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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'intervento

I sogni di Dominijanni: società civile partecipativa e aziende confiscate in vita

Il procuratore generale ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro specifico: "Non può passare il messaggio che la ‘ndrangheta crei posti di lavoro e lo Stato li distrugge”

La lotta alla ‘ndrangheta, le ataviche carenze di organico, il lavoro per rischiarare la zona grigia che favorisce boss e picciotti delle cosche reggine, il richiamo alla società civile ma anche la cura dei sogni. L’intervento del procuratore generale Gerardo Dominijanni durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto reggino, che si è tenuta presso la caserma dell’Arma “Fava e Garofalo”, ha aperto diversi spazi di discussione.

“Possiamo dire che la ‘ndrangheta è stata sconfitta?”, è stato questo il punto di domanda sul quale si è dispiegato l’intervento del magistrato reggino. La risposta immediata, legata allo stato delle cose, non può che essere negativa. La criminalità organizzata reggina, la più potente al mondo, quella capace di essere una holding in grado di muovere un valore criminale stimato in oltre 45 miliardi di euro, non è stata ancora sconfitta. Certo è stata colpita ma non debellata e questo è stato riconosciuto dallo stesso Dominijanni.

“In questo territorio - ha detto il procuratore aggiunto - la zona grigia, dentro la quale si muovono politici, imprenditori e professionisti, favorisce la ‘ndrangheta”, la mette al riparo dalle indagini delle forze dell’ordine ma “investigatori e magistrati hanno saputo reagire e mai, come oggi, il contrasto alla ‘ndrangheta in questo distretto è stato il primo obiettivo”.

L'inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto di Reggio Calabria: il video

Tanto si è fatto ma tanto ancora rimane da fare per debellare un fenomeno umano che, come tale, dovrebbe avere un inizio ed una fine. Per ottenere questo risultato il procuratore generale ha un’idea precisa in testa e non ha problemi ad affidarla all’uditorio e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia che lo ascolta da presso: “Se la ‘ndrangheta ha mutato pelle, lo Stato deve essere in grado di anticipare con le armi investigative e non solo questa mutazione criminale”.

Ma, in particolare a Reggio Calabria, per vincere questa guerra è determinante il supporto della società civile, attraverso un’azione di sensibilizzazione culturale che deve partire dalle scuole, per mettere con le spalle al muro quella “parte dell’opinione pubblica che si professa a parole contro la ‘ndrangheta ma che, poi, non troviamo fattivamente impegnata nella lotta alla criminalità organizzata”.

“Dobbiamo essere presenti nelle scuole e nella società - ha detto Gerardo Dominijanni - per far capire che lo Stato non è solo quello che condanna ma anche quello che offre possibilità. Tutti devono capire che non c’è alternativa alla legalità, che la criminalità non paga”.

Lo Stato deve mandare un messaggio chiaro e deve assecondare quelli che Gerardo Dominijanni definisce i sogni nel cassetto capaci di “cambiare lo stato di fatto delle cose”, di generare nuove forze in grado di sostenere l’azione di contrasto di forze dell’ordine e magistrati perché in quello che è il distretto giudiziario con rilevanti vuoti di organico in guerra contro la più potente organizzazione criminale presente in tutto il globo si ha il “dovere di non arrendersi alle difficoltà, di avere sogni nel cassetto” e di realizzarli.

Uno dei sogni più importanti che Dominijanni vorrebbe vedere realizzato è quello di vedere le aziende sottratte alla ‘ndrangheta non morire dopo poco tempo dal loro sequestro o dalla loro confisca. “Vorrei - ha detto il procuratore generale - che le aziende sottratte alla mafia vengano risanate e preservate, perché non può passare il messaggio che la ‘ndrangheta crei posti di lavoro e lo Stato li distrugge”.

Anche per questo, per l’orgoglio di rappresentare lo Stato in un territorio molto difficile, il procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni ha anticipato l’idea della creazione di un gruppi di lavoro che analizzi i processi che segnano il destino delle aziende sottratte al malaffare e riportate nell’alveo della legalità e sappia individuare le cure necessarie per evitare il loro fallimento anticipato.

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