rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
La crisi dell'università per stranieri

Dante Alighieri, senza nuovo cda e rettore Comune e MetroCity non voteranno il bilancio

Consiglio di amministrazione a vuoto per l'abbandono della riunione da parte degli enti locali, che in una nota spiegano la loro netta posizione

Fumata nera per il bilancio dell'università Dante Alighieri, la cui mancata approvazione è causa dello stallo nel progetto comune con la Mediterranea, un iter avviato e di cui sono pienamente convinti il presidente del consiglio di amministrazione di UniDa Piero Aloi e il rettore Giuseppe Zimbalatti. Dopo il rientro di Falcomatà il cda è stato finalmente riconvocato dopo mesi, ma la precedente riunione si è conclusa con un nulla di fatto per mancanza del numero legale, a causa dell'assenza del rappresentante di Comune e Città metropolitana. Oggi pomeriggio avrebbe dovuto essere la volta buona, invece il tavolo è clamorosamente saltato dopo il primo punto all'ordine del giorno, con l'abbandono di Paolo Brunetti e Carmelo Versace, inviati dal sindaco in sua vece. Una scelta poi chiarita con una nota, in cui le amministrazioni fanno sapere che non voteranno il bilancio se non all'interno di un nuovo cda "pienamente legittimato".   

Brunetti e Versace, delegati dal sindaco, lasciano la riunione dopo il primo punto

La discussione si è accesa a proposito del punto sulla copertura del disavanzo di esercizio - argomento che tocca molto da vicino gli enti territoriali del consorzio universitario, negli ultimi mesi principali imputati per la grave crisi dei conti della UniDa. Con l'uscita di Brunetti e Versace, la riunione è proseguita con toni animati ma senza la possibilità di approvare il bilancio: privo del voto degli amministratori di Comune e MetroCity, come si ricorderà il cda ha infatti altri pezzi già mancanti, quelli dei componenti votanti che si sono dimessi, inoltre oggi erano assenti i rappresentanti dell'associazione Dante Alighieri. 

Da quanto si era subito appreso, i delegati dal sindaco anche se fossero rimasti ugualmente non avrebbero approvato il bilancio, su molti aspetti del quale mantengono perplessità. Uno dei dubbi oggi era legato al parere dei revisori dei conti che aveva fatto in tempo ad arrivare, negativo a causa di varie prescrizioni non eseguite. 

La posizione di Comune e Città Metropolitana è stata poi spiegata formalmente con una nota congiunta, in cui si stigmatizza la convocazione del cda con poche ore di preavviso (modalità lamentata anche da altri membri del cda che non hanno partecipato). "Il nostro obiettivo - si afferma nel comunicato - è quello di tenere in piedi e rilanciare l'orizzonte di crescita dell'Università Dante Alighieri di Reggio Calabria, una realtà di straordinario valore per il nostro territorio, non solo sul piano scientifico, che va tutelata e valorizzata. E' un tema che riguarda l'erogazione di un'attività di formazione e di ricerca che affonda le sue radici in una lunga e gloriosa tradizione accademica". Il passaggio cruciale della nota precisa: "E' necessario continuare a mantenere questa ambizione, garantendo l'erogazione di un'offerta formativa all'avanguardia e di grande qualità, attrattiva per gli studenti stranieri ed italiani, con l'obiettivo di tutelare anche i livelli occupazionali per tutto il personale operante nell'ateneo".

Gli enti locali non vedono chiarezza sui conti dell'ateneo e non voteranno il bilancio

Nel merito del bilancio, punto che le amministrazioni non hanno inteso discutere, si legge ancora nella nota: "Prima di assumere qualsiasi decisione che riguarda il futuro dell'ateneo reggino, è doveroso, sul piano morale ancor prima che giuridico, fare piena luce ed assoluta chiarezza sull'attuale situazione finanziaria e di governance dell'università". Gli enti non ritengono che in tal senso ci sia chiarezza e "non intendono approvare il documento contabile dell'ateneo, né garantire passivamente i numeri per una simile deliberazione".

A cosa ci si riferisce lo si dice dopo, e questa considerazione è condivisa anche da molti componenti del cda, che negli ultimi mesi hanno vissuto con malessere la gestione presidenziale dell'università per stranieri rimasta orfana del rettore. I dimissionari non sono mai stati surrogati, e a chi ancora fa parte dell'organo non sono piaciuti i decreti a raffica anche per la sfera accademica (ad esempio nomine di docenti), oltre a denunciare una totale assenza di comunicazione tra il presidente e il cda, tenuto all'oscuro delle varie delibere.

Senza risposta sono stati, dopo l'ultima riunione risalente a giugno, vari rilievi. Uno è la presenza nel cda del rappresentante di Mnemosine, partner finanziatore decaduto con la risoluzione del contratto con la società. Inoltre è considerato grave che l'ex rettore Zumbo non abbia continuato ad esercitare le funzioni amministrative nel periodo di vacanza fino all'elezione del successore, ancora non avvenuta. Il risultato è un ateneo letteralmente acefalo, che senza rettore non può, per dirne una, firmare le lauree. 

L'intento di Comune e Città Metropolitana nella crisi dell'università per stranieri è ora tassativo.  "La prima necessità - si afferma ancora nel comunicato - è quella di ristabilire e ripristinare correttamente le attività e la rappresentanza del consorzio promotore dell'ateneo, anche fine di dare nuova linfa all’azione del consiglio di amministrazione e di tutta la governance universitaria che, evidentemente, ad oggi ha fallito, per varie ragioni, la propria missione. Solo un nuovo consiglio di amministrazione pienamente legittimato - conclude la nota - potrà procedere all'elezione del nuovo rettore, con l'obiettivo di affrontare con forza e decisione le sfide per il salvataggio dell’Università Dante Alighieri e dialogare proficuamente e con autorevolezza con il ministro dell’università".

L'iter bloccato con la Mediterranea e il nodo tra federazione e fusione

Il ministero dovrà infatti decidere sul percorso di aggregazione tra UniDa e Mediterranea, che non può andare avanti senza l'approvazione del bilancio. Si tenterà con un altro cda, convocato per la prossima settimana e che a questo punto dichiaratamente non avrà il voto degli enti locali (messi di traverso anche per il rifiuto dei vertici di ateneo di incontrare privatamente Falcomatà come da espresso invito). 

Ma se due voti in meno non sono un muro invalicabile, il vero nodo della questione è tutt'altro che risolto, perché la legge Gelmini prevede due opzioni praticabili, federazione e fusione, con effetti molto diversi. Il primo caso mantiene infatti l'autonomia delle singole università (ma la Dante Alighieri non potrebbe sostenerlo finanziariamente); nel secondo UniDa verrebbe assorbita dalla più forte Mediterranea eppure, realisticamente, sembra sia proprio questa la strada tracciata. E non è quella deliberata all'unanimità dal cda ancora integro, perché nell'atto approvato la parola fusione non c'è e sarà difficile percorrere una direzione diversa con i crismi della legittimità e senza opposizioni. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dante Alighieri, senza nuovo cda e rettore Comune e MetroCity non voteranno il bilancio

ReggioToday è in caricamento