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Sabato, 27 Aprile 2024
La vertenza / San Gregorio

Alival, si cerca una ricollocazione sul territorio ma non sarà per tutti i licenziati

Il tavolo tecnico ha esaminato gli scenari post chiusura del caseificio, con uno spiraglio di disponibilità di alcune aziende locali per una ventina di lavoratori

In mattinata Carmelo Versace lo aveva detto senza mezzi termini in apertura del consiglio comunale. All'impegno fattivo di Comune e Città Metropolitana per impedire la perdita del posto di lavoro dei 79 dipendenti del caseificio Alival di San Gregorio, non corrisponderebbe un uguale sforzo da parte della Regione. "Abbiamo attivato ogni azione possibile - ha detto Versace - ciascuno nel limite delle proprie competenze, per scongiurare l'ennesima ferita al nostro territorio ed evitare un colpo di grazia al destino di tanti padri e madri di famiglia. Allo stato attuale, però, non risulta che la Regione Calabria, pur avendo avuto formale incarico dal Ministero, abbia fatto lo stesso e posto in essere soluzioni idonee a salvaguardare il sito produttivo". In particolare, gli enti reggini hanno avanzato la proposta di istituzione della Zes nell'area dello stabilimento, per renderla più interessante e attrarre nuovi investimenti. "Ma non ci risulta - ha aggiunto il consigliere comunale e sindaco metropolitano facente funzioni - che alcun ufficio regionale si sia ancora mosso in questa direzione". 

La bacchettata di Versace alla Regione e la proposta di Zes a San Gregorio

Poche ore dopo la bacchettata di Versace ("restiamo fiduciosi - ha concluso in modo soft - e confidiamo in un'accelerazione da parte della Regione rispetto ad una vicenda delicatissima"), si è tenuta in prefettura la seconda riunione del tavolo tecnico interistituzionale, convocata a pochi giorni dall'incontro con cui a Milano azienda e sindacati avevano esperito la procedura di licenziamento collettivo senza più nessuna speranza di mantenere in vita gli stabilimenti di San Gregorio e Ponte Buggianese con i dipendenti (complessivamente 121). 

Questa decisione irremovibile è stata ribadita anche oggi pomeriggio dalla multinazionale, i cui rappresentanti, in videocollegamento, hanno espresso anche davanti agli esponenti istituzionali l'indisponibilità a tenere aperto il caseificio reggino che, rispettando il cronoprogramma dell'accordo di crisi, chiuderà i battenti il 31 marzo. 

Alcune aziende locali potrebbero assorbire separatamente una ventina di lavoratori

Al tavolo hanno partecipato insieme ai rappresentanti sindacali Rodi (Fai Cgil), Piscioneri (Fai Cisl) e Zavettieri (Uila Uil), la senatrice Tilde Minasi, la vicepresidente della Regione Giusy Princi, l'assessore regionale al lavoro Giovanni Calabrese e i dirigenti di settore, i sindaci facenti funzioni del Comune e della Città Metropolitana, Brunetti e Versace, il presidente della Camera di Commercio, Ninni Tramontana, il vicepresidente di Confindustria Reggio, Filippo Arecchi, ed i rappresentanti della multinazionale. Con la parte della categorie produttive si è valutata l'unica ipotesi rimasta in piedi per il futuro lavorativo dei dipendenti reggini, quella che possano essere assunti da imprese locali. Lo spiraglio è stato aperto dal presidente Tramontana, a proposito di alcuni imprenditori del settore agroalimentare che si sono resi disponibili a "dividersi" i lavoratori ex Alival per farli entrare nelle loro aziende. Ma non sono state alimentate speranze irrealistiche: tolti i 12 lavoratori che hanno accettato il ricollocamento in altre sedi che gravitano attorno alla Lactalis e i tre che, avendo trovato altra occupazione, hanno scelto l'esodo incentivato, l'organico rimanente è troppo consistente perché tutti i licenziati abbiano una nuova sistemazione. Soltanto una ventina dunque potrebbe essere assorbito dai citati imprenditori locali, con un sostegno da parte delle istituzioni.

Il condizionale è d'obbligo, poiché anche nei mesi scorsi era emerso l'interesse di una cordata industriale sul sito di San Gregorio, poi rivelatasi troppo ambizioso e infranto contro gli alti costi di gestione di quell'impianto. Le verifiche da parte dell'ente camerale e della Città Metropolitana nell'interlocuzione con le aziende che hanno teso la mano agli ex Alival terranno conto delle agevolazioni offerte a chi assumerà i lavoratori, e dell'incastro tra le esigenze delle imprese e le figure professionali presenti tra i dipendenti in uscita dal caseificio.

Facendo eco alle sue parole in consiglio, non è soddisfatto della riunione Carmelo Versace: "Purtroppo - dichiara - siamo rimasti fermi all'ultimo tavolo di confronto. A parte l'impegno della Camera di Commercio e del suo presidente, Ninni Tramontana, cui va il mio ringraziamento, nessun altro concreto passo in avanti è stato fatto per salvaguardare i lavoratori di Alival".
Non le manda a dire Versace, richiamando a precise responsabilità: "Il 18 novembre scorso erano stati presi degli impegni ben precisi e, a distanza di mesi, ci ritroviamo di fronte ad un ulteriore insopportabile rinvio. Attualmente, non ci sono gli strumenti che, fattivamente, possono portare ad un miglioramento della situazione e nessuna risorsa è stata messa a disposizione di quelle aziende in grado, magari, di ricollocare il personale". 
Dopo i colloqui con gli imprenditori coinvolti dalla camera di commercio reggina nella strategia di salvaguardia dei lavoratori licenziati, programmati per i prossimi giorni, una risposta certa alla concreta possibilità di trovare una nuova sistemazione è rinviata all'aggiornamento del tavolo, al massimo tra trenta giorni, quando la fine della lunga storia dello stabilimento di San Gregorio sarà ormai vicinissima. 

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