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Cronaca Rosarno

Operazione "Demetra 2", i Carabinieri del Ros arrestano anche due rosarnesi

Nei loro confronti viene mossa l'accusa di produzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, disposti gli arresti domiciliari

Il quattro aprile del 2018 un’autobomba a Limbadi aveva causato la morte del biologo ex caporalmaggiore Matteo Vinci. Era rimasto gravemente ferito, invece, il padre Francesco Antonio. A oltre un anno dall’omicidio, i carabinieri hanno arrestato sette persone. Tra queste ci sono i due presunti esecutori materiali del crimine. Si tratta di Antonio Criniti, 30 anni, e Filippo De Marco, 41 anni, entrambi di Soriano.

Questo omicidio eclatante, per i magistrati della Dda di Catanzaro, avrebbe avuto un prezzo: la vita di Matteo Vinci sarebbe costata poco più di settemila euro, il costo di un debito da estinguere con i Mancuso per una partita di droga.

Gli arresti sono stati portati a compimento all’alba di oggi, al termine dell’operazione denominata “Demetra 2”. L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e del Reparto crimini violenti del Ros di Roma, coordinate dal sostituto procuratore Andrea Mancuso. Le indagini hanno permesso di individuare coloro che hanno realizzato e posizionato l’ordigno, nonché i mandanti. L’accusa è di aver causato la morte di Matteo Vinci e il ferimento del padre Francesco Antonio. Inoltre, sono state chiarite le ragioni dell’omicidio.

L’attentato sarebbe stato messo in atto in un più ampio quadro estorsivo da soggetti appartenenti alla potente famiglia Mancuso. Questa sarebbe stata infatti ostacolata dalla famiglia di Matteo Vinci in una illecita acquisizione di terreni di loro proprietà al fine di affermare il proprio dominio su quell’area. La mano degli esecutori materiali (Antonio Criniti e Filippo De Marco), invece, sarebbe stata mossa dalla necessità di saldare un debito per la cessione di stupefacenti.

“L’articolato provvedimento cautelare - come si legge nella nota dei Carabinieri - emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su conforme richiesta della Procura antimafia diretta da Nicola Gratteri è stato eseguito a carico di 7 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, oltre che dei reati di omicidio e tentato omicidio, anche di danneggiamento, porto di esplosivi, tentata estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Già erano stati assicurati alla giustizia, a solo un paio di mesi dall’esplosione, i mandanti dell’omicidio, appartenenti alla potente famiglia Mancuso. L’efferato crimine è maturato in un più ampio disegno estorsivo, posto in essere dai Mancuso, finalizzato all’illecita acquisizione di terreni, alla quale si sarebbe opposta la famiglia Vinci. La mano degli esecutori, invece, sarebbe stata armata dalla necessità di saldare un debito contratto nei traffici di droga”.

Nell’ambito dell’operazione “Demetra”, il gip di Catanzaro Giulio De Gregorio ha disposto gli arresti domiciliari per due reggini: Giuseppe Consiglio, 34enne di Polistena e Salvatore Paladino, 60enne di Rosarno. I due dovranno difendersi dall’accusa di aver coltivato marijuana destinata alla vendita. Per gli investigatori del Ros i due reggini sarebbero stati contatti dai vertici della cosca Mancuso che stavano lavorando per approvvigionare la droga in vista del periodo estivo e del probabile aumento del giro d’affari. 

Nei loro confronti i gip scrive nell’ordinanza di custodia cautelare: “presentano una posizione più leggera in quanto colpiti da gravità indiziaria per contestazioni cautelari diverse da quella associativa” e per questo ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Consiglio e Salvatore Paladino.

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