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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Villa San Giovanni

Corruzione sullo Stretto, in manette il sindaco di Villa e vertici Caronte&Tourist: 11 arresti

Falso in atto pubblico, truffa aggravata, peculato e concorso esterno in associazione mafiosa le altre accuse nei confronti degli indagati: tutti amministratori comunali e manager

Terremoto giudiziario al Comune di Villa San Giovanni. È il sindaco Giovanni Siclari, oltre ad Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del Consiglio di amministratore e amministratore delegato della società di navigazione “Caronte & Tourist S.p.A.”, i principali destinatari  dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria. Undici le persone indagate dai carabinieri e accusate a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e per una persona solamente anche concorso esterno in associazione mafiosa.

I nomi degli arrestati e degli indagati

Gli uomini del comando provinciale dell’Arma, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia hanno accertato come i manager indagati, hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali che, in cambio, hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione. Nello specifico, Antonino Repaci si è mosso anche con il vertice dell’amministrazione comunale, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Giovanni Siclari, al fine di assicurarsi l’affidamento di un’area sulla quale la sua società aveva progettato la realizzazione di alcuni lavori.

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia

L’attività investigativa, coordinata dai sostituti procuratori distrettuali Walter Ignazitto e Gianluca Gelso, prende il via dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano. La figura centrale, emersa nell’ambito dell'indagine è quella dell’ingegnere Francesco Morabito, attuale responsabile del Settore tecnico urbanistico del Comune di Villa San Giovanni, che nel periodo delle investigazioni si sarebbe reso responsabile di diverse e presunte condotte che integrano l'ipotesi dei reati di corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato. La vicenda corruttiva su cui è stata posta attenzione è stata l’esecuzione del  "progetto per la riorganizzazione dell’area Villa AGIP con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione" ad opera della società Caronte & Tourist.

I retroscena

Le immagini dei carabinieri

L'assunzione del figlio

Questa vicenda avrebbe visto da un lato il coinvolgimento di Antonino Repaci e di Calogero Famiani, rispettivamente presidente del Cda e Ad della società Caronte & Tourist S.p.A., e dall’altro il diretto interessamento di Francesco Morabito e del geometra Giancarlo Trunfio che, secondo gli inquirenti "hanno agevolato, con atti contrari ai propri doveri d’ufficio, la realizzazione dei lavori di ammodernamento della nuova biglietteria automatica". In particolare, in cambio della promessa di assunzione di Gianluca Trunfio, figlio di Giancarlo, da parte della Caronte & Tourist S.p.A., il responsabile del Settore tecnico e il facente funzioni avrebbero adottato un provvedimento autorizzativo illegittimo firmato da Trunfio per consentire alla alla società di navigazione la rapida realizzazione dell’opera, senza un regolare titolo edilizio.

Sempre nell’ambito dell’esecuzione dell'opera, sarebbero state registrate altre condotte corruttive, attraverso le quali i manager indagati, avrebbero promesso di "elargire utilità ad amministratori comunali, che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione". Nello specifico, il presidente Antonino Repaci si sarebbe mosso anche con il sindaco Giovanni Siclari, per assicurarsi l’affidamento dell’area sulla quale la società aveva progettato la realizzazione dei lavori, area che tuttavia risultava di proprietà Anas.

Il ristoratore 

Le indagini avrebbero accertato anche un' altra presunta corruzione che, sempre secondo gli inquirenti, "ha visto protagonista ancora una volta Francesco Morabito, che avrebbe agevolato l’iter procedimentale delle pratiche edilizie di Gaetano Bevacqua, noto imprenditore che opera nella ristorazione e gestore della sala ricevimenti Villa Chiringuito, a Cannitello di Villa San Giovanni. Tutto questo, in cambio di ingiusti vantaggi economici, quali cene gratuite o con rilevanti sconti economici per sé e per altri".

L'appalto del lungomare Fata Morgana e le pulizie del Comune

L’indagine avrebbe consentito di constatare come l’ingegnere Francesco Morabito avrebbe indirizzato "illecitamente" l’aggiudicazione dell’appalto per la progettazione definitiva ed esecutiva per le opere di riqualificazione del lungomare Fata Morgana di Villa San Giovanni, a favore del raggruppamento temporaneo di professionisti, in cui avrebbe inserito anche suo figlio Giovanni Marco, neo laureato in ingegneria.

Con le stesse modalità illecite, l’ingegnere Morabito in concorso con Vincenzo Crsitiano, avrebbe turbato la gara per conto del Comune di Villa San Giovanni per l’aggiudicazione in favore della Cooperativa Sociale Pandora degli appalti relativi all’affidamento del 'servizio di pulizia locali edificio comunale' negli anni 2014 e 2016. 

Secondo i carabinieri del comando provinciale, Morabito avrebbe concordato con Lucia e Vincenzo Bertuca (la prima amministratore unico e rappresentante legale della cooperativa e il secondo titolare di fatto dell’azienda) la presentazione dell’offerta, predeterminando le modalità e l'entità del ribasso e garantendo loro, preventivamente, l’aggiudicazione dell’appalto. Questa contestazione risulta aggravata dalle modalità mafiose, perché commessa in concorso con Vincenzo Cristiano, oggi collaboratore di giustizia e all’epoca appartenente alla cosca di ‘ndrangheta Bertuca, attiva nel mandamento di Reggio Calabria.

Articolo modificato alle 10.25 del 18 dicembre 2019 // Aggiunti dettagli sull'operazione

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