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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Rosarno

Un cartone della pizza e una birra in più hanno incastrato il latitante Antonino Pesce

Dalle carte dell'inchiesta "Gear" emergono i retroscena che hanno portato i carabinieri alla cattura del giovane rampollo della potente cosca di Rosarno

Conoscenza del territorio e delle vicende personali e criminali dei latitanti, dei loro familiari e della rete di favoreggiatori, acume investigativo, intuito e caparbietà. Sono queste le caratteristiche predominati di chi svolge un lavoro duro, un lavoro che ti porta lontano dalle famiglie per diverso tempo, queste sono le caratteristiche dei “cacciatori di primule rosse”. 

Investigatori capaci di piazzarsi alle costole dei ricercati per giorni e giorni e, poi, incastrarli per un cartone della pizza in più finito nelle mani di uno dei suoi fiancheggiatori.

Così è finita la latitanza di Antonino Pesce: rampollo trentottenne dell’omonimo casato di ‘ndrangheta egemone sul territorio di Rosarno. Le fasi della sua cattura, le cui indagini sono durate per oltre un anno, sono finite dentro le carte dell’inchiesta “Gear” che, all’alba di oggi, ha portato all’arresto di quattordici persone. 

Tre cartoni di pizza e tre bottiglie di birra in mano ad un uomo, arrestato con il latitante, che viveva da solo in casa sono state le chiavi di volta per arrivare alla cattura del ricercato, sorpreso in casa del favoreggiatore insieme alla compagna di Antonino Pesce.

I pedinamenti, in questo caso, sono stati più utili delle intercettazioni, delle cimici e dei gps installati sulle autovetture dei soggetti tenuti sotto osservazione. L’intuito dei Carabinieri, poi, è stata l’arma vincente.

Intercettato all’uscita di una pizzeria il presunto favoreggiatore, gli investigatori dell’Arma - incuriositi dal carico di cibo nelle mani dell’uomo che non aveva una famiglia ad aspettarlo a casa, lo hanno seguito e si sono appostati davanti alla sua abitazione.

A notte fonda il repentino cambio di scenario. Dalle finestra dell’abitazione, come ombre cinesi, si sono stagliate le figure di due uomini. Per i Carabinieri quello poteva essere il nascondiglio di Antonino Pesce. In poco tempo è stato organizzato un servizio di controllo della zona, ogni via di fuga è stata impedita ed è scattato, repentino, il blitz dei militari dell’Arma. Per il latitante non c’è stato altro da fare che arrendersi e consegnarsi alla giustizia. 

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