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Cinquantenario e personaggi / Centro / Museo Archeologico

Sgarbi: "Bronzi motivo di orgoglio per la Calabria, splendidi ma non fragili"

Il critico d'arte fa gli auguri ai Guerrieri e, fuori dalle polemiche, spiega perché e in che modo periodiche trasferte delle statue porterebbero solo vantaggi alla regione

"I Bronzi sono due splendidi contemporanei, perché prima del ritrovamento non ne sapevamo nulla, anche tecnicamente sono stati situati tra le opere degli anni Settanta. Potrei definirli persino ragazzi perché sono cinquantenni, più giovani di me. Ed hanno questo modo staordinario di porsi a noi, che li rende appartenti alla nostra epoca, non li percepiamo antichi ma attuali".

Vittorio Sgarbi fa gli auguri ai Bronzi nel giorno della loro venuta alla luce dalle acque di Riace e dissipa la polemica dei giorni scorsi dopo la manifestazione in Versilia con le contestate copie d'arte che avevano fatto infuriare il Comitato e litigare Calabria e Toscana. Non che la sua opinione sulla trasferibilità dei Bronzi sia cambiata, anzi il critico auspica che il prossimo governo possa rivedere il parere negativo espresso nel 2015 dalla commissione scientifica istituita dall'attuale ministro Franceschini proprio dopo la richiesta di mandarli all'Expo di Milano per idea dello stesso Sgarbi, il quale ha sempre ribadito che la tesi della non trasferibilità per rischi alle sculture sia infondata.

"Credo - dice - che la Calabria abbia assolutamente motivo di orgoglio e compiacimento nel detenere i Bronzi, però devo dire che capisco anche la passione conservativa da parte di una terra a cui lo Stato ha sempre sottratto tutto, capisco che i calabresi non si fidino e pensino che lasciando uscire una volta i Bronzi poi non li rivedranno più, probabilmente hanno ragione. Quello che io rifiuto è il dogma dell’inamovibilità, privo di fondamento. Fragile è l’uomo, provate a tenerlo duemila anni sott’acqua e vedremo cosa rimarrà. Le opere d’arte non sono fragili e possono essere spostate, con le cautele dovute”.

A Marina di Pietrasanta, ricordando l’esposizione in Quirinale voluta nel 1981 da Pertini, lei però ha detto che Roma sarebbe la sede naturale per una collocazione definitiva dei Bronzi in un contesto di arte antica e classicità. Quindi non soggiorni temporanei, ma un vero e proprio trasferimento. Potrebbe accadere con il prossimo governo, come lei stesso ha auspicato?

“Sicuramente il nuovo governo interverrà sull’attuale normativa, che si fonda su quello che ha deciso la commissione insediata di Franceschini, un atto abusivo perché non sono i tecnici nominati dal ministro a poter stabilire se un’opera si sposta o no, ma i musei. Come accade in altri casi, ad esempio per la Tempesta di Giorgione a Venezia, anche lì c'è una prescrizione ma lasciando la possibilità di deroghe per mostre o proposte importanti. Il museo di Reggio è l'unico a poter approvare una norma prescrittiva ma dovrebbe consentire l'eccezione per cui periodicamente, ogni cinque anni e nei periodi dell’anno di minor affluenza di visitatori, i Bronzi possano andare a New York, come a Milano, per essere esposti durante grandi eventi. E' vero, ho detto che Roma è la sede perfetta, ma so che si tratta di una provocazione. Se davvero accadesse, sono consapevole che per la Calabria sarebbe un colpo micidiale". 

Proprio oggi il presidente Roberto Occhiuto nel suo messaggio per il cinquantenario ha parlato dei Bronzi come "simbolo della Calabria nel mondo". Secondo lei è un modo per dire quello che afferma anche lei, cioé che sono un patrimonio dell'umanità e che per far conoscere la Calabria e generare profitto devono diventare globetrotter?

"Fare dei Bronzi gli ambasciatori della Calabria è un'idea che dal mio punto di vista porterebbe solo vantaggi, sia economici che d'immagine internazionale. Non vedo motivi di opporsi, mentre capisco che il trasferimento a Roma, certamete utile per la valorizzazione delle opere, sarebbe una ferita enorme per la Calabria. Roma ha una sua logica centralista sempre valida, quella della ragion di Stato e del patrimonio artistico nazionale. Ma è chiaro che, essendo centralista, penalizzerebbe la Calabria. In fondo, se ci fosse Napoleone i Bronzi oggi sarebbero al Louvre. Per il bene della Calabria so che la strada praticabile è intermedia, quella dei prestiti".

Lei, tra l'altro, ha consigliato pure agli italiani esterofili di venire in vacanza qui indicando la Calabria tra le mete nostrane da scegliere invece di fissarsi, ad esempio, con l'Egitto.

"Confermo. E non solo per i Bronzi. Reggio, ad esempio, trovo sia una città bellissima"

Per la promozione del cinquantenario la Calabria ha molto investito nella campagna pubblicitaria degli eventi, ma lei (e non solo lei) ad esempio ha bocciato il logo a cui la Regione tiene molto.

"Se mi chiede un parere, ritengo che il logo ufficiale e anche quello del museo siano uno più brutto dell'altro. Graficamente creano confusione, soprattutto il primo, e non sono efficaci. In giro si vedono poco, ma comunque sono respingenti, non invogliano nessuno a vedere i Bronzi. Il manifesto più bello che ho visto in tutti questi anni lo fece Valtur poco dopo il ritrovamento, per pubblicizzare i viaggi in Calabria. Oggi quella dei Bronzi è un'immagine popolare, ma allora era una delle prime volte in cui si vedevano in giro, era una meravigliosa foto della statua con i capelli lunghi".

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