rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Università per stranieri

Unida, il polo con la Mediterranea potrebbe partire già il prossimo anno accademico

Approvato il bilancio, si lavora alla definizione del progetto che dovrà essere approvato definitivamente dai cda

Potrebbe esordire nel prossimo anno accademico 2023-24 una nuova e più grande università statale reggina, che nascerà dall’aggregazione tra Mediterranea e Dante Alighieri. L’iter della proposta deliberata all’unanimità dai cda dei due atenei aveva subìto un rallentamento a causa delle vicende interne all’UniDa creando un lungo stallo nell’approvazione del bilancio dell’università per stranieri, ma adesso, superata questa impasse nell’ultimo consiglio di amministrazione, si sta lavorando in modo congiunto per formulare il progetto più valido da sottoporre al ministero.

Il progetto di Unida e Mediterranea, ibrido tra federazione e fusione

Nell’attuale fase le università mantengono riserbo sui contenuti progettuali (elaborati principalmente dalle componenti accademiche), ma, da quello che apprendiamo, l’orientamento è quello di una proposta ibrida tra federazione e fusione, nell'idea di salvaguardare l’autonomia della Dante Alighieri almeno per alcune strutture, che sarebbero federate (come nell’intenzione condivisa del cda dell'università per stranieri, che ha votato questa forma e non la fusione), nella consapevolezza che una soluzione interamente federativa non sarebbe sostenibile.

Il nodo è sempre finanziario perché il bilancio di esercizio 2022 è stato chiuso con un passivo di circa 2 milioni di euro. Un debito che dovrà essere coperto generando utili a cui oggi l’università per stranieri guarda con un ragionevole ottimismo: il bilancio di previsione 2023 non è stato ancora approvato, ma incrociando i dati delle iscrizioni e dei corsi e master attivati, da cui con proiezione futura ci si attende un opportuno ritorno economico, l’ateneo è riuscito a non allargare il “buco” che quasi un anno fa aveva fatto deflagrare pubblicamente la crisi. A rassicurare è anche l'impegno della Regione a intervenire sul debito, proprio per mettere l'ateneo in condizione di avviare e mantenere l'aggregazione alla Mediterranea.

Il riequilibro di bilancio e le prospettive di sviluppo nel prossimo anno accademico

Va da sé che inizia ora una fase di assorbimento del rosso in bilancio, che obbligherà UniDa a un’amministrazione di riequilibrio contingentando gli incassi, e per questo è importante il progetto con la Mediterranea, che in parte sarà necessariamente di fusione per avere il sostegno che consentirà una più rapida uscita dall’emergenza. Ma, come dicevamo, si sta valutando anche una federazione su alcune peculiari attività della Dante Alighieri, per le quali si prevedono sviluppi promettenti, come la mediazione interculturale, l'interpretariato, le certificazioni Cecol e il nuovo progetto insieme all'Accademia di belle arti. Una formula mista possibile anche secondo la legge Gelmini 240/2010, e per la quale c’è fiducia nell’accoglimento da parte del ministero, che starebbe seguendo con interesse gli sviluppi progettuali. Una disposizione della riforma che In Italia è stata applicata sinora pochissime volte e limitatamente ad alcune singole strutture, ad esempio, a Torino e Bari, nei dipartimenti interateneo tra le università e i politecnici.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario ricompattare il cda dell’UniDa, ancora senza rettore e che oggi conta 6 unità dopo la decadenza dei consiglieri Scarfone e De Medici dell’associazione Dante Alighieri. Un provvedimento votato nell’ultimo cda, consentendo così di sbloccare la situazione del numero legale e approvare il bilancio anche privi dei voti di Comune e Metrocity, assenti annunciati. I due soci sono decaduti, da norma di statuto, per mancata partecipazione a tre riunioni di fila (senza giustificazione secondo il cda e invece motivata per gli interessati). Beniamino Scarfone e Ruggero De Medici hanno infatti deciso di disertare le convocazioni perché non è mai stato inserito all’ordine del giorno un argomento su cui chiedono chiarezza e che riguarda Mnemosine, l'ente di formazione accreditato dal Miur e a lungo finanziatore dell'UniDa. 

Il caso Mnemosine, le dimissioni di Zumbo e la decadenza dei consiglieri

Ma anche qui le posizioni sono opposte. I consiglieri rilevano che anche dopo la disattivazione dei corsi curati dell'ente, nel cda sieda ancora, e con diritto di voto, il socio che lo rappresenta.

Il caso Mnemosine è all’origine delle dimissioni di Antonino Zumbo. Il rettore, di fatto, aveva perso la fiducia del consiglio accademico proprio per contrasti attorno alle scelte di programmazione dei corsi che causarono la rottura con l’istituzione formativa - una collaborazione iniziata nel 2009 con Berlingò - e la conseguente perdita di importanti entrate annue dell’ateneo. Un ammanco ingente e improvviso che nell’ambiente accademico si considera quasi interamente responsabile dei gravi problemi finanziari della Dante Alighieri, e a fronte del quale i contributi non corrisposti dagli enti pubblici avrebbero minore rilevanza (essendo stati tra l'altro pochi ed erogati raramente).

Secondo il cda, il rappresentante di Mnemosine (che nel frattempo ha attivato un altro master con nuove, provvidenziali entrate) mantiene diritto di presenza e voto perché, al di là delle attività svolte, il rapporto contrattuale iniziato scadrà nel 2024 e dunque è ancora in vigore. Non sono dello stesso parere Scarfone e De Medici, per i quali la vicenda è attraversata da molte irregolarità, di cui l’ultima è lo stesso atto di decadenza, mai notificato. Gli ex soci chiederanno l’accesso agli atti e stanno valutando azioni legali.

La posizione di Comune e Metrocity e le prossime mosse di Falcomatà

Si aspettano anche le prossime mosse del sindaco Giuseppe Falcomatà nel duplice ruolo di rappresentante di comune e città metropolitana. L'assenza dichiarata agli ultimi consigli di amministrazione è stata legata a una volontà di non votare il bilancio, che però è oggi approvato. Dall'interno di UniDa ora c'è l'auspicio che gli enti tornino a collaborare in vista del cruciale appuntamento di delibera del progetto aggregativo, prossimamente al vaglio dei due cda. il presidente Aloi e il rettore della Mediterranea Zimbalatti lo presenteranno poi al ministero, che avrà 30 giorni per dare il via libera o chiedere rilievi. Una meta che dopo un anno di trattative, intrighi politici e colpi di scena, la Dante Alighieri deve raggiungere senza ulteriori perdite di tempo. Nella convinzione che l'esito non farà bene soltanto a UniDa ma rafforzerà l'intero polo universitario reggino, seguendo, nella rete calabrese, l'esempio virtuoso dell'UniCal di Cosenza.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Unida, il polo con la Mediterranea potrebbe partire già il prossimo anno accademico

ReggioToday è in caricamento