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Martedì, 30 Aprile 2024
Il progetto di ricerca

Gom e Mediterranea uniti per una innovativa sperimentazione sul dolore cronico

Il progetto vede coinvolti il reparto di terapia del dolore del Grande ospedale metropolitano, seguito dal dott Quattrone ed il laboratorio di termografia avanzata della Mediterranea, diretto dal prof Morello

Una nuova collaborazione scientifica che prevede interessanti risvolti, con impatto in ambito internazionale, prende avvio nel Reggino. L’Università Mediterranea di Reggio Calabria e il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria hanno stipulato di recente un accordo che annuncia l’inizio di un progetto di ricerca e collaborazione sul dolore cronico.

La sperimentazione vede coinvolti il reparto di terapia del dolore del Grande ospedale metropolitano, seguita dal dott. Domenico Quattrone ed il laboratorio di termografia avanzata della Mediterranea, diretto dal prof. Rosario Morello. Le attività di ricerca hanno come fine la misura oggettiva del dolore attraverso la definizione di nuovi modelli diagnostici mediante termografia.

Il gruppo di ricerca dei due istituti ha definito e messo a punto una tecnica innovativa ed unica al mondo la cui sperimentazione prenderà avvio per la prima volta a Reggio Calabria. I connotati fortemente innovativi della ricerca consentiranno agli studiosi coinvolti di misurare il dolore attraverso l’analisi della risposta del flusso sanguigno a livello periferico così da determinare in modo oggettivo l’entità del dolore in soggetti affetti da dolore cronico.

"La valutazione del dolore - spiegano dal Gom - oggi fa riferimento a diverse scale. Difatti oggi la stima dell’entità del dolore è di natura soggettiva poiché si fonda sull’autovalutazione della sensazione di dolore avvertita dal soggetto interessato.

Sebbene tali scale possano in determinate condizioni fornire una valutazione utile ai fini del trattamento terapeutico, in altri casi (soggetti affetti da neuro-patologie, soggetti non in grado di comunicare le proprie sensazioni...) non consentono di ottenere alcuna valutazione da parte del soggetto pertanto la stima indiretta si basa sull’osservazione del volto o del comportamento del paziente.

È bene osservare, tuttavia, che la corretta determinazione della severità del dolore consentirebbe di ottimizzare il piano terapeutico e la somministrazione farmacologica. Il dolore coinvolge inoltre diversi aspetti psicosociali e comportamentali, oltre che strettamente clinici e farmacologici, condizionando negativamente la qualità di vita del paziente.

In tale contesto, i ricercatori svilupperanno nuovi modelli neuro-algologici in soggetti affetti da dolore periferico cronico. Le attività prevedono inoltre la definizione di biomarkers utili al trattamento del dolore neuropatico ai fini del miglioramento della qualità di vita del paziente mediante terapia del dolore ottimizzata e personalizzata".

La metodologia proposta, continua la nota dello staff direzione generale dell'ospedale - è non invasiva e non comporta alcun contatto con il paziente o esposizione a radiazioni; la stessa sfrutta la presenza di un’incrementata attività a carico del sistema cardiovascolare periferico nell’area affetta da dolore. Diversi problemi sono tuttavia ancora aperti, ed ulteriori attività di ricerca e sperimentazione nel settore si rendono necessarie prima che tale tecnica possa essere considerata un efficace strumento di misura diagnostico".

Il progetto è stato selezionato dal ministero dell’Università e della Ricerca tra le proposte vincitrici del programma di finanziamento Prin 2022 e ritenuto quindi Progetto di rilevante interesse nazionale.

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