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Sabato, 27 Aprile 2024
Il fatto di sangue / Santa Cristina d'Aspromonte

Omicidio Romeo, l'Ordine dei medici: "Agguato agghiacciante che riporta a tempi bui"

I vertici dell'associazione non riescono a darsi una spiegazione plausibile di quanto accaduto lungo la Strada provinciale fra Santa Cristina d'Aspromonte e Taurianova

Un “agguato agghiacciante che riporta a tempi bui”, così l’Ordine dei medici di Reggio Calabria ha commentato quanto accaduto lungo la Strada provinciale 2 fra Santa Cristina d’Aspromonte e Taurianova dove la dottoressa Francesca Romeo è stata uccisa a colpi di pistola.

“La collega era a fine turno - hanno detto ancora i vertici provinciali dell’Ordine dei medici - non sappiamo cosa sia successo”. La donna, 67 anni, stava rientrando a casa in macchina alla fine del turno di servizio quando, lungo la strada che porta a Taurianova, è stata raggiunta dai colpi d'arma da fuoco esplosi da almeno due killer. In auto con Francesca Romeo c’era il marito Antonio Napoli, anch’egli medico, che è stato ferito al braccio e si trova ricoverato in ospedale. Alle indagini stanno lavorando gli agenti del commissariato di Taurianova e gli investigatori della Squadra mobile.

“Siamo scioccati dalla notizia del brutale agguato di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, nel quale ha perso la vita una collega mentre il marito, anche lui medico, è rimasto ferito. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi, al presidente dell’Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano”. Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, commenta l’omicidio della guardia medica Francesca Romeo, uccisa a colpi da arma da fuoco mentre stava rientrando dopo il turno, accompagnata in auto dal marito, anche lui medico.

“Siamo fiduciosi nel lavoro delle forze dell’ordine – conclude – per chiarire il movente. Resta il fatto che un’altra donna medico è stata uccisa mentre rientrava dal lavoro. Chiediamo tutele, chiediamo sicurezza. Non si può pensare di arginare l’abbandono del Servizio sanitario nazionale, soprattutto in terre martoriate come la Calabria, se non garantiamo condizioni appropriate per l’esercizio della professione”.

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