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Le telecamere della Rai scoprono la splendida Calabria bizantina

"E' l'Italia, bellezza!", programma condotto da Francesca Fialdini, andato in onda ieri sera (1 agosto) su Rai Storia, ha fatto tappa a Stilo per raccontare al pubblico la chiesa "Cattolica", esempio di arte bizantina

STILO - Il Comune in provincia di Reggio Calabria è comparso tra le mete del viaggio realizzato nel corso della seconda puntata di "E' l'Italia, bellezza!", programma condotto da Francesca Fialdini, le cui riprese sono state effettuate nel 2020 ed andate in onda ieri sera (1 agosto 2022) su Rai Storia. 

"Stilo, annidata sulle rocciose pendici del Monte Consolino, è tutta dominata da questa piccola gemma dell'arte bizantina", racconta la voce fuoricampo riferendosi a "la Cattolica": piccola chiesta che sorge sul fianco del rilievo montuoso, poco più in alto del nucleo storico del borgo. Il suo nome deriva dal termine greco Catholicon, che può indicare sia un edificio religioso adibito all'uso di cattedrale, che la chiesa principale di un monastero. 

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Il racconto della chiesa

La Cattolica di Stilo è senz'altro la più importante chiesa della Calabria bizantina. Edificata, probabilmente, nel corso dell'XI secolo, è interamente costruita con mattoni di reimpiego, provenienti dall'antica città romana di Scolacium; ripropone lo schema a croce inscritta, molto in uso nel mondo greco. All'interno sono presenti cicli pittorici di epoche diverse, che rappresentano i Santi più  importanti del credo bizantino: San Basilio, San Nicola, San Giovanni il Precursore. Del XII secolo è l'affreco dell'Ascensione, in cui il Cristo - nell'atto di abbandonare la Terra - benedice i fedeli. 

"Siamo in presenza di un edificio costruito inizialmente per servire un nucleo monastico - afferma lo storico Filippo Burgarella alle telecamere della Rai - il suo contesto territoriale lo consente - prosegue - nel passato c'era bisogno di un luogo che radunasse i monaci presenti in zona". 

"Il tipo di liturgia praticata era quella delle feste, svolte sia la domenica ma anche in occasione di evenienze particolari. La comunità intera si ritrovava in prossimità della chiesa per celebrava la divina liturgia, anche all'esterno" racconta l'archeologo Francesco Cuteri, interpellato dalla trasmissione.

"L'edificio rappresenta in pieno il modo in cui il monaci bizantini si rapportavano a Dio - continua l'argeoloco - non serviva un edificio grandissimo, ma è un ascensore per il cielo". 

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