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Cronaca

Il Covid li blocca in Argentina, rientro costa 4000 euro: disavventura per coppia reggina

Totò Zema e la moglie Mimma Guerrera hanno contratto un prestito con il Consolato italiano, da restituire in tre mesi, per potersi imbarcare sul volo Alitalia che li riporterà a Roma dopo due mesi di permanenza forzata a Buenos Aires

Totò Zema e Mimma Guerrera sono una coppia di reggini che l’emergenza Coronavirus ha intrappolato a Buenos Aires. Il loro viaggio di piacere in Argentina, pensato per riallacciare i legami familiari con dei parenti emigrati negli anni cinquanta, con il passare del tempo ha mutato emozioni.

Partiti da Roma il 18 febbraio scorso, passati i controlli in Italia e allo scalo di Madrid senza particolari problemi, l’ex professore del liceo artistico Mattia Preti e la moglie, per l’incedere della pandemia, hanno visto allontanarsi il loro ritorno in Italia che era stato programmato per il 18 di marzo. 

Dal 15 marzo in quarantena a Buenos Aires

La coppia di turisti reggini, così come tutti gli argentini, è obbligata a rispettare la quarantena imposta dal Governo Fernández dal 15 di marzo (che sino ad oggi ha contenuto l’espansione del virus a 2200 contagiati e 200 deceduti in tutta la Nazione) e, nonostante, l’interlocuzione avviata con il Consolato italiano a Buenos Aires è costretta, ancora oggi, a sfruttare la bontà e l’ospitalità dei parenti residenti oltre Atlantico. Ormai da due mesi.

Occasione di rientro persa il 23 marzo

Totò zema-2Adesso Totò Zema e Mimma Guerrera vogliono ritornare in Italia per riprendersi la loro vita e riabbracciare i figli. La cosa, però, appare complicata nonostante l’interlocuzione avviata con la Farnesina e quella con il Consolato italiano in Argentina. Totò e Mimma, infatti, hanno saputo indirettamente di aver perso un’occasione di rientro il 23 marzo, con un volo della compagnia "Neos" a costi irrisori. “Nessuno - ci dice il professore Zema al cellulare dall’altro capo del mondo - ci ha detto che ci fosse questo volto organizzato, nonostante i nostri contatti giornalieri con il Consolato. Solo sabato scorso gli uffici consolari ci hanno contattato, dopo aver ricevuto una segnalazione da Roma, per dirci che si sta organizzando un volo con Alitalia per lasciare l’Argentina il 23 aprile”.

Per il volo con Alitalia 4000 euro

Quella della coppia reggina è una storia di mancate risposte che potrebbe avere una svolta in 48 ore. Bene ma non benissimo. Se lo scorso mese con Neos, Totò e Mimma Zema per rientrare in Italia avrebbero dovuto pagare poco più di duecento euro, questa volta con la “compagnia di bandiera” dovranno sobbarcarsi la spesa di ben 4000 mila euro: una mazzata per chi vive di sola pensione.  “Questo viaggio di piacere - si sfoga Totò Zema - dopo il panico creatoci dalla cancellazione del primo volo di rientro da parte di Air Europa, non vorrei dire che si sta trasformando in un incubo ma di certo non è più tutto rose e fiori come quando siamo partiti”. 

Un prestito per i biglieri da pagare in tre rate

Un viaggio alla riscoperta di legami parentali che si è trasformato in una quarantena, in una odissea burocratica con un finale tragicomico. Toto Zema e Mimma Guerrera, infatti, su quel volo ci saliranno ma lo faranno non dopo aver firmato un contratto di prestito con il Consolato italiano a Buenos Aires che, per loro, coprirà i costi dei biglietti aerei ma a loro ha chiesto la restituzione della somma in, si far per dire, tre “comode” rate. Un prestito per ottenere il quale è stata necessaria una garanzia dei parenti più stretti della coppia reggina. “In questo momento - ci confida il professore reggino - lamento la poca assistenza ricevuta dalle istituzioni competenti, ancora oggi non sappiamo se al nostro rientro avremo assistenza dalla Protezione civile o se ci verrà garantito il viaggio di rientro da Roma a Lamezia in tempi umani o dovremo aspettare ore e ore in aeroporto”. 

I dubbi su un rientro in sicurezza

Se in Argentina il virus sembra essere confinato, i rischi sono ancora tanti: il volo di rientro, prima dello scalo romano, passerebbe dalla Spagna,  una delle nazioni maggiormente colpite dal Coronavirus. La preoccupazione di Totò Zema e di sua moglie Mimma Guerrera è comprensibile. “Chi si prenderà cura di noi al nostro rientro in Italia? - ci dice infine Totò Zema - vorremmo avere un minimo di risposte e garanzie sulla nostra incolumità fisica. Vorremmo tornare a Reggio Calabria sereni senza andare incontro al rischio di una contaminazione assai rischiosa per la nostra salute”.

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