po' meno, da lunedì si riprende con scrutini e riunioni) e davanti ai cancelli stamattina si è celebrato il consueto rituale dei cori liberatori, gli abbracci, le goliardate.

Oggi è festa per tutti, anche per chi sa che in pagella ci saranno materie da riparare. Quel che è fatto è fatto, adesso il pensiero dei liceali è proiettato alla frenesia di un sabato speciale, senza compiti e interrogazioni da preparare, e - se il clima lo consentirà - per questi ragazzi che hanno la fortuna di vivere sul mare anche l'idea di andare in spiaggia.

Caldo ne fa, e le classi si erano già svuotate in questa settimana finale: sparute presenze davanti alle cattedre, con le facce da lavori forzati di chi ha provato in extremis a recuperare e salvarsi tra le suppliche a prof martirizzati ma che l'ultima chance non la negano a nessuno.

Perché, caro ministro Valditara, contro la dispersione scolastica qui si lotta in trincea da anni, e per la maggior parte di docenti e dirigenti l'obiettivo è non uno di meno, e la chiusura di una scuola, la cancellazione di una classe, si scongiurano con ogni mezzo - anche trattenendo sui banchi quegli allievi a fondo perduto, che proprio non vogliono stare e aspettano la fine dell'obbligo per andarsene, e lavorare poi chissà. 

Gli studenti del Piria con le magliette firmate

La scuola è importante anche a queste latitudini, caro ministro, e per tutti i nostri ragazzi, pure per quelli che stamattina non vedevano l'ora di uscire e iniziare la loro estate. I maturandi reggini con le loro magliette colorate hanno riempito le vie del centro di slogan e motti divertenti. Ogni quinta è la migliore, e sulle spalle campeggiano numeri da giocatori e nomignoli, veri o ispirati al personaggio del cuore. Per loro parte il conto alla rovescia per gli esami e questa inevitabile responsabilità sembra un'ingiustizia se finalmente c'è un sole pieno dopo giorni attoniti di un maltempo che ormai non è semplicemente pioggia ma fa paura anche in una città dell'estremo Sud.

Gli studenti evasi dalle aule colonizzano la città come quegli antichi romani guerrafondai che hanno odiato tanto studiare - anche perché noi siamo greci e preferiamo la contemplazione, la mentalità meridiana. Sulle panchine del lungomare ci sono pennellate di fucsia, verde, violetto, giallo. L'armocromia non interessa a nessuno, non ce ne vogliano gli esperti della materia ma sulla giovinezza sta bene tutto e provateci a contestare questa luminosa verità.

Marco, studente del liceo delle scienze umane Gullì, si lascia andare a un pensiero filosofico: "Fino a quando siamo a scuola le cose sono semplici. Da adesso ci saranno altri pensieri, il futuro con la ragazza, trovare un lavoro...si sa che la vita è così".

I compagni lo riportano subito al presente dell'ora: il profumo dolce dei gelati, il borbottio dei motorini e (a proposito di adulti) i clacson isterici degli automobilisti che imprecano contro l'ennesima deviazione nella città cantiere perenne. Chè sul lungomare sempre, e persino oggi, giornata in cui lo stressante traffico dell'orario di uscita scolastica ha allentato la morsa, si cammina a passo d'uomo.

Stanotte gli studenti di secondo grado di Reggio Calabria s'incontreranno al Cocoya per una grande festa collettiva, lo School Prom organizzata dai principali istituti di città e provincia, dal Vinci al Volta, Campanella, Piria e Righi fino al Repaci-Nostro di Villa San Giovanni. Un evento da vela pubblicitaria e cartelloni: ci sarà un dj set, i tavoli privé e ovviamente tanti liceali tirati a lucido per concretizzare con la crush del momento, ballare, fare scemenze di gusto e pure avvistare l'ex e vedere con chi è (da Damiano dei Maneskin e Giorgia, alla coppia scoppiata di casa nostra la distanza è pochissima, ripicche social comprese). 

Per i più giovani l'atmosfera di oggi è diversa ma neanche troppo. I ragazzi di primaria e media si stringono forte e spunta qualche lacrima, come se dovessero partire per un altro mondo e non tornare più. Per qualcuno forse è davvero così, tra loro ci sono tanti minori arrivati dall'Ucraina che sperano di iniziare il nuovo anno scolastico nella loro città, in pace. 

Le tradizioni dell'ultimo giorno sono immutate, si ripetono di generazione in generazione. I vassoi di rustici e dolci introdotti nelle classi con strategia da cospiratori (qualche divieto del Covid è rimasto e anche senza il virus da anni le scuole sono diventate tribunali dove una piccola eccezione si paga cara, anche le cose innocue che sopravvivono nei ricordi degli stessi professori e genitori e tornassero indietro le rifarebbero identiche). Le firme su magliette, diari e foto di classe.

I gavettoni e le promesse di vedersi nei mesi estivi, suggellata dalla prima "pizzata" tra poche ore, un gioioso impegno che non tutti i ragazzi (non tutte le famiglie) potranno mantenere. Sono le famose disparità sociali, e quindi educative, a cui adesso vuole porre rimedio il ministro. E che purtroppo non esistono soltanto nelle valutazioni scritte sulle schede Invalsi. 

L'anno prossimo ci sarà anche qualche zona della nostra provincia nel piano di salvezza del ministero, perché ci hanno classificato tra i peggiori. Ma nei corridoi delle scuole da cui sono sciamati i nostri allievi ci sono lavori bellissimi sulla pace, il bullismo, l'immigrazione. Non sono arretrati e forse quei punteggi da tripla penna blu dipendono da quello che conoscono di questi argomenti, dalle risposte mancate alle loro frasi sui cartelloni, che spesso sono messaggi criptici di aiuto. Certe volte, come è accaduto per Denise, le brutte notizie sono vicinissime, e un trend su TikTok non è la solita idiozia ma un piccolo conforto, un modo per avere meno paura.  

Anche alla media per le terze c'è in vista un appuntamento che fa battere il cuore. L'esame di stato, il primo vero. La 3 B dello Spanò Bolani ha concluso il ciclo invitando tutti i loro compagni a un flashmob sulle scalinate del teatro Cilea, organizzato con il professore Domenico Allegretti e la coreografa Alessia Marino. Citando un brano di Jovanotti l'hanno intitolato "Questa è la mia casa": anche se ci provano in ogni modo a farla diventare altro, i ragazzi vogliono ancora che la scuola sia soprattutto questo.

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