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Sabato, 27 Aprile 2024
Il fatto

La prof assente a scuola da 20 anni si difende: "Chiarirò, ma ora sono al mare"

La docente di storia e filosofia, originaria di Reggio Calabria, assicura che fornirà tutte le spiegazioni con documenti e atti: la Cassazione ha confermato il provvedimento del Miur destituendola per "inettitudine"

Cinzia Paolina De Lio è la professoressa di Chioggia (Venezia), originaria di Reggio Calabria, destituita dal Ministero dell'Università e della ricerca per essere stata assente da scuola 20 anni su 24 anni di servizio. 56 anni, docente di storia e filosofia alla scuola secondaria di Chioggia - destinataria di assegnazioni annuali in quanto moglie di un ufficiale della guardia di finanza - De Lio aveva lavorato consecutivamente per soli 4 mesi. Ora, la professoressa si difende e annuncia che spiegherà tutto.

La difesa della prof assenteista: "Vicenda surreale"

Dopo essere arrivata sulle cronache nazionali, la professoressa ha rilasciato una breve dichiarazione a Repubblica. "Scusate ma ora sono al mare", ha detto, per poi aggiungere: "Ricostruirò la verità dei fatti di questa vicenda assolutamente unica e surreale". Cinzia Paolina De Lio è anche giornalista pubblicista, e per questo motivo ha annunciato di voler "Gestire personalmente l’aspetto mediatico della vicenda. Non rispondo a domandine di giornalisti buttate qua e là che non renderebbero giustizia all'affermazione della verità in merito alla mia vicenda, unica in senso assoluto. Sono disponibile, ovviamente, a trasmettere ai colleghi che me lo chiederanno atti e documenti utili", ha concluso. 

Le accuse del Ministero alla prof assente da scuola

Dalle ispezioni del Miur condotte nel 2013 era emerso che la docente era disattenta "verso gli alunni durante le loro interrogazioni" in quanto intenta a un "uso continuo del cellulare con messaggistica". Inoltre, aveva una "scarsa cura delle lezioni", non possedeva nemmeno il libro di testo che prendeva in prestito temporaneo dagli alunni. La prof è stata accusata anche di "gravi imprecisioni nel redigere i programmi finali delle classi quarte, ad esempio, programma e numero di ore diversi da quelli effettivamente dedicati alle spiegazioni e un argomento su Hegel in realtà mai trattato in classe".

Il Ministero aveva inviato tre ispettrici e tutte e tre hanno constatato una "assenza di criteri sostenibili nell'attribuire voti, la non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l'improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall'alunno, l'assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l'attribuzione di voti in modo estemporaneo e umorale, la pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche".

La sentenza della Cassazione: è destituzione per "inettitudine"

La sentenza della Corte di Cassazione ha confermato così la destituzione della docente, come già stabilito dalla Corte di Appello di Venezia nel 2021. Nel 2018  il tribunale aveva però dato ragione alla professoressa, dichiarando illegittimo il provvedimento di destituzione. I giudici avevano ritenuto che  nonostante "la disorganizzazione e faciloneria" della docente, l'ispezione di tre giorni fosse un periodi di osservazione "troppo breve" per certificare "una inettitudine assoluta e permanente".

"La liberà di insegnamento in ambito scolastico - sottolinea la Cassazione - è intesa come autonomia didattica diretta e funzionale a una piena formazione della personalità degli alunni, titolari di un vero e proprio diritto allo studio". Il concetto di libertà didattica, dunque, "comprende certo una autonomia nella scelta di metodi appropriati di insegnamento" ma "non significa che l'insegnante possa non attuare alcun metodo o che possa non organizzare e non strutturare le lezioni".

(Fonte Today.it)

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