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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'inchiesta / San Luca

'Ndrangheta, da San Luca per controllare gli appalti in Piemonte: nove arresti

Le indagini condotte tra il 2014 ed il 2021  dai carabinieri del reparto operativo speciale (Ros) di Torino

Le 'ndrine di San Luca sono arrivate anche in Piemonte e sono riuscite a infiltrarsi negli appalti nel Torinese.  "Intimidivano i concorrenti e offrivano protezione a vittime di estorsione, - secondo quanto evidenzia la procura di Torino -  infiltrandosi nell’economia legale del territorio attraverso aziende di edilizia e trasporti che hanno ricevuto, almeno a partire dall’anno 2014, commesse da appaltatori operanti nel settore autostradale e nella realizzazione delle grandi opere per svolgere lavori di manutenzione del manto autostradale e movimento terra in tutta la provincia".

Ma le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2021  dai carabinieri del reparto operativo speciale (Ros) di Torino, della compagnia di Venaria Reale e della stazione di Leini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino, hanno scoperto l’articolazione territoriale della ‘ndrangheta a Brandizzo, Torino e provincia, emanazione delle ‘ndrine Nirta e Pelle originarie di San Luca, documentando come il sodalizio, caratterizzato dalla tipica struttura mafiosa, abbia operato con sistematico ricorso all’intimidazione. 

Così ecco che i carabinieri hanno arrestato nove persone destinatarie di provvedimenti restrittivi (in carcere o ai domiciliari) del tribunale del capoluogo piemontese per i reati (a vario titolo) di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.

Due uomini, ritenuti i capi della cosca - dalle indagini della procura - e direttamente coinvolti nei lavori, sono stati raggiunti dalla misura cautelare della detenzione in carcere con un terzo elemento. Un quarto personaggio, figura di vertice di una società controllata da una concessionaria del servizio autostradale, accusato di avere garantito alle imprese riconducibili all’associazione risorse economiche e appalti, è stato posto agli arresti domiciliari.

Ulteriori cinque misure cautelari, tutte ai domiciliari, sono state emesse per reati di estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi. Il giudice ha inoltre disposto, nei confronti di altri sette indagati, il sequestro preventivo di somme di denaro oggetto di riciclaggio, provento di un traffico illecito di rifiuti.

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