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VIDEO| Allarme processionaria, sintomi e pericoli per il nostro cane: i consigli del veterinario

Ai microfoni di ReggioToday lo specialista Domenico Melissari. Ecco cosa fare, i consigli utili da adottare nell'immediato, in caso di contatto con il temibile insetto

Impensierisce l'avanzata silenziosa della processionaria che, in questi giorni, ha invaso le strade della nostra città destando nei padroni degli amici a quattro zampe non poche preoccupazioni. L'insetto che si aggira indisturbato per le vie cittadine è stato avvistato in diverse zone di Reggio e non solo.

In centro, il settore ambiente - servizio agricoltura e verde pubblico dell'Amministrazione comunale ha affisso all'esterno della Villa comunale Umberto I un avviso di massima attenzione: "Pericolo processionaria del pino. Non sostare sotto gli alberi, tenere al guinzaglio i cani e non toccare o schiacciare gli insetti".

Vila comunale processionaria-2

Appartenenti alla famiglia dei lepidotteri, questi bruchi non vanno affatto sottovalutati: sono parassiti che devono il loro nome al modo di muoversi, in fila, come se fosse una vera e propria processione. Il loro corpo è ricoperto di peli urticanti che, una volta entrati in contatto con il cane, possono provocare diverse problematiche.

Dopo le numerose segnalazioni dei lettori giunte in redazione abbiamo chiesto un parere al veterinario Domenico Melissari: "In caso di contatto bisogna intervenire rapidamente, anche con dell'acqua corrente, lavare velocemente la bocca del cane in modo da eliminare i peli urticanti e portarlo nell'immediato dal veterinario per le cure adeguate". Ecco, dunque, cosa fare, i consigli utili da adottare in caso di contatto con il temibile insetto in processione.

La processionaria: di cosa di tratta?

Le larve della processionaria dei pini e delle querce sono note e temute per le lesioni causate dai loro peli urticanti. La processionaria non è altro che un bruco che parassita le piante. Qualora l’infestazione a carico delle piante risultasse massiva, potrebbe provocare danni tali da bloccarne la crescita. I bruchi trascorrono l’inverno nel loro nido, uscendo a marzo-aprile e danneggiando chiunque, trovandosi sul loro percorso, malauguratamente li tocchi. Per prudenza infatti i bruchi non devono mai essere toccati, né i loro nidi aperti: anzi, si suggerisce, una volta avvistati, di allontanarsi immediatamente.

Oltre a rappresentare un pericolo per umani e animali, questo bruco è pericoloso anche per la sopravvivenza di molte specie vegetali e arboree: pertanto, dal 1998 sul nostro territorio vengono validati i primi piani di abbattimento dei nidi e dal 2008 la disinfestazione è di fatto obbligatoria.

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