rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
L'operazione

Quaranta chili di cocaina nascosta nelle tavole da surf, scattano tre arresti

La droga è stata intercettata all'aeroporo di Montevideo. Il procuratore Bombardieri: "Operazione che conferma l’importanza della cooperazione internazionale a livello giudiziario ed investigativo"

Quaranta chili di cocaina nascosti dentro sei tavole da surf. Uno stratagemma nuovo che, però, non è sfuggito alle forze dell’ordine che, concludendo l’operazione “Iris”, hanno sequestrato la droga e tratto in arresto tre persone.

La cocaina, come scrive l’Ansa, è stata intercettata nell’aeroporto di Montevideo, in Uruguay, nell’ambito di una operazione antidroga condotta tra il paese sudamericano, Portogallo e Spagna e che ha visto anche il coinvolgimento dell’Italia dove una persona è stata arrestata dalla polizia.  Le indagini sono state avviate il 24 maggio scorso dalle autorità uruguayane e sviluppate in cooperazione internazionale, con i colleghi portoghesi, spagnoli ed italiani.

Le autorità uruguayane hanno inoltrato una richiesta di consegna controllata internazionale al Portogallo, con il contestuale interessamento dell’Italia. La strategia operativa condivisa tra i Paesi interessati, hanno reso noto gli investigatori italiani, ha permesso il buon esito della consegna controllata internazionale, con l’arresto a Lisbona, il 7 giugno, da parte della polizia portoghese, di due cittadini italiani responsabili del traffico internazionale di stupefacenti, nonché il successivo arresto, in Italia, di un terzo connazionale colpito da un mandato di cattura internazionale delle autorità uruguaiane, eseguito dalle Squadre mobili di Reggio Calabria e di Roma, coordinate dallo Sco. Complessivamente sono stati 50 i chili di cocaina sequestrati.

Gli arrestati, accusati di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, sono Patrick Mauriello, di 29 anni, ed Emanuele Di Pasquale di 47, bloccati a Lisbona, e Andrea Meneghello, di 44, preso ad Ardea, in provincia di Roma. Alcuni particolari dell’indagine sono stati illustrati, nel corso di una conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e dal procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. 

“Si tratta – ha detto Bombardieri – di un’operazione importante per l’Uruguay e per l’Italia perché conferma l’importanza della cooperazione internazionale a livello giudiziario ed investigativo. I rapporti di cooperazione tra la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la polizia giudiziaria uruguaiana risalgono nel tempo ed hanno prodotto risultati importanti come l’arresto nel 2021 del trafficante internazionale di droga Rocco Morabito, all’epoca latitante, per molti anni residente proprio in Uruguay e catturato in Brasile" 

“Dobbiamo ringraziare - ha proseguito il procuratore reggino - gli investigatori dell’Uruguay, del Portogallo e della Spagna che ci hanno coinvolti in questa operazione. La cooperazione internazionale è alla base ormai di ogni indagine contro la ‘ndrangheta e contro le organizzazioni criminali dedite al traffico di droga”.

“Importante – ha detto ancora Bombardieri – è stato il nostro supporto nell’individuazione e nella localizzazione degli italiani che risultano coinvolti nel traffico internazionale di stupefacenti. Nel giro di pochi giorni sono state avviate attività d’indagine in coordinamento internazionale con quattro uffici, tre dei quali all’estero, che hanno prodotto risultati eccellenti. I tre arrestati sono stati già coinvolti in precedenti inchieste della Procura di Reggio Calabria. È ancora troppo presto per parlare di possibili sviluppi investigativi, ma la collaborazione con l’Uruguay, il Portogallo e la Spagna proseguirà sicuramente. Sin da oggi garantiamo la disponibilità a fornire il migliore supporto”.

“Giova ricordare – ha concluso Bombardieri – che nell’ultimo anno e mezzo nel porto di Gioia Tauro, che storicamente è stato un punto di arrivo dello stupefacente proveniente dal Sudamerica, sono state sequestrate 30 tonnellate di cocaina in varie operazioni. Questo ha indotto le organizzazioni criminali a scegliere, per l’arrivo dello stupefacente in Europa, altri luoghi che possano consentire minori probabilità di individuazione e sequestro da parte dell’autorità giudiziaria”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quaranta chili di cocaina nascosta nelle tavole da surf, scattano tre arresti

ReggioToday è in caricamento