rotate-mobile
La visita d'eccezione

Richard Gere ai calabresi: "Tenete segreti i vostri luoghi per conservarli così belli"

L'attore ospite di Mgff ha ricevuto un libro sui Bronzi di Riace e Giusy Princi lo ha invitato a visitarli

A Richard Gere perdoniamo l’abbondante rinvio di quasi un’ora e mezzo della conferenza stampa a Catanzaro, dove è il superospite di Magna Grecia Film Festival e ha incontrato i giornalisti nella Cittadella regionale.

Chi se lui non può fare ritardo (dovuto peraltro a problemi di trasporti) e poi cancellare ogni malumore dei presenti con un sorriso al suo ingresso, che ha creato subito un’atmosfera hollywoodiana: assediato all’arrivo in macchina da ammiratrici che mandano baci e rubano immagini, scortato dal personale della sicurezza, circondato dai fotografi e con il tocco di galanteria di un’unica donna nello staff d’ordine, con il compito di accoglierlo alla porta. L’attore, vestito in modo informale senza giacca e cravatta e illuminato da una camicia chiara e il suo affascinante sorriso, chiede però espressamente che la gente in sala indossi la mascherina.

Bronzi di Riace Gere Princi-2Con Mr. Gere al tavolo ci sono il direttore artistico di Mgff, Gianvito Casadonte e gli assessori regionali Giusy Princi e Fausto Orsomarso mentre a distanza il presidente Roberto Occhiuto ha salutato l’ospite con un videomessaggio; in prima fila l’orafo Michele Affidato, che firma la colonna d’oro del festival che sarà consegnata a Gere, ma questa mattina il primo omaggio calabrese, da parte di Princi, è stato un libro sui Bronzi di Riace e l'assessore lo ha invitato ufficialmente a visitare i guerrieri a Reggio.

"Per me è un mito - dice Gianvito Casadonte - è sempre stato nei miei sogni poterlo portare qui e dopo diciannove anni di lavoro ci sono riuscito. Tutto questo un giorno diventerà un film, ne sono sicuro, perché questa terra viene raccontata solo per le sue negatività e invece da giorni sui media si parla di un’altra Calabria, fatta di cose belle, di cinema e di grandi eventi". 

Il festival è a ingresso libero tutte le sere fino ad esaurimento posti, un'occasione unica per vedere e ascoltare star con Gere ma non solo. Ed è quasi venuto naturale agli amministratori presenti invitare Richard Gere, che ama l’Italia e la considera la sua seconda casa, a girare con più calma la regione, conoscerla e promuoverla. Non una proposta ufficiale di testimonial, ma non si può mai dire.

"Oggi – ha commentato Giusy Princi - abbiamo conosciuto non solo la star ma la persona, un uomo che crede negli umili e ha valori molto vicini a quelli della Calabria, dunque sarà sempre nostro gradito ospite e ci auguriamo di rivederlo presto qui".

In realtà il popolare Richard (in sala lo chiamano così e lui risponde con affabilità), notoriamente molto impegnato nelle tematiche ambientali, ai calabresi sembra voler dare un consiglio diverso: «Dall’aereo ho visto paesaggi meravigliosi, fatti di montagne, colline e coste bellissimi. Avete una splendida natura selvaggia e forse dovreste tenerla più segreta, in modo che resti sempre così e nessuno la guasti». Il divo ha ringraziato tutti («vedo tanti visi sorridenti e questo è contagioso, voi siete felici e lo sono anch'io di essere qui») ed ha ricordato l’importanza dei festival, soprattutto se «sono legati ai luoghi e al senso della comunità, alla condivisione delle storie, senza scopi commerciali e con il sostegno delle istituzioni, perché quello che ci tiene insieme oggi è il cinema".

Rispondendo alle domande dei giornalisti (uno spazio brevissimo commisurato alla lunga attesa, e nessuna possibilità di intervenire per chi seguiva da remoto), Gere ha scherzato sulla sua età (spesso tirata in ballo nostalgicamente citando i suoi film di culto “Ufficiale e gentiluomo” e “Pretty Woman”).

A proposito di digitale e streaming dice: "Io sono un dinosauro, e sono felice di esserlo. Se penso all’ultima volta in cui sono stato al cinema capisco che è successo troppo tempo fa. Un cambiamento collettivo nelle abitudini esiste ed è certamente stato amplificato negli anni del virus. Dopo il Covid si andrà in questa direzione in modo sempre più radicale, è inevitabile e io non so che cosa accadrà in futuro al cinema. C’è però un lato positivo, lo streaming ci permette di vedere film di registi indipendenti che non sarebbero mai usciti nelle sale, questa è una cosa buona".

Qualche giorno fa l’ennesimo passaggio televisivo di “Pretty Woman” ha registrato ascolti record e scatenato languidi ricordi generazionali sui social. Un film che non stanca e le mamme fanno vedere alle figlie per fare il pieno di romanticismo contro ogni revisionismo e presunte dietrologie patriarcali.

A chi gli chiede se abbia mai pensato a un sequel, Gere spiega: "Era un piccolo film, non immaginavamo che avrebbe suscitato tanta immedesimazione. E’ stata una vera e propria magia, che dura ancora oggi. Un sequel richiederebbe chissà quali retroscena di sceneggiatura, forse lui si sarebbe candidato alle elezioni e lo avrebbero attaccato scoprendo che sua moglie era stata una prostituta. Capisco che l’idea possa attrarre per motivi commerciali, ma con quel film un seguito non ha senso". Chapeau sia per la risposta che per averci rassicurato sull’epilogo matrimoniale dell’amore tra Edward e Vivian.

Soddisfatto della sua carriera di attore, non ha la tentazione di provare a stare dietro la cinepresa: "Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi registi, bravi anche a sopportarmi perché io sul set sono un rompiballe che mette continuamente becco. Non è detto che non capiterà, ma in questo momento la regia sarebbe per me troppo impegnativa. Ho quattro figli e voglio occuparmene, dovrei assentarmi per lunghi periodi e invece io voglio stare con loro".

Un vero “family man” che a Catanzaro ha portato con sé la (invidiatissima) moglie Alejandra. Finita la fulminea conferenza stampa ha pranzato con un menu rigorosamente salutista: niente carni rosse e latticini, bevande senza zucchero e vini rosato e bianco.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Richard Gere ai calabresi: "Tenete segreti i vostri luoghi per conservarli così belli"

ReggioToday è in caricamento