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Lunedì, 29 Aprile 2024
La verità sull'imprenditrice scomparsa / Laureana di Borrello

'Ndrangheta, Chindamo: "Dopo anni, giustizia per Maria e un intero territorio"

Parla il fratello dell'imprenditrice originaria di Laureana di Borrello dopo la terribile verità sulla sua scomparsa e l'individuazione del presunto killer

In questi oltre sette anni Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, ha sempre saputo che dietro la scomparsa dell'imprenditrice originaria di Laureana di Borrello ci fosse una terribile verità ma ha continuato a lottare perché fosse fatta luce sulla vicenda e resa giustizia alla donna di cui il 6 maggio 2016 si sono perse le tracce davanti ai cancelli della sua azienda agricola a Limbadi. 

La ricostruzione degli eventi resa nota dal procuratore Nicola Gratteri, nell'ambito dell'inchiesta Maestrale-Carthago contro le cosche del Vibonese condotta dalla Dda di Catanzaro, ha rivelato una realtà da brividi, che Chindamo commenta mettendo da parte l'emozione. Forse perché il momento del dolore e dell'orrore lo ha già metabolizzato e adesso è il tempo della consapevolezza. Con un forte senso di giustizia finalmente vicina ("l'aria profuma di giustizia" ha dichiarato ieri a caldo) dopo una lunga battaglia a supporto delle indagini. 

"E' stato fatto un passo in avanti - dice Vincenzo Chindamo - verso una strada di libertà che era stata interrotta per Maria ma anche per un territorio intero, oppresso dalla presenza di criminali che devono essere urgentemente fermati e assicurati alla giustizia. Ho avuto sempre fiducia nella magistratura e sono certo che accadrà. Anche se servirà altro tempo, questo risultato oggi rafforza la mia perseveranza".

Non gli chiediamo nulla sulle agghiaccianti scoperte degli inquirenti su quello che è accaduto a Maria, che da chiunque viva in queste terre non possono che essere accolte con una corale indignazione per una vittima uccisa due volte, come donna e imprenditrice. Per essersi ribellata alle mire sulla sua proprietà, un atto che la 'ndrangheta interpretò come un'onta maggiore perché proveniente a una donna che, proprio pochi giorni prima della scomparsa, aveva anche pubblicato foto insieme al compagno con cui si era rifatta una vita dopo la separazione. Vincenzo Chindamo definisce la morte della sorella un "femminicidio di stampo mafioso", che in un periodo di allarme altissimo sulla violenza contro le donne porta con sè un forte monito. 

"Il delitto di Maria - afferma - lancia un messaggio perché rappresenta la punta dell'iceberg di un territorio come il nostro, che per essere liberato dai suoi mali e dal potere della 'ndragheta richiede un impegno comune di tutti, cittadini e istituzioni. Un messaggio che spero arrivi anche agli uomini che continuano a reagire alla fine di un rapporto sentimentale con la violenza, e alle donne perché denuncino subito ogni abuso".

La memoria di Maria Chindamo resta intatta anche nella sottrazione delle sue terre al controllo della criminalità, grazie all'affidamento con curatela dall'azienda alla cooperativa sociale Goel Bio, creata da produttori agricoli biologici che in Calabria si oppongono alla 'ndrangheta. Dopo il sit in del 2022 nel giorno dell'anniversario della scomparsa, a breve, anticipa Chindamo, si annunciano nuovi importanti progetti per valorizzare i fini sociali di quelle terre valse il sacrificio di una vita. E ribadire, con l'immagine sempre viva di Maria, la sconfitta di chi avrebbe voluto impossessarsene.

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