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La sentenza

La Cassazione rende definitive le condanne nei confronti del "branco" di Melito

Rigettati i ricorsi degli avvocati difensori, sono state confermate le pene emesse dalla Corte d'appello di Reggio Calabria

La Suprema corte ha deciso, rigettando i ricorsi delle difese, ed ha trasformato in definitive le sei condanne a carico di quello che era stato definito “il branco di Melito Porto Salvo”.

La Corte di cassazione, quindi, ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Queste le sanzioni comminate agli imputati in secondo grado e, da oggi, definitive: Giovanni Iamonte 8 anni e 2 mesi di reclusione; Lorenzo Tripodi 6 anni; Davide Schimizzi 9 anni; Antonio Verduci 6 anni e 6 mesi; Michele Nucera 6 anni. Condannato a 10 mesi, con pena sospesa e non menzione Domenico Mario Pitasi, il cui ruolo sarebbe risultato marginale (era imputato per favoreggiamento).

Il caso è quello della violenza sessuale di gruppo consumata nel centro del Reggino ai danni di una ragazzina 13enne all’epoca dei primi abusi.

Il processo è scaturito da un’indagine dei carabinieri che avevano arrestato gli imputati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata. La ragazza che subì la violenza sessuale, che si è costituita parte civile nel processo, aveva una relazione sentimentale con Davide Schimizzi, allora diciannovenne. Giovanni Iamonte è il figlio del boss Remingo e nipote di don Natale Iamonte, presunto capo dell’omonima cosca, deceduto dopo un lungo periodo di latitanza conclusosi con il suo arresto nell’hinterland milanese. 

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