Il mito della ninfa Scilla rivive in un cortometraggio
Ecco il video che svela la leggendaria storia che attraversa i secoli
Il mito di Scilla, la bellissima ninfa che viveva sulle coste calabresi, rivive attraverso le immagini del cortometraggio "Scilla la Ninfa" scritto da Emmanuele Saccà e diretto da Emiliano Chillico. Montaggio Thomas Castiello, musiche di Michele Arena, narrazione a cura di Federica Montanelli, cura del testo Simona Arcaro. Le riprese sono state fatte a Scilla, le grotte di Palmi, le cascate di Piminoro di Oppido Mamertina, monte Sant'Elia a Palmi. Scopriamo insieme la storia leggendaria che attraversa i secoli.
Scilla la ninfa: il video del cortometraggio
In una terra affacciata sul mare adornata da olivi e agrumi viveva insieme alla famiglia la piccola Scilla che era molto legata alla sorella Dafne con la quale passava molto tempo. E così trascorrevano le loro giornate nella cascata dove vivevano con i genitori. A rompere l'idillio l'arrivo di un losco individuo che a loro insaputa cominciò a spiarli. Si trattava del servo della maga Circe a cui la stessa aveva ordinato di cercare giovani da rapire. Nel frattempo in un antico bosco la saggia Iris si intratteneva con le sue allieve e diede ad Agape un invito da consegnare a Dafne per partecipare alle letture di testi antichi. Agape che era la migliore amica di Dafne andò alle cascate per consegnare l'invito e quando Dafne lasciò la cascata per raggiungere l'amica Agape fu catturata da un cavaliere e dal servo della maga Circe.
Il padre insospettito dai versi insoliti degli uccelli che arrivarono fino alla cascata uscì a cercare la figlia. Un'altra ragazza vide tutto l'accaduto e si nascose e guardando a terra trovò una pergamena che raccolse. Era la pergamena di Dafne che poi diede al padre a cui raccontò l'accaduto.
Dafne fu portata nella grotta in cui i prigionieri si trasformavano in animali e qui a i piedi di Circe giunse per scoprire il suo destino. Circe cominciò a ripetere le formule magiche e la trasformò in un piccolo pesce rosso. Anche l'amica Agape, arrivata alla grotta per salvare le altre bambine presenti, fu fatta prigioniera e posta nella parte più buia della grotta.
Ritornato a casa il padre raccontò che la figlia era stata rapita e la piccola ninfa Scilla si chiuse in se stessa. Con il passare degli anni Scilla divenne bellissima e incontrò Glauco che stava facendo il bagno. Il semidio si innamorò a prima vista della ragazza che lo respinse fuggendo via. Questo metà uomo e metà pesce non si arrese e uscito dalle acque si trasformò in un giovane uomo e trovata una veste su un masso la indossò per raggiungere Scilla e gridarle il suo amore, ma Scilla restò nascosta. Disperato Glauco si recò da Circe per chiederle un filtro che gli consentisse di conquistare la fanciulla, ma Circe si innamorò di lui e gli chiese di rimanere con lei ma fu rifiutata . La maga su tutte le furie disse al servo di preparare un veleno per trasformare le persone in mostri e di dirigersi nelle acque in cui Scilla faceva il bagno, questa una volta entrata in acqua si trasformò nella terribile creatura della leggenda da sempre nota nello Stretto.