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Reggina, la versione di Cardona: "Scelte scellerate da parte di Saladini e Ferraro, ecco perché mi sono dimesso"

Le dichiarazioni dell'oramai ex presidente amaranto, che spiega la sua posizione al culmine del dramma sportivo del club

Marcello Cardona, oramai ex presidente della Reggina, ha incontrato la stampa presso il Circolo del Tennis Polimeni, per chiarire la sua posizione dopo la mancata iscrizione del club amaranto ai campionati Professionistici. Il Prefetto ripercorre i fatti che lo hanno indotto a prtesentare le sue dimissioni:

"Il 20 giugno mi trovo a Milano per la Reggina, dovevamo incontrare due figure tecnico-sportive che avrebbero avuto un ruolo nella stagione successiva. La proprietà mi annunciava l'iter positivo per l'iscrizione. Io sono stato nominato presidente del Cda, ma senza responsabilità gestionali o poteri di firma, solo di vigilanza e rappresentanza. Le proprietà mi hanno annunciato dunque l'iscrizione e poi mi é stato annunciato che nella giornata successiva la società sarebbe stata ceduta. A quel punto prendo la decisione di dimettermi, perché non ho lo strumento tecnico-giuridico per fare il presidente. Preciso che non ho mai ricevuto PEC circa le dimissioni del Consiglio di Amministrazione".

Continua l'oramai ex presidente: "Stavamo facendo i preparativi in vista della nuova stagione, erano stati individuate le località per il ritiro precampionato, Moccone o Cascia, il direttore sportivo aveva fatto il sopralluogo. La notizia della volontà di cedere é stato dunque un fulmine. Le figure indicate erano un grosso dirigente che ora é in A e successivamente una nuova figura tecnico-sportiva di grande prestigio. La sera ho incontrato queste figure e uno di questi si era accordato con la società sulla parte economica con l'azionista di maggioranza.

Dopo la mezzanotte ricevo una chiamata di una nostra consulente economica, che comunicava che non era stato ottemperato il pagamento dello stralcio dell'omologa, lasciandomi sconcertato. La mattina successiva ho parlato con un altro nostro consulente che mi ha sottolineato che "non si é ottemperato al pagamento, ci siamo assunti questo rischio". Io mi sono dimesso per queste due azioni scellerate, scellerate. In questi due mesi sono stato in silenzio e ho sofferto come tutti i reggini. Da oggi la mia posizione é chiara. In quest'ultimo anno ci siamo impegnati su numerosi fronti, a partire dalla cerimonia dei calendari, dall'arrivo della Nazionale, abbiamo affrontato un processo sportivo tramite il quale ne siamo usciti intelligentemente. Non aver pagato i 770mila euro ha sconfessato tutto il mio impegno con le istituzioni sportive".

Sulla questione dei complotti, spesso avallati dalla società di Saladini da dicembre 2022 in poi: "Dopo l'adesione al Codice Crisi Impresa ho avuto l'interlocuzione con i vertici federali e la Lega B. I complotti non esistono, Gravina e Balata dovevano esercitare le proprie prerogative e con la Reggina al primo posto e con la A praticamente certa sino al 27 dicembre, sono sono innescate le invidie degli altri club. In Assemblea di Lega il Brescia aveva chiesto l'esclusione della Reggina dalla B, il Pisa si lamentava che loro avevano pagato tutto e la Reggina invece aveva avuto la possibilità di aderire a questo maxi stralcio. Il 16 febbraio arrivano i dovuti i deferimenti. Sin da dicembre capisco che la situazione é estremamente complicata, la mia attività é iniziata con queste interlocuzioni dove piano piano eravamo riusciti a fare comprendere la situazione. Desidero ringraziare l'Unico politico che durante quelle settimane che immediatamente avuto interlocuzioni con il Ministro dello sport e il presidente Gravina, il presidente della Regione Occhiuto".

Cardona rivendica il suo lavoro diplomatico con la Federazione: "Dopo i due processi sportivi sulle penalizzazioni, ho avuto l'impressione che si sarebbe andati a sbattere al muro, ho parlato con Gravina e ho detto a lui che si doveva chiudere entro l'ordinamento federale. Un discorso che ha colpito positivamente lo stesso Gravina. Rischiavamo di avere un totale di 12 punti di penalizzazione e avevamo preso una china molto pericolosa sul campo, sia per questi motivi ma anche per altri motivi. Ho parlato con le proprietà e ho consigliato di fermare la lotta giudiziaria, inoltre ho contattato il team manager per chiedere ad Inzaghi se la cosa andava bene anche a lui e mi ha prospettato il suo via libera".

Sulle "garanzie" avute a giugno 2022 affinché accettasse la carica di presidente:  "La società viene acquistata da un Tribunale, che era la migliore certificazione per il futuro del club. Io Saladini l'ho incontrato dopo la cessione da parte del Tribunale a Saladini. Lo scorso giugno ho ricevuto presso la mia abitazione un inviato del Tribunale di Roma, insieme al dottor De Lillo e il signor Ierardi, amico del direttore sportivo della Reggina, per cui c'era la garanzia di un'istituzione".

Sul ritardo del suo intervento davanti alla stampa: "Se io faccio la conferenza il 21 giugno e dico queste cose, avrei portato una solida motivazione agli avversari per abbattere la Reggina. I 770mila euro andavano pagati entro il 20 giugno senza se e senza ma".

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