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Venerdì, 26 Aprile 2024
La vertenza / San Gregorio

Alival, tavolo istituzionale fermo mentre si avvicina la data di chiusura

Le aziende disponibili ad assumere 20 unità aspettano l'intervento della Regione, e gli imprenditori del polo di San Gregorio chiedono la Zes

Si avvicina senza spiragli di novità la data in cui il caseificio Alival di San Gregorio chiuderà i battenti e saranno effettivi i licenziamenti dei dipendenti, una settantina, che non hanno accettato il trasferimento ad altra sede. Irremovibile la multinazionale Lactalis nel valutare la salvezza del sito industriale reggino (l'altro ad essere smantellato è in Toscana, a Ponte Buggianese), dopo la formalizzazione dell'accordo firmato il 27 gennaio con i sindacati e la rinuncia all'opposizione al licenziamento, dall'inizio dell'anno i lavoratori hanno riposto le loro speranze nel tavolo tecnico interistituzionale convocato dalla Regione, che di fatto si è riunito solo due volte per poi lasciare la situazione in stallo. Vicinissima la deadline del 31 marzo, i rappresentanti sindacali territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, in questi giorni hanno inviato una Pec di sollecito per una nuova convocazione di prefettura, ma fino ad oggi non c'è stata risposta. 

Per l'eventuale ricollocamento di 20 unità si dovranno attendere i licenziamenti

La strada percorsa sinora per creare un'alternativa e salvare i posti di lavoro perduti in Alival riguarda la possibilità di coinvolgere imprenditori calabresi disponibili ad assumere i lavoratori anche in mansioni diverse. Un'opzione praticabile però soltanto per circa 20 dipendenti, per la quale si era attivata Unioncamere. Il presidente Ninni Tramontana conferma che l'interesse c'è, tanto che erano stati programmati anche i colloqui con i lavoratori presso queste aziende, ma l'iter si è arenato nell'assenza di un sostegno da parte della Regione, che dovrebbe prevedere agevolazioni per chi assumerà gli ex Alival. "Non abbiamo notizie e aspettiamo un nuovo incontro in prefettura - dice Tramontana - anche per capire quale aiuto, oltre quello già ipotizzato della formazione, possa arrivare dalla Regione per il ricollocamento, sia dalla parte dei lavoratori che delle aziende. E' importante precisare però che ogni intervento potrà essere messo in campo soltanto dopo i licenziamenti". Necessario dunque lo status che attesta la perdita del lavoro, è probabile che non accadrà nulla fino al 31 marzo, e dopo quella data ripartire con misure ad hoc.

L'opportunità della Zes a San Gregorio portata avanti dagli imprenditori del polo

Tra i lavoratori mandati a riposo già da gennaio e che vedono trascorrere velocemente i giorni ci sono comprensibile amarezza e rassegnazione. Si sentono abbandonati dall'istituzione regionale, la cui scarsa azione nella vertenza era stata denunciata anche dal sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace. In particolare gli amministratori di Comune e Metrocity avevano spinto per la realizzazione di una zona economica speciale nel polo industriale reggino, se non per convincere Lactalis a restare, per attrarre altri investimenti. Citando indirettamente il caso Alival, si sta facendo promotore della Zes a San Gregorio-San Leo un comitato spontaneo di imprenditori guidati da Giuseppe Falduto, che ha chiesto alla Regione lo spostamento della zona attuale, assurdamente localizzata tra le piste dell'aeroporto Tito Minniti e all'atto inutile come area per attività produttive. Al comitato, composto da 12 soggetti economici e sociali operanti nel territorio del polo, si è adesso unita Confindustria e pare che si registri un'apertura da parte del commissario Zes Calabria Giuseppe Romano. L'obiettivo a cui puntano gli imprenditori è la modifica della delibera regionale 100/2018, che ha individuato le aree produttive calabresi beneficiarie del regime di agevolazione, che consente sgravi fiscali e sburocratizzazione per le imprese, spostando a San Gregorio quella attualmente istituita all'interno dell'aeroporto.

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